Capitolo 21.

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Marika's Pov.

Mi rigiro nel letto, tastandolo con una mano per cercare Mattia. Apro gli occhi quando mi accorgo che lui effettivamente non c'è.

Sposto lo sguardo verso l'orologio. È fottutamente tardi. Da quando conosco Mattia ho saltato il lavoro troppe volte, non che la cosa mi dispiaccia, ma non dovrei farlo. Invio un messaggio veloce a Giorgio, cercando il telefono sul comodino. Di solito è Mattia a svegliarmi la mattina quando sono da lui, ormai ho preso l'abitudine e non imposto nemmeno più la sveglia, evidentemente dovrei.

"Ehi Gio, ti prego, parami il culo con Carlo o sono fottuta. Ti voglio bene anche io, grazie." Scrivo ed invio, scendendo in cucina mentre aspetto una risposta.

"Dove diavolo è Briga?" Penso tra me e me, non trovandolo nemmeno qui. Sorrido spontaneamente quando mi accorgo che, anche se non c'è, ha lasciato l'occorrente per la colazione sul tavolo.

"Già fatto. Mi devi un favore, stronza." È la risposta di Giorgio. A proposito di messaggi, decido di inviarne uno a Mattia. Nessuna risposta. Questo ragazzo mi farà impazzire più di quanto non lo sono già.

Guardo l'orologio, è quasi ora di pranzo ed io - giustamente - ho appena finito di fare colazione.

Mi butto sul divano, ancora col cellulare tra le mani. Mentre aspetto la risposta di lui, mi arriva un messaggio da Carlo.

"Riprenditi presto tesoro, sta tranquilla, ma almeno la prossima volta pensa alle conseguenze!" Conseguenze? Ridacchio mentre scrivo la risposta. Chissà che cosa gli avrà detto Giorgio.

In ogni caso, decido di lasciar perdere. Mi dirigo in bagno e, una volta preparata, decido di uscire.

«Ciao piccola.» Mi viene incontro Davide, non appena metto piede nel locale. Lo abbraccio istintivamente stampandogli un bacio sulla guancia.
«Hey.» Ricambio il saluto sorridendo, una volta staccati.

«Gli altri?» Chiedo, guardandomi intorno. C'è gente seduta ai tavoli, qualcuna al bancone a prendere qualche drink, ma dei ragazzi nemmeno l'ombra.
«Lorenzo sembra essersi trovato una ragazza, Simone invece..» Lo guardo, incitandolo a continuare, stupendomi anche del fatto che anche solo il suo nome mi fa uno strano effetto.
«Lui non viene più, da quando Briga è tornato si è automaticamente chiamato fuori.» Conclude, soffiando col naso e alzando le spalle.
«Ah.» Riesco solo a dire, mentre lo seguo poi verso il bancone.

«Paolo dacci due birre per favore.» Sorride al ragazzo sedendosi su uno degli sgabelli, ed io prendo posto affianco a lui.
«Come vanno le cose?» Domanda poi.

Eh, come vanno le cose? Una parte di me vorrebbe solo tornare con Simone, nonostante tutto. E mi sento incredibilmente stupida per questo. L'altra parte, quella felice, quella ha solo e solamente Mattia in testa.

«Complicate.» Ridacchio, trovando un aggettivo per descrivere la situazione.
«Se ti faccio una domanda rispondi sinceramente?» Chiede, dopo aver ringraziato Paolo per la bottiglia e aver bevuto un sorso.
«Aha.» Annuisco io, facendo la stessa cosa.

«Provi qualcosa per Briga?» Quasi mi strozzo, portando una mano al petto e tossendo un paio di volte. «Eh?» Cerco di evitare il discorso. La voce più stridula del solito.

«Hai capito bene. Puoi stare tranquilla, non dirò nulla a Simone in ogni caso, lo sai.» Riesce a dire lui, una volta finito di ridere, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.

E così mi ritrovo a parlare con lui, di ogni cosa. Avevo bisogno di dirlo a qualcuno, di dire tutto, ogni cosa, anche ciò che sapevo da tempo, ma non ho mai voluto ammettere. Gli racconto di quella volta in cui mi ha riportata a casa quando ero ubriaca mentre io cantavo - per modo di dire - le sue canzoni, di tutte le volte che mi ha salvata con un solo sorriso. Gli ho raccontato le nostre giornate, senza parlare del rifugio, del disegno o dello strano nomignolo che mi ha dato. Mi piace pensare che quelle cose ci appartengono, sono nostre e basta, nessuno potrà mai capire.

«Lui c'è stato quando ne avevo più bisogno.» Concludo il discorso, lasciandolo a bocca aperta. Non credo si aspettava tutte queste cose.
«Credo di aver avuto la risposta.» Sorride lui, ed io gli lascio un leggero pugno sulla spalla.

Passiamo l'intero pomeriggio lì, in quel locale, a parlare. Fino a che non mi arriva un messaggio, tiro un sospiro di sollievo. È lui, e quando si tratta di lui mi spunta sempre un sorriso.

"Sono a casa, vieni? Non puoi dire di no, Ciamber." Ha scritto, e sento le farfalle nello stomaco più che mai.

Saluto Davide, ringraziandolo per tutto, mentre - non so perché - col cuore che sembra impazzire, torno a casa. Casa nostra.

Parcheggio l'auto, sento quasi l'aria mancare quando, aprendo la porta, non trovo nessuno. "È un fottuto scherzo, vero?" Penso. E mentre sento la rabbia salire, di colpo mi calmo.
C'è un disco, sul tavolo.

"Tutto quello che non ti ho detto mai." C'è scritto sopra, e un sorrisone mi si stampa in faccia. Mi guardo intorno, ma lui non c'è, così mi avvicino allo stereo, e premo play.

"Fammi sognare un'altra notte ancora.
Dammi un motivo per calmarmi.
Dammi un pugnale da ficcarmi in gola.
Adesso, amami prima del successo, prima che tu possa dare un volto a tutto il resto."
La voce di Briga risuona dappertutto ed io, come al solito, non posso fare a meno di chiudere gli occhi, di respirare felicità.

"... Ma a parte qualche raro sfogo violento
E che non dormo da due notti fa
Deciderò quando verrà il mio momento..
Se andare via o stare qua."
E, per un attimo, tutto il resto non conta. Ci siamo solo io, io e la sua musica, e le sue parole.

"E devo essere più forte del tempo,
che sbatte sempre in faccia la realtà.
Io che do un peso a tutto quello che sento, errore mio, non ho l'età."
Mi stringo nelle spalle, lasciandomi avvolgere dalla sua musica, dal suo mondo.

"Se io ti amo tu zitta. Ho dipinto i sogni tuoi dentro una soffitta." Brividi. Mi giro immediatamente, guardando il nostro disegno, e qui, qui capisco. Dentro questa canzone, lui ha scritto di noi.

"Posso darti quello che ti manca per vivere, farti sorridere.." Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, mentre solo ora mi rendo conto che un noi, per davvero c'è.

"... Per noi che siamo un fiore in mezzo al cemento, amore mio, l'amore è qua." Non so descriverle nemmeno le emozioni che provo mentre sento il cuore rimbombare nella cassa toracica e una lacrima che scende lungo la mia guancia. Non mi capitava da molto, piangere dalla felicità.

La musica si stoppa, ed io mi asciugo il viso, continuando a guardarmi intorno, quando la voce di Briga continua a risuonare per la stanza.

"Non sono bravo a parole, l'unica cosa che so fare è scrivere canzoni e probabilmente non sarei nemmeno riuscito a dirtele tutte queste cose guardandoti negli occhi.

Ti ricordi quando mi avevi chiesto a chi pensavo per scrivere? Questa è la mia risposta.

Questo è tutto ciò che non ti ho mai detto. Perché io non te l'ho mai detto, che magari quando sorridevi rendevi tutto un po' più bello, un po' meno difficile. Mi hai ringraziato tante volte per tutto quello che ho fatto per te, ed ora è il mio turno.

Non ti ho mai detto che se vuoi, io sto qua e ci starò sempre. Ci sono stato anche quando faceva male starti accanto, che tanto tu non volevi me.

Tu invece sei tutto ciò che voglio.

E tutto ciò che non ti ho mai detto può essere riassunto in due parole.

Ti amo."

Angolo autrice.
Finalmente l'ho fatto dichiarare eheheheheh.

Come reagirà lei?
Non odiatemi per non averli ancora fatti baciare dai.

Domanda;
Frase/i di Briga che vi ha più colpito?

Al prossimo capitolo!

Rainbow. | BrigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora