"You are my getaway, you are my favourite place."
-5 seconds of summer.--
«Ecco a lei.» Sorrido per quella che sembra l'ennesima volta in quella mattinata mentre porgo il resto alla ragazza dall'altra parte del bancone.
Guardo l'orologio, "mezz'ora e sono fuori" penso, mentre con una pezza finisco di pulire i vari tavoli.
Dopo aver salutato quello che sembra essere l'ultimo cliente della fila, entro nel "laboratorio" del bar, dove trovo il biondo alle prese con le decorazioni per una torta.Mi siedo sulla parte ancora pulita del tavolo da lavoro, e dopo aver finito alza lo sguardo scontrando i miei occhi marroni con i suoi azzurri da togliere il fiato.
«Ehi.» Accenno un sorriso, mentre lui sorride soddisfatto del suo dolce, pulendosi poi le mani sul grembiule.
«Ehi.» Ripete lui, portando una mano sul mio viso e accarezzando leggermente la mia guancia, potrei perdermi in questo momento nel suo sguardo così dolce. Sussulto quando lo sento sfiorare il livido, ora meno evidente.«Come stai?» Chiede poi, spostando una ciocca dei miei capelli scuri dietro l'orecchio. «Sto, e basta.» Alzo le spalle, non sapendo dare una vera e propria risposta. Soffio col naso prima di continuare.
«Mi sento ferita, umiliata, delusa. Letteralmente a pezzi.» Guardo in alto, cercando di trattenere le lacrime.
«Io.. io lo amo. Dopo tutto quello che mi ha fatto, lo amo ancora. Sarei ancora pronta a buttarmi dalla montagna più alta per lui. A regalargli la mia vita. L'ho amato, sempre. E lui non l'ha mai capito.» Concludo, ma stavolta il nodo alla gola ha la meglio, e scoppio a piangere tra le braccia di Giorgio, mentre lui cerca di consolarmi, accarezzando delicatamente la mia schiena.«Non ti merita. Non merita il tuo amore. Non lo ha mai meritato, sta a te capirlo. Devi aprire gli occhi, Marika.» Prende il mio viso tra le mani, e il mio respiro si fa più pesante tra un singhiozzo e l'altro. Poi asciuga qualche lacrima regalandomi uno di quei suoi sorrisi belli da morire.
«A volte dobbiamo ricordarci di ciò che meritiamo, sai? A volte, bisogna essere egoisti. Mettere se stessi al primo posto. Ci rende deboli, l'amore. Ci porta a pensare alla felicità della nostra persona prima di qualsiasi altra cosa, ma non deve essere così, se la cosa non é reciproca.» Mi stringe in un abbraccio.
«Non puoi amare per entrambi. Non puoi mettere in gioco solo il tuo cuore. Le cose si fanno in due, o non si arriva da nessuna parte.» Sussurra, tornando ad accarezzare la mia schiena.
Porto istintivamente le mie mani al viso, quando sento la porta aprirsi.
«Giorgio dovres-» Carlo si blocca, osservando la scena mentre il biondo scioglie l'abbraccio.
«Occupati dei clienti per un attimo.» Dice, prima di avvicinarsi a me. Alzo lo sguardo, e il ragazzo annuisce uscendo dalla stanza non dopo aver poggiato una mano sulla mia, stringendola.«Credevo che le cose andassero bene.» Carlo riprende a parlare, pulendo il bancone e riponendo la torta in frigo, per poi sedersi accanto a me. Cerco di asciugarmi il viso, ma le lacrime sembrano non volersi fermare.
«Lo credevo anch'io.» Quasi sussurro, portando ancora una volta il mio sguardo al soffitto.
«Ti ha fatto del male?» Capisco subito che si riferisce al livido, e i ritorni tornano in mente. Mi copro il viso per la seconda volta scoppiando ancora di più a piangere.
«Non me l'aspettavo da lui. Ci vogliono più palle per non alzare le mani, che per farlo.» Dice, stringendomi in un abbraccio.Dopo essermi calmata, torno al mio lavoro, scacciando tutti quei pensieri per cercare di concentrarmi.
Mattia's Pov.
Mi fermo con la macchina davanti all'uscita del bar, controllando l'orologio. "Non dovrebbe mancare molto alla fine del suo turno", penso mentre mi accendo una sigaretta abbassando il finestrino.
Stringo la mano intorno al volante mentre osservo una persona che conosco fin troppo bene scendere dall'auto e appoggiarsi su di essa, gli occhi puntati verso la porta del locale. Sento la rabbia crescere in me e istintivamente faccio l'ultimo tiro buttando poi la sigaretta a terra mentre chiudo lo sportello.
Si volta verso di me, prima sbarrando gli occhi, poi aggrottando le sopracciglia. La sua espressione é seria e sembra quasi più incazzato di me, ma non credo sia possibile.
"Che cazzo ci fai qui?" Il tono di Simone è duro, ma non ho paura, anzi. Scoppio a ridere prima di rispondere.
"Che cazzo ci fai tu, qui." Correggo.
"Sparisci." Il suo viso é a pochi centimetri dal mio, quando si avvicina quasi minacciandomi.
"Tremo." Alzo le mani in segno di resa in modo sarcastico mentre lui mi afferra con entrambe le mani per il collo della maglietta.Mi lascia spingendomi ed io indietreggio un po' prima di colpirlo in pieno viso con un pugno.
Vedo con la coda dell'occhio Marika uscire dal bar, e avvicinarsi a me.
"Briga, andiamo via." Quasi sussurra, mettendo una mano sul mio braccio.
Simone si alza, toccandosi il labbro spaccato."Te la fai con lui eh, puttana." Stavo per colpirlo di nuovo, quando lei mi ferma.
"E anche se fosse? Ops, non stiamo più insieme. E lui a letto é cento volte meglio di te, coglione." Sbarro gli occhi e lei mi guarda soddisfatta, prima di allontanarsi e salire in macchina."Se non c'era lei ti lasciavo là per terra." Dico a denti stretti per poi raggiungerla.
"Vorrei confermare le tue teorie sulla mia bravura sotto le lenzuola." Ridacchio rivolgendole uno sguardo veloce prima di tornare con gli occhi sulla strada.
"Idiota." Alza gli occhi al cielo prima di sorridere leggermente scuotendo la testa.
"Ammettilo, ti piacerebbe." Sorrido ancora una volta, ma in modo malizioso."Dove andiamo?" Chiede, senza dare importanza alla mia frase.
"Come cambi discorso eh." Scuoto la testa prima di rispondere.
Non rispondo, alzando le spalle.[...]
Parcheggio davanti al nostro solito posto guadagnandomi un'occhiata confusa da parte di Marika.
"Vieni." Dico prendendo il mio zaino dal sedile posteriore, una volta scesi dalla macchina. Le nostre dita si incrociano quando le prendo la mano, e sento il mio battito accelerare.
Camminiamo per un po' seguendo il sentiero vicino al bosco che circonda la casa, fino ad arrivare al lago.
"É bellissimo." Sussurra lei, guardandosi intorno.Ha ragione. Sono venuto qui tante volte da solo, ed era bellissimo. Ma ora, con lei, é indescrivibile.
STAI LEGGENDO
Rainbow. | Briga
Romance«Sai, c'è un vecchio film in bianco e nero, mio padre me ne parlava spesso quando abitavo ancora con loro.» Probabilmente sembro pazza, ha uno sguardo confuso. «È una specie di musical. E ad un certo punto la protagonista canta una canzone, in cui s...