Capitolo 16.

2.5K 170 18
                                    

"I suoi sorrisi come ossigeno."

--

Il dolce suono, si fa per dire, della sveglia mi fa alzare dal letto. Dopo aver finito di stiracchiarmi come si deve, ed aver stropicciato un po' gli occhi, non posso fare a meno di sorridere perciò che sto guardando.

Di solito é lui quello a svegliarsi per primo, e che di conseguenza sveglia me per andare a lavoro, ma oggi no, oggi mi sono alzata prima io, e mi pento per non averlo fatto mai prima.

Mattia dorme ancora, con i capelli tutti scompigliati ed un'espressione buffissima. Cerco di non farmi sentire mentre prendo il telefono per scattargli una foto.

Dopodiché vado al bagno, non prima di aver controllato l'orologio, sono se 06:11, credo di poter arrivare puntuale almeno per una volta.

Dopo aver lavato la faccia e i capelli, vado in cucina. Mangio alla scelta una merendina e torno in bagno per prendere i vestiti. Torno in camera per togliere il telefono dalla carica, mentre mi avvicino alla sedia della scrivania dove c'é la mia borsa, osservo i fogli e la penna posti su essa.

Mi fermo per un momento ad osservare, quasi mi dimentico del lavoro, mentre scorro lo sguardo tra le righe. Il titolo della canzone è "Esistendo".

E per quella che sembra l'ennesima volta, Briga mi stupisce sempre. Le sue parole, e le emozioni che trasmette quando canta, sono qualcosa di indescrivibile, non riesco a trovare le parole giuste per spiegarlo. La canzone però, sembra non completa a giudicare dall'ultima frase che non è finita.

Per un attimo, mi sento quasi triste, quando mi fermo a pensare a quanto possa essere fortunata la persona a cui Briga dedica i suoi testi, la sua musica, se stesso in poche parole. Quasi gelosia, direi. Nessuno ha mai fatto qualcosa del genere per me.

A distogliermi dai miei pensieri, è proprio lui, mentre si gira e rigira nel letto, accompagnandosi con la più bella sinfonia di versi di lamento che io abbia mai sentito. Ridacchio mentre prendo la mia borsa infilandoci dentro il telefono.

«Buongiorno.» Dico, ridacchiando ancora di più.
«Giorno.» Farfuglia lui, stropicciandosi gli occhi.
«Vado al lavoro, ci vediamo.. ehm..» Mi fermo, pensando a ciò che avrei dovuto dire.
«Quando vuoi chiama.» Sorride lui, ed io ricambio annuendo.
Mi avvicino, lasciando un bacio sulla sua guancia.

«Ciao idiota.» Sorrido, mentre mi avvio verso la porta.
«Ciao Ciamber.» Alzo gli occhi al cielo anche se lui non più vedermi mentre giro la maniglia, per poi tornare a sorridere. Sono quasi sicura che in questo momento i suoi occhi sono fissi sul mio fondoschiena, e mi stupisco di me stessa quando realizzo che la cosa non mi dispiace poi così tanto.

«O mio dio!» Esclamo non appena vedo una rossa che conosco fin troppo bene attraversare la porta d'entrata del bar.
«Sara!» Esclamo ancora, quasi correndo per abbracciarla.
«Sara?» La guardo confusa inclinando leggermente la testa.
«Come mai da queste parti?»

«Diciamo che evidentemente le cose non andavano poi così bene.» Alza le spalle, e capisco che si sta riferendo a Massimiliano.
«Che é successo con Max?» Chiedo, cercando poi con lo sguardo Carlo, che avendomi capito, acconsente. Prendo sottobraccio lei e andiamo fuori ad uno dei tavoli del locale.

«L'ho tradito.» Dice subito, un attimo dopo essersi seduta, poi sospira. La guardo con gli occhi sbarrati, non trovando le parole da dire.
«Okay. No, le cose non andavano bene. E io l'ho tradito dopo che lo ha fatto lui.» Alza le spalle, ed io continuo a guardare incredula.
«Tu hai fatto che dopo che lui ha fatto cosa?» La mia voce più stridula di quello che pensavo. Sara si fa scappare una risata prima di cominciare a spiegare.

Rainbow. | BrigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora