Sara aveva la sensazione di essere sul ciglio del proverbiale burrone. O davanti all'altrettanto proverbiale bivio.
Insegnare Occlumanzia a Harry era un'enorme responsabilità, ma era disposta a farlo. A dire la verità non vedeva l'ora di conoscerlo meglio. Lo aveva tenuto in braccio da bambino, lo aveva fatto ridere facendo facce buffe e versacci, lo aveva tenuto d'occhio di nascosto nei primi tempi in cui era stato affidato ai Dursley. Ma lui non la ricordava, non poteva ricordarla, e lei voleva far parte della sua vita.
Prima però doveva convincere James che fosse una buona idea. Lily non avrebbe sollevato obiezioni, ma suo marito era un'altra storia. Ci era voluto del tempo e Sirius aveva rischiato la vita prima che James la accettasse. Ora però non poteva aspettare: non sapevano quanto tempo avrebbero avuto e non poteva affidarsi al caso.
James ci scherzava su, ma Sara era certa che l'idea che lei giocasse con la mente di Harry non lo entusiasmasse. Era stato incredibilmente protettivo verso il suo migliore amico, figurarsi con suo figlio.
Quasi tutti i ricordi dei due anni che aveva passato con Sirius erano vividi, ma il momento in cui aveva temuto di perderlo per sempre le era rimasto impresso a fuoco, quanto quello in cui l'aveva perso davvero.
Quella paura. Quella paura paralizzante. Non poteva dimenticare.
Eppure era servita ad avvicinarla a James—o per lo meno a far sì che si capissero meglio.
Non era la prima volta che Sirius veniva incaricato da Silente di fare qualcosa per cui non poteva mettersi in contatto con Sara. Era già capitato nei mesi precedenti di non aver avuto sue notizie per giorni, quindi non sarebbe dovuta essere così in ansia. Ma Sirius le aveva parlato di un incarico di una decina di giorni.
Ne erano passati tredici.
E lei, bloccata a Hogwarts come una brava bambina, stava impazzendo.
"Sara, stai bene?"
Percepiva lo sguardo di Rebecca su di sé ma non riusciva a staccare gli occhi dal piatto. Era pieno di cibo, che in base alla fama degli elfi domestici di Hogwarts doveva essere assolutamente delizioso, ma a lei faceva solo rivoltare lo stomaco. Erano giorni ormai che il suo corpo pareva aver perso interesse per il cibo — anzi, non solo l'interesse, era come se non sentisse la necessità di alimentarsi, come se il cibo fosse diventato qualcosa di estraneo e disgustoso.
Negli ultimi giorni, infatti, il corpo di Sara non aveva fatto altro che alimentarsi di ansia, che pian piano si stava tramutando in vero e proprio panico. Non ricordava di aver mai avuto così paura in vita sua.
"Sara?"
Rebecca aveva alzato leggermente il tono della voce, abbastanza da costringerla ad alzare lo sguardo, ma non tanto da attirare l'attenzione dei compagni che vociavano attorno a loro consumando la cena.
"Devi mangiare qualcosa, non puoi vivere d'aria."
Sara inspirò dal naso, la mascella contratta, ma si sforzò di aprire la bocca per rispondere. "Non ho fame, non mi va niente."
Rebecca sospirò e finì la cena rapidamente, senza più cercare di convincerla a mangiare e per questo Sara le fu grata. Non sarebbe riuscita a mangiare comunque, ma dover discutere continuamente rendeva solo le cose più difficili. Quando finalmente la tortura del pasto fu conclusa, si avviarono verso la sala comune di Grifondoro camminando lentamente, così lentamente da farsi superare da tutti i loro compagni e poter parlare liberamente.
"Stai tranquilla, sono sicura che non gli sia successo niente." Rebecca lo aveva ripetuto così spesso negli ultimi giorni che era diventata una specie di filastrocca senza senso.
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Black & White - Una Fan Fiction su Harry Potter
FanfictionSirius Black è fuggito da Azkaban solo per ritrovarsi in un'altra prigione, la sua vecchia dimora a Grimmauld Place. Silente lo tratta come un bambino, l'Ordine si rifiuta di affidargli missioni, e il ghigno di Severus Piton rischia di mandarlo al...