"Il Ministro non può riceverla adesso, mi dispiace." Era chiaro che Percy Weasley non era affatto dispiaciuto. Quel piccolo stronzetto godeva nell'esercitare il potere della sua posizione. Si illudeva di contare qualcosa solo perché aveva la scrivania fuori dalla porta del Primo Ministro.
"Weasley, è una cosa davvero importante e ci vorranno solo pochi minuti."
"Il Ministro Caramell è oberato. Non posso disturbarlo per nessun motivo." Weasley sollevò il mento e gonfiò il petto come un tacchino. "Ma posso fissarle un appuntamento, vediamo." Sfogliò le pagine di una grossa agenda, poi la guardò con un sorrisetto. "Non prima di un paio di giorni."
Sara digrignò la mascella. Come faceva quello spocchioso arrogante a essere il figlio di Arthur Weasley. Sara lo conosceva solo di vista, ma ne aveva sempre sentito parlare come di una persona gentile e per bene. "Weasley, ascoltami bene. Ora tu dici al Ministro che gli devo parlare, oppure di faccio ingoiare gli occhiali. Non me ne andrò finché non l'avrai fatto."
Percy Weasley la guardò in cagnesco. La valutò per qualche secondo, poi sembrò decidere che non l'avrebbe spuntata, perché si alzò dalla sedia e, pestando i piedi, andò a bussare alla porta di Caramell e sgusciò nell'ufficio.
"Auror White, venga avanti."
Sara oltrepassò la porta mentre Weasley ne usciva, guardandola storto ancora una volta. "Buona sera Ministro, mi perdoni per il disturbo."
"S'immagini, s'immagini." Caramell le fece cenno di accomodarsi. "Cosa posso fare per lei? Il Direttore del Dipartimento mi ha detto che ha accettato di occuparsi di Sirius Black."
Sara sedette torcendosi le mani. "È proprio per questo che sono qui. Signore, devo farle una domanda che potrebbe sembrarle strana."
"Dica, dica."
"Ho visto dai registri di Azkaban che lei era presente all'ispezione della prigione pochi giorni prima dell'evasione di Black. Ricorda qualcosa di strano di quella visita? Ricorda, che so, di averlo visto?" Sara trattenne il respiro. Non aveva altre carte da giocare. Se Caramell le avesse detto che non ricordava niente—
"In effetti me lo ricordo." Caramell era sbiancato. Il sorriso accomodante era scomparso per lasciar posto a una linea dura e sottile. "Ho visto Black quel giorno. Ero andato per ispezionare di persona le condizioni dell'ala di isolamento. E lui era lì nella sua cella."
"E come—com'era?" Caramell aveva parlato con Sirius. Probabilmente era l'ultima persona ad averlo fatto prima che fuggisse.
Il Ministro deglutì. "Era incredibilmente lucido. Calmo. Stava lì nella sua cella. Sembrava perfino annoiato."
"Le ha detto qualcosa?"
"Mi ha chiesto il giornale."
"Il giornale?" Un campanello di allarme suonò nelle orecchie di Sara.
"Sì, avevo una copia della Gazzetta del Profeta con me. Mi ha chiesto se poteva averlo, perché gli mancavano i cruciverba."
Sara scattò in piedi. C'era qualcosa intrappolato nella sua testa che lottava per uscire. Era come avere qualcosa sulla punta della lingua. "Quindi lei gli ha lasciato il giornale?"
"Sì, non pensavo potesse fare alcun male. E, onestamente, non ho avuto il coraggio di rifiutare." Caramell deglutì ancora.
Il giornale.
Il giornale!
"Ma... Auror White, dove va?"
Sara strillò da sopra la spalla mentre correva verso la porta. "Ministro, la ringrazio! Mi è stato di grande aiuto."
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Black & White - Una Fan Fiction su Harry Potter
أدب الهواةSirius Black è fuggito da Azkaban solo per ritrovarsi in un'altra prigione, la sua vecchia dimora a Grimmauld Place. Silente lo tratta come un bambino, l'Ordine si rifiuta di affidargli missioni, e il ghigno di Severus Piton rischia di mandarlo al...