Capitolo 2 - 1

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Il Dipartimento degli Auror brulicava di attività ad ogni ora del giorno. Gli Auror in servizio attivo andavano e venivano continuamente, gli Auror Guida istruivano le nuove reclute dell'Accademia muovendole in piccoli branchi, messaggi svolazzavano senza sosta da una scrivania all'altra.

Sara teneva spesso la porta dell'ufficio aperta, in parte perché detestava il continuo bussare dei colleghi, in parte perché le piaceva osservare quel brulichio incessante. Le ricordava i formicai che c'erano nel giardino dei suoi genitori e che si divertiva ad osservare quando era bambina, nei lunghi pomeriggi estivi. Ogni volta che aveva bisogno di riflettere si sedeva alla scrivania e lasciava che il movimento del Dipartimento la avvolgesse completamente.

Aveva appena dato al Direttore la conferma che avrebbe accettato il caso Black. Ora doveva decidere come agire. Mentre rifletteva, vide Kingsley Shacklebolt dirigersi verso l'ufficio del Direttore. Probabilmente era stato convocato per essere sollevato dall'incarico. Poco dopo Sara lo vide tornare verso la sua scrivania con un'espressione truce dipinta in volto. Da una parte lo capiva, non era mai piacevole essere sollevati da un incarico, implicava di non esserne stati all'altezza. D'altro canto chiunque sarebbe stato sollevato di togliersi dai piedi una gatta da pelare come quella. Ma forse lei era poco obiettiva su quel punto.

Sara si alzò e aggirò la scrivania. Chiuse la porta e vi appoggiò la schiena. Basta lasciarsi assorbire dal brusio del Dipartimento. Doveva pensare chiaramente.

Il suo compito era trovare Black. Sì, Black. L'avrebbe chiamato così nella sua testa, come quando era appena arrivata ad Hogwarts e lui non era altro che un ragazzo più grande che la prendeva in giro quando la incontrava nei corridoi. Avrebbe reso le cose più facili.

Non c'era molto che potesse fare per trovarlo che non fosse già stato tentato. Ma se c'era una cosa che Sara sapeva era che una nuova prospettiva aveva spesso il potere di svelare informazioni nascoste. Non aveva poteri speciali, qualità straordinarie o un intuito fuori dal comune. Era diventata uno degli Auror migliori del Dipartimento grazie alla tenacia e al suo essere meticolosa. Era la migliore perché non tralasciava niente e non lasciava niente al caso.

Avrebbe fatto così anche questa volta. Non poteva accontentarsi di fidarsi del lavoro fatto da altri. Doveva ricominciare da capo, prendere tutto in mano, scavare tra i dettagli di quel caso, entrare nella mente che stava dietro a tutto. Le sfuggì un mezzo sorriso. Quello non sarebbe stato poi così difficile. In fondo lo conosceva molto bene.

Troppo bene.

Eppure non abbastanza da aver capito, da aver previsto.

L'idea di condividere quel caso con qualcuno le faceva stringere lo stomaco, ma aveva bisogno di aiuto. Non poteva fare tutto da sola, inoltre le serviva un altro paio di occhi, qualcuno che fosse davvero obiettivo, qualcuno che la tenesse coi piedi per terra.

Staccò la schiena dalla porta, raddrizzò le spalle e la aprì per tornare nell'open space.

Quando si avvicinò al cubicolo, Frank Parker fece ruotare la sedia. "Sei tornata," disse intrecciando le mani dietro la testa.

"Sono tornata. Olga e Roger?"

"Stanno lavorando all'omicidio Jameson."

I Jameson erano una famiglia, padre, madre e tre figli, trovati morti nella loro casa. Niente segni di effrazione, poche tracce e un terribile bagno di sangue. Erano stati torturati prima di essere uccisi. Il signor Jameson era un dipendente del Ministero. Chissà quali informazioni avevano cercato di estorcergli. E soprattutto, chissà se ci erano riusciti. Probabilmente sì, altrimenti l'avrebbero tenuto in vita.

"Bene. Devo andare a parlare con loro, tu aspettami nel mio ufficio. Arrivo tra poco."

"È successo qualcosa?" Parker non sembrava preoccupato, soltanto curioso.

"Non esattamente. Tra poco ti spiego."

Sara si diresse verso il lato opposto del Dipartimento. In una stanza rettangolare con un grande tavolo al centro, Roger Klyne e Olga Stern erano intenti a catalogare una serie di reperti.

"Sara" salutò Olga.

Roger fece un cenno col mento. "Capo."

Non era il caso di girarci intorno. "Io e Parker dovremo occuparci di un altro caso per un po'. Voi potete continuare qui, ma se avrete bisogno di me potrei non essere disponibile."

"A cosa lavorate?" chiese Olga.

"Per il momento è meglio che non lo sappiate." Non le piaceva tenere parte della squadra all'oscuro, ma tutto sommato meno persone erano coinvolte meglio era per tutti. Se qualcuno avesse scoperto che lei conosceva Black da prima di diventare Auror, si sarebbe scatenato un putiferio e non voleva trascinare tutta la squadra nel fango insieme a lei.

"Com'è che Frank si becca i casi più intriganti e noi la routine?" Roger si lamentava sempre del fatto che lei favorisse Parker e Sara si divertiva a stare al gioco.

"Sai che Frank è il mio preferito. Non posso farci niente, mi piace essere ingiusta."

Sara girò sui tacchi e tornò verso il suo ufficio, mentre la risata di Olga e Roger si spegneva alle sue spalle. Era un sollievo sapere che almeno una parte del lavoro sarebbe andata avanti senza intoppi.

Frank Parker la aspettava, seduto su una delle due sedie posizionate davanti alla scrivania. Aveva l'aria vigile e curiosa di un setter pronto a dare la caccia a una nuova preda.

"Andiamo subito al punto." Sara sedette al suo posto e Frank la seguì con lo sguardo. "Il Direttore mi ha affidato un caso."

"Qualcosa di nuovo?"

"Non proprio. Potrebbe essere un colossale buco nell'acqua, che ci costringerebbe a dimetterci per non coprire il Dipartimento di vergogna, oppure potrebbe diventare la notizia dell'anno."

Frank alzò le sopracciglia. "Ok. Posso ancora tirarmi indietro?"

"Mi dispiace no," rispose Sara con un sorriso.

"E il caso sarebbe?"

"Il caso Black."

"Ah." Frank ci pensò un attimo. "Il caso Black in che senso?"

"Nel senso che le ricerche di Sirius Black non sono più affidate a Shacklebolt. Dobbiamo trovare Black, perché il Ministro e la stampa sono convinti che sia legato all'evasione dei dieci Mangiamorte." Sara alzò le mani per bloccare le proteste. "So che abbiamo già dimostrato che le due evasioni non c'entrano l'una con l'altra, però in qualche modo dobbiamo fare progressi."

"Vogliono che troviamo undici criminali che al momento potrebbero essere ovunque nel mondo?"

"Una bella sfida, vero?"

"Diciamo pure una pazzia." Parker si appoggiò indietro allo schienale della sedia.

"Comunque sia, ora la patata bollente è nelle mie mani. Non posso occuparmene da sola, ma se non te la senti posso sempre rivolgermi a qualcun'altro."

Frank soppesò la proposta per un attimo, grattandosi il mento. "Nessuno a parte me sarebbe tanto pazzo da accettare. Mi sa che dovrai accontentarti. Da dove vuoi iniziare?"

Sara sospirò, appoggiando i gomiti alla scrivania. "In archivio ci sono faldoni su faldoni sulla famiglia Black e su Sirius Black in particolare. Suggerirei di cominciare da lì. Ovviamente dovremo tenere un basso profilo. Non ho nessuna voglia di avere giornalisti, sciacalli e Percy Weasley alle calcagna."

"Ricevuto. Quando cominciamo?"

Sara incrociò le braccia e sollevò un sopracciglio. "Che domande, immediatamente."

***

Black & White - Una Fan Fiction su Harry PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora