Il Wizengamot impiegò un secolo a prendere una decisione. Sara aveva temuto che la lunga attesa scoraggiasse le persone che si erano interessate al caso, ma si era sbagliata. Guardando i volti attorno a sé, si rese conto che una parte di quelle persone, probabilmente, era lì ad aspettare la sua disfatta, ma non aveva importanza. Era abituata agli attacchi. La cosa importante era far trapelare la verità.
In un modo o nell'altro.
Lei e Frank rimasero in quel corridoio per ore, allontanandosi solo per andare in bagno o a prendere il caffè. Nessuno dei due aveva voglia di mangiare. Tra le persone presenti ad attendere il verdetto, a un certo punto, Sara vide Ninfadora Tonks. Spiccava per la capigliatura appariscente, ancor più evidente a causa del contrasto con la pelle scura di Kingsley Shacklebolt, che le stava accanto.
Ancora una volta, fu colpita dal pensiero che l'Auror Tonks era imparentata con Sirius, la figlia di sua cugina Andromeda. Forse il suo interesse per l'esito dell'udienza non era solo professionale.
Frank, di ritorno da un giro nel corridoio per sgranchirsi le gambe, si lasciò cadere sulla panca accanto a Sara e seguì il suo sguardo. Poi le diede una leggera gomitata per attirare la sua attenzione.
"A quanto pare Tonks sta seguendo la cosa con molta attenzione."
Sara si voltò. "Cosa vuoi dire?"
"È qui ora. Era nella sala relax su al Dipartimento quando ho parlato con Shira. E, anche se non aveva il suo aspetto, sono piuttosto sicuro di averla vista nel corridoio che porta alla Biblioteca quando sono andato a prendere il giornale."
E adesso stava parlando a bassa voce con Shacklebolt. Non sembrava esattamente una conversazione tra colleghi, pareva che si conoscessero bene, ma Sara raramente li aveva visti lavorare agli stessi casi.
Tutt'a un tratto, credere che un Auror scrupoloso e capace come Kingsley Shacklebolt potesse davvero sostenere che Sirius Black potesse trovarsi in Tibet sembrava troppo. Anche prima di scoprire della sua innocenza, Sara avrebbe faticato a immaginarselo latitante dall'altra parte del mondo. Ora che sapeva la verità sul suo conto, era certa che Sirius non avesse mai lasciato l'Inghilterra. Non se ne sarebbe mai andato dal centro dell'azione. Non era il tipo di uomo che si lascia cose irrisolte alle spalle per rifarsi una vita.
Quali indizi aveva trovato Kingsley per arrivare ad affermare che Sirius era in Tibet? Aveva parlato di avvistamenti, ma i testimoni possono sbagliare. O essere ingannati. O mentire. Forse Sirius aveva seminato false piste per depistare le ricerche, ma come? Poteva esserci riuscito senza aiuto? Oppure Kingsley stava inventando prove di sana pianta? Ma perché? O meglio, per conto di chi?
Sara era ancora persa nelle sue elucubrazioni quando l'atmosfera nel corridoio raggelò distraendola. Frank si era alzato e lei si affrettò a seguire il suo esempio.
La porta dell'aula era aperta. Percy Weasley, la bocca ridotta a una linea, fece loro un cenno perché lo seguissero.
Sara inspirò profondamente e raddrizzò la schiena, stringendo le mani a pugno per fermare il tremito. Doveva ignorare il battito del cuore che le rimbombava fin nelle orecchie.
Mentre i curiosi si dividevano in due ali per farli passare, ebbe la sensazione di muoversi a rallentatore come se cercasse di avanzare nella melassa. Finalmente c'erano. Erano arrivati al momento cruciale.
Seguirono Weasley nell'aula, nel silenzio. Tutti i componenti del Wizengamot voltarono la testa dalla loro parte. Griselda Marchbanks la guardava da sopra gli occhiali con un'espressione indecifrabile. Tiberius Ogden invece sorrideva guardando il Primo Ministro. Caramell era l'unico che non la stava guardando. Riordinava le carte davanti a sé con grande impegno.
