Segreti e timori

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Così tengo altre lezioni e non tutte vanno bene, in alcuni momenti riesco a tenerli buoni, in altri sembra di stare in uno zoo ma non ho mai pensato che fosse un gioco da ragazzi.

Sono in anticipo in saletta, abbozzo qualche passo, a breve i ragazzi saranno qui.

Ballo senza musica, un piede dietro l'altro, è come se esistessi solo io al mondo mentre ballo così mi assento da tutto.

Mi fermo di scatto, Massimo è entrato silenzioso nella stanza e mi spaventa.

Sobbalzo e mi fermo.

"Scusami, non ti volevo spaventare." Mi viene incontro.

Porto una mano al petto e respiro a fatica.

"Non ti ho sentito entrare." Rido imbarazzata.

"Eri assorta nei tuoi passi." Sorride e non posso dargli torto.

"Provavo per i ragazzi." Spiego mentre sistemo le canzoni allo stereo.

Si avvicina e mi fissa, poi prosegue.

"Stanno per arrivare." Resto a fissarlo e un sorriso spunta sulle sue labbra contornate da una barba lievemente ingrigita.

"Cos'è quello? Un sorriso? A qualcuno sta piacendo il mio progetto?" Gli faccio notare spavalda.

"Ma qualu progetto, secondo me al comandate ce sta piacenn n'ata cosa." (Quale progetto, secondo me al comandante sta piacendo un'altra cosa.") Totò irrompe nella sala con le sue solite battute.

"Totò" Lo rimprovero ridendo.

"E fa semp 'o scemo tu." Massimo lo riprende. "Tu che ridi?" Mi chiede cercando di nascondere una risata.

"Niente comandà, fatemi lavorare." Mi posiziono avanti ai ragazzi.

"Allora belli, ripetiamo un po' la sequenza sul posto e poi formiamo le coppie." Batto le mani e i ragazzi abbozzano i passi. C'è chi li ripete a perfezione, chi ne perde qualcuno per strada, chi ci prova.

"Bene, comandante mi serve la sua mano." Urlo e Massimo si passa una mano sul viso, Beppe lo spintona, Liz ride. I ragazzi lo chiamano a gran voce pur di farlo partecipare.

Lo afferro per la mano e lo trascino in pista, voglio che tocchi con mano quanto è bello in questo momento stare con loro e credere in loro, voglio che si scrolli un po' il grigiore di dosso.

"Ja comandà, se lo faccio io dovete farlo pure voi." Pino gli urla continuando a muoversi.

Così balliamo tutti in un'oretta di spensieratezza.

I ragazzi corrono a salutarmi a fine lezione, afferro una bottiglietta e bevo dell'acqua.

"Io lo sapevo che eri la giusta ventata di aria fresca qua dentro." Beppe sorride avvicinandosi.

"So proprio felice di essere qui, di vederli così."

"E Ciro?" Chiede e cambia espressione.

"Ciro cosa? Hai detto qualcosa alla direttrice?"

"No, conoscendola non ti farebbe continuare, ma solo per il tuo bene Sofì."

"Beppe, Ciro non può fare niente proprio qua dentro e poi non sarà lui a fermarmi. E non ribattere, perché lo sai quanto so capatosta." (Testarda) Raccolgo le mie cose.

"E come non lo so." Alza gli occhi al cielo e fa spallucce.

Mi avvio all'ingresso, vedo Massimo già fuori.

"Comandà, bella lezione eh?" Rido prendendolo in giro.

"Così sei riuscita a far ballare pure me." Ha il suo solito sguardo, quello che sembra volerti studiare e leggere. Ma io non sono un fascicolo di uno dei ragazzi dell'IPM.

"Ti sei divertito, lo so." Sorrido e me lo lascio alle spalle.

"Stavo andando a mangiare una pizza ai Tribunali, che dici, mi fai compagnia?" La butta lì.

"Mh, non si dice mai di no alla pizza."

"Ah quindi il sì è solo per la pizza, non per me?" Sorride.

"Jamm comandà, che il ballo mi ha messo una fame." Lo prendo sotto braccio scherzosamente e ci lasciamo l'istituto alle spalle.

𝐌𝐚𝐫𝐞 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora