Non fan parte di me

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Ormai Massimo è sempre da me, non ce lo siamo detti ma forse non c'è nemmeno il bisogno. Ho capito che non se ne sarebbe più andato quando ha lasciato lo spazzolino a casa mia. Si sono aggiunti poi il pigiama, qualche camicia e i jeans.

Così invece di allontanarlo, me lo sono messo in casa. E la mia casa sa delle sue cose lasciate alla rinfusa, del suo caffè preso troppe volte e della sua presenza.

Ormai sono sempre più nella vita di Massimo, forse è lui a non esserci molto nella mia perché no ne sa nulla. Sto forse costruendo il nostro rapporto sulla base di bugie.

Arrivata all'IPM cerco di entrare nell'ufficio della direttrice. Aspetto il momento esatto, in cui è con tutti insieme ai ragazzi a dare comunicazioni.

Entro furtiva, cerco di fare meno casino e quanto più presto possibile. Frugo tra i vari fogli fin quando non trovo il registro.

Ci sono tutti i nomi di chi avrà il permesso, scorro veloce con il dito fino ad arrivare a Carmine.

Richiudo in fretta e faccio per uscire, quando la direttrice piomba in ufficio.

"Sofia, buongiorno, ha bisogno di qualcosa?" Chiede e si accompagna alla sua scrivania poggiandosi sul bastone.

"Direttrce, mi scusi, credevo fosse già qui." Mi schiarisco la voce. "Volevo chiederle qualche ora extra con i ragazzi, almeno con le coppie impegnate nel saggio, i ragazzi sono un po' indietro." Sforzo un sorriso, sono in seria difficoltà.

"Oh, ma certo." Asserisce. "Li vedo molto entusiasti di questo saggio, se serve alla buona riuscita, provveda pure con l'aggiunta delle ore." Sorride convinta.

Tiro un sospiro di sollievo, per fortuna ci ha creduto.

Esco così dall'ufficio e quasi respiro a fatica, socchiudo gli occhi e mi poggio al muro.

"Amore." Massimo mi viene incontro. "Che hai?" Mi poggia una mano alla guancia.

"Massimo." Balzo. "Nulla, credo un calo di pressione." Mento anche a lui, ormai sono diventata una professionista.

"Sarai mica incinta?" Chiede e trattiene un sorriso.

"Ma che dici, Massimo?" Rido e lo scosto. "Ho lezione, amore." Gli stampo un bacio veloce e me lo lascio alle spalle.

Cerco Ciro prima di entrare in sala, lo trovo nel cortile con il suo solito gruppetto.

Mi avvicino in silenzio e lo fisso, così sorride soddisfatto, come chi sa che avrei ceduto, e si distacca dal gruppo per seguirmi.

"Oi Cì, statt accort che il comandante te mett in isolamento." (Ciro stai attento, il comandante ti mette in isolamento) Totò scherza e alla sua battuta si accompagnano le risate di tutti gli altri.

"Chi mi garantisce che dopo mi lasci in pace?" Chiedo fissandolo.

"La mia parola è una sola." Accende la sigaretta.

"Esce venerdì." Gli spiego, lo vedo aspirare dalla sigaretta e mi sento finita io, come se in quei tiri Ciro stesse aspirando anche le mie forze.

"Brav." Butta la sigaretta a terra e la calpesta fissando il vuoto. Compie 3 giri con il piede e se ne va lasciandomi da sola con l'amaro in bocca.

Mi sento piccola, mi sento sporca.

Guardo Carmine che sorride spensierato, lui come me è vittima di una famiglia che non si è scelto. Lo vedo così innocente, così adolescente e lo immagino in pericolo tutto solo lì fuori venerdì.

Il giorno di colloqui è stato sospeso per Ciro, Edoardo e la loro combriccola, dato che sono in punizione. Ci ho pensato tutta la mattina, parlare con Carmine ai colloqui è l'unico modo che ho per sentirmi tranquilla.

𝐌𝐚𝐫𝐞 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora