Fin dentro l'anima

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Un raggio di sole entra prepotente dalle finestre del mio balconcino, buca le tende bianche e si poggia su di me svegliandomi.

Sono a pancia in giù con addosso solo l'intimo.

Alzo appena la testa e la sento pesante, così qualche ricordo sbiadito della sera precedente si fa vivo.

"Buongiorno." Massimo entra in camera con un vassoio, così balzo.

"Che ci fai tu qua?" Mi siedo in mezzo al letto e mi copro con il lenzuolo.

Ride e mi sistema il vassoio avanti per poi sedersi accanto a me.

"Ti ho già vista nuda." Mi ricorda.

"E mi hai vista anche ieri, brutto stronzo? Lo hai fatto con me mentre ero ubriaca?" Gli urlo contro e gli colpisco il petto, così mi afferra le mani per tenermi ferma.

"Ti vuoi calmare? Abbiamo solo dormito." Mi spiega e prende una fetta biscottate e me la porta alla bocca. "Mangia qualcosa, forza."

Lo scosto in malo modo. "Senti Massimo, tu hai una moglie ed è con lei che devi essere."

"Ho passato la notte con te, non ti fa capire niente questo?" Si alza e mi urla contro.

"Chissà quante bugie sarai bravo a inventare, ti voglio fuori da casa mia." Mi alzo dal letto e lo spingo fuori dalla stanza.

Voglio dedicarmi solo al lavoro e lasciarmi questa storia alle spalle, nonostante ormai il mio lavoro sia condiviso con chi non vorrei vedere più. Tuttavia mi vesto di professionalità e tengo le mie lezioni come sono sempre solita fare.

"Allora ragazzi, proviamo il ballo in coppia. Impegniamoci perché sarà tutto presentato nello spettacolo di fine anno." Urlo entusiasta.

Alcuni mi restituiscono delle urla compiaciute e quando li vedo così li ritrovo adolescenti, così forse il mio lavoro qui non è solo tempo perso.

Batto le mani. "Cin, sei, sette e otto. Forza." Guido i passi camminando avanti e dietro.

"Pino, impegnati. Brava Nad. Filippo, non calpestarle i piedi." Rido e con me tutti.

Continuo a passeggiare e intravedo Massimo con suo figlio, respiro profondamente e riporto l'attenzione ai ragazzi.

Mi siedo accanto a Liz mentre tutti continuano a provare e sorseggio dell'acqua.

"Gliel'ha scaricato di nuovo." Liz commenta guardando Massimo.

"Chi?" Chiedo senza capire.

"La moglie di Massimo, proprio non le piace ne fare la moglie e ne la madre. È troppo impegnata a sculettare dai registi nella speranza di fare qualcosa in TV. Massimo, poverino, aveva un'altra idea di famiglia." Spiega e continua a fissarlo. "Poi si chiede perché è finita."

"È finita?" Fingo interesse di un pettegolezzo, ma forse Liz senza sapere mi sta confermando che Massimo non è un bugiardo.

"Sì, Massimo ha chiesto il divorzio, non la regge più." Si alza e riporta l'ordine battendo le mani. "Sofì, è finita l'ora." Mi fa notare e va verso le ragazze.

Resto con lo sguardo perso nel vuoto, mi massaggio le tempie nella speranza di capire cosa fare. Sono l'ultima persona al mondo capace di ammettere di aver sbagliato.

Vedo Massimo all'uscita, sta salendo sulla sua moto quando mi avvicino.

"Mi dai un passaggio?" Sorrido.

Sembra quasi come colpito da un fulmine, sorride appena confuso.

"Sali." Mi porge un casco.

Restiamo zitti per tutto il tempo, lui forse non capisce cosa mi passi per la testa e a me per la testa passa un mondo che non so dire a parole.

Arriviamo sotto casa mia, sciolgo veloce il casco e glielo porgo, lui fissa ogni mio movimento come chi si aspetta un colpo che gli venga sferrato da un momento all'altro.

Ma stavolta no, stavolta l'unico colpo che gli arriva sono le mie braccia al suo collo e un lungo bacio che gli stampo sulle labbra.

Ride e resta a guardarmi. "Piccerè, tu si pazz e pazzo farai uscire pure me." Mi soffia le parole sulle labbra, resta seduto sulla moto e mi stringe a sé.

"Shhh comandà, non farmi cambiare idea." Gli metto un dito davanti alle labbra, si diverte a morderlo e riprende a baciarmi.

Così passo la serata avanti ad un piatto di pasta e del vino con Massimo a spiegargli tutto.

"Quindi hai creduto a Liz e non a me." Mi stringe il naso tra due dita.

"Voi uomini siete troppo bravi a mentire, mentre una pettegola come Liz riporta sempre la realtà." Rido e sorseggio dal bicchiere.

Mi fissa e cambia espressione, abbassa il viso e poi ritorna a guardarmi.

"Che c'è?" Chiedo senza capire.

"Sofì, io un'altra delusione non la voglio, ho un figlio da crescere e voglio esser lucido." Comincia a parlare e i suoi occhi affondano nei miei. "Non giocare con me, ti prego." Abbassa la guardia, mi parla a cuore aperto e senza filtri, come quando ci si confessa davanti ad un prete.

Quasi mi fa sorridere, poi capisco che forse è l'ora di smetterla di fare la ragazzina, ho a che fare con un uomo che ha creduto fin troppo nell'amore sbagliando.

Mi spaventa ma mi viene quasi naturale pensare che con me può abbassare le difese, non ho intenzione di fargli del male. Lo so perché quando lo guardo negli occhi io tremo, come una dodicenne alla sua prima cotta.

Lo raggiungo e mi siedo a cavalcioni sulle sue gambe, gli accarezzo i capelli e poggio le mie labbra alle sue.

"Stasera non sono ubriaca e voglio fare l'amore con te, tutta la notte."

"Mh, questa proposta stasera la posso accettare, sei lucidissima." Si alza caricandomi in braccio.

Così sembriamo quasi una coppia normale che dopo una cena normale fa normalmente l'amore. Ho detto amore, sì, perché Massimo l'ho sentito fin dentro l'anima.

𝐌𝐚𝐫𝐞 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora