Oltre Il Buio Dei Tuoi Occhi

capitolo28

Keila

Mi costringo ad alzarmi da questa balla. Le gambe hanno quel tremolio di quando non hai la forza ed è così, sono senza forza il petto è compresso da un dolore a me sconosciuto, il dolore che ho letto negli occhi di Kevin invece era resistenza. Era paura.
La paura di me, di quello che si sta creando tra noi. NOI..
Da dove mi viene questa? Non c'è e non ci sarà mai un noi, c'è odio, solo odio guidato dalla vendetta e dal dolore.
Queste parole ormai incorniciano le mie giornate, ma le parole che mi ha detto si sono marchiate a fuoco dentro di me, sono state un'ammissione e anche se la passione guida i nostri corpi, non servirà a salvarmi dalla sua giustizia privata, sarò comunque morta. Ne va della sua mente, del suo orgoglio e del suo nome.
Vorrei corrergli dietro e baciarlo, ma non succederà mai, so che lui non lo permetterà, questo desiderio che ho per lui non ha senso.
Lui ti vuole morta. Ricordo a me stessa, ma non glielo permetterò, anche per me ne vale del mio orgoglio.
Devo trovare una via d'uscita. Mi guardo intorno e ci sono solo attrezzi per cavalli e pulizie ma è pur sempre qualcosa, incomincio prendendo lo zoccolo che ho usato per minacciare Judi e spero che nessuno in questo momento stia guardando le telecamere. Lo nascondo appena in tempo nella gonna della divisa che sento dei rumori di passi, prendo la mia pala ed esco e trovo Jess che mi guarda come se avesse capito qualcosa, ma se così fosse non lo dice.
<<Non hai fatto nulla da stamattina?>>
Dice alzando un sopracciglio, butto fuori un respiro che stavo trattenendo e ribatto.
<<No, purtroppo il tuo capo mi ha fatto visita e non ha dimenticato di ricordarmi la mia fine.>>
Cazzo sono proprio brava ultimamente.
<<Ti ha... Ti ha fatto qualcosa?>>
Dice un po preoccupato, lo guardo scettica.
<<Che importanza avrebbe? Non è quello lo scopo?>>
Lui si allontana da me e dice.
<<Si credo di sì.>>Mentre sta andando via mi ricordo di una cosa fondamentale e mi stupisco di non averci pensato prima.
<<Jess, che giorno è oggi?>>
Lui ritorna verso di me e risponde deciso e sospettoso.
<<Martedì. Ma perché lo chiedi?>>
Cercando di essere più calma possibile faccio un sorrisino e rispondo un pó impacciata.
<<Niente... solo che...>> Sospiro per renderlo più credibile.
<<Da quando sono qui ho perso la cognizione del tempo. Non so nemmeno più quanto tempo sia passato.>>
Finalmente sembra rilassarsi.
<<Certo, hai ragione e sei qui da otto giorni.>>
Cazzo otto giorni ho aspettato fin troppo.