Oltre Il Buio Dei Tuoi Occhi

capitolo43

Keila

E se... Queste due paroline precedono ogni mio pensiero e le domande che mi faccio ogni volta che mi assale un dubbio.
Ora mi sto riducendo il cervello in pappa.
Perché? Non so se sto facendo la cosa giusta, ma la vocina nella mia testa mi dice che non ho niente da perdere e forse è vero.
Devo smetterla con tutte queste domande e darmi una mossa. Sono ferma in questo cazzo di posto in una stanza me ormai familiare e non so da quanto tempo ormai, sono sporca, i miei indumenti presi alla rinfusa sono quasi stracci, ma a parte il cuore e la mente il mio orgoglio è ancora intatto. La pistola nella mia mano trema come una foglia, il sudore mi cola lungo la schiena come ghiaccio sciolto al sole. Il mio cuore sa già cosa fare ma combatte con la mente. Che idiota potrei andarmene e lasciare l'uomo che mi ha stravolto e rubato tutto lì dentro con i suoi cazzo di demoni e forse un giorno ci ritroveremo all' inferno insieme. Ma io non sono così e forse all'inferno ci andrò lo stesso, ma non per questo motivo, magari scenderò a patti con satana in un altro momento, per ora voglio dimostrare che non sono una codarda e far saltare dei cervelli che minacciano di uccidere ciò che solo io dovrei eliminare, ciò che solo io dovrei prendere, perché lui ha preso tutto senza chiedere e non l'ha restituito. Decido ora. Chiudo gli occhi, stringo la mano sulla pistola e quando li riapro in me si accende un fuoco. Per essere precisi il fuoco che solo lui in questo mese ha innescato e solo lui può spegnere. Con un calcio butto giù la porta e il mio sangue si gela. <<Cazzo>≥. Fuori ci sono uomini a terra in un bagno di sangue. Come un segugio seguo il profumo di Kevin, quello che riconoscerei anche che perdessi l'olfatto perché mi penetra fin dentro le ossa.
Mi blocco, a terra c'è un uomo con la faccia completamente distrutta, si vede l'arcata dentale. I suoi lineamenti sono sfigurati, il naso non c'è più. Ma non ho tempo per lui devo trovare Kevin e raccontargli tutto. Anche se so che c'è una grossa probabilità che non mi crederà e mi ucciderà.
Sento delle voci. È lui è Kevin.
Incomincio a correre, corro da lui, dal mio assassino, dall'uomo che ha rubato tutto di me e senza pensarci urlo il suo nome lo urlo come se fosse l'ultima volta che l'ho pronincio o come se fosse la prima, i miei occhi incominciano ad umidirsi e la vista ad annebbiarsi
Il mio corpo lo sente lo percepisce, sa che lui è a poca distanza da me, ma sopratutto sa che si trova in pericolo. Tiro un sospiro per incanalare bene l'aria e urlare più forte che posso facendo irritare le mie corde vocali.
<<Kevin>>. È qui.
<<Keila no!>> E lo sparo di una pistola arriva prima al mio udito e poi al mio corpo, mi colpisce e mi blocco subito, non sento più nulla i miei occhi si allacciano hai suoi, scuoto la testa e gli sorrido pronunciando il suo nome
<<Kevin>>.