Capitolo 10

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Le persone vicino a noi si girano a guardare. Io arrossisco. Theo mi guarda, quasi deluso."capisco..."se ne va a testa bassa.

Mi sento in colpa, l'ho uralto e tutti l'hanno sentito.

Metto i libri nell'armadietto e vado nell'aula di arte. Mi presento come ho già fatto nelle altre lezioni. "Bene, oggi vi chiedo di ritrarre su un foglio un'emozione, la tristezza"dice la prof.

La prima cosa che mi viene in mente è di disegnare una casa abbandonata in un vecchio bosco, o in una palude. Decido di farlo con la graffite. "Molto bene signorina Prior"si complimenta la prof.

Non rispondo. Sto ancora pensando a come ho trattato Theo. Lo cerco nell'aula. Non c'è. Sarà in bagno. Ma 15 minuti dopo non arriva comunque. Inizio a preoccuparmi. La prof. lo nota:" Qualcosa non va?"chiede. "No, cioè sì...dov'è Theo?"chiedo un po' insicura. "Oh, ha chiamato per andare a casa, ha detto di non star bene" mi informa. "Ah..."mugugno.

Alle 16.10 finisco. Penso di mandare un messaggio a Theo, ma non lo faccio.

Arrivo a casa e vado a vedere come sta mia sorella. Dorme, quindi decido di non svegliarla.

Vado in camera mia e mi sdraio sul divanetto. Sono tentata di mandare un messaggio a Theo per chiedergli scusa e per avere anche una spiegazione sul perché ha rubato. No. Non posso,lui è un ladro.
Per cercare di togliere quel pensiero dalla mia mente mi metto a leggere.

Non mi passa comunque la voglia di sapere. Alla fine lo faccio: "Hei Theo, volevo chiederti scusa per come ti ho trattato oggi, è solo che ho scoperto cos'hai fatto e vorrei sapere, vorrei sapere perché. Se non mi vuoi rispondere ti posso capire, ma ti voglio dire che io non ho paura di te come gli altri" quando lo rileggo non so se mandarlo, ma alla fine lo faccio e aspetto con ansia una sua risposta.

Una ventina di minuti di minuti dopo mi arriva un suo messaggio vocale:

Noi per sempre ribelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora