Capitolo 16

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Mi sveglio con una fitta al corpo.

Sento subito un'odore di sapone e limone che mi stuzzica il naso. Mi metto a sedere, il dolore è atroce, ma resisto.

Vedo Theo in asciugamano coi capelli bagnati che cerca di preparare la colazione.

È in asciugamano, è praticamente nudo!

Cerco di mettermi più comoda ma facendolo mi esce un gemito dalla bocca e lui si gira:vedo i suoi addominali,perfettamente scolpiti, e arrossisco.

"Ciao"dico per rompere il silenzio. "Buon giorno, come ti senti?" un sorriso gli si crea in faccia. "Meglio"mento facendo un sorriso forzato. Il dolore è atroce.

Si avvicina ed io cerco di stare il più calma possibile. Mi sfiora un livido sulla guancia con la punta delle dita. "Niente male"dice poi. Io sorrido.

"Stavo cercando di preparare la colazione, ti piace la frutta?"chiede tornando al bancone. "Sì, aspetta che vengo a vedere"dico.

Provo ad alzarmi, ma non ci riesco e appunto ricado sul letto. Lui non mi vede essendo girato di spalle. "Mi puoi aiutare ad alzarmi? " chiedo imbarazzata. "Oh, certo, scusa dovevo pensarci prima" dice mentre mi raggiunge.

Mi prende da sotto le ascelle e mi attira a se. Ho la faccia così vicino al suo petto che ne sento il calore.

"Ce la fai?"chiede quando sono circa stabile. "S...sí" rispondo. "Okay, tu vai, inizia a mangiare, io mi vesto e arrivo" dice. "Va bene" rispondo e mi dirigo al bancone.

C'è un piatto con sopra mandarini, arancie, kiwi e mele. Inizio a mangiare una mela ma quando mastico mi fa male la mascella.

Poco dopo lui torna. "Allora, com'è? " chiede. "Buono, solo che faccio fatica a masticare"dico.

È vestito con una maglietta maniche corte blu scura con una specie di scollatura a 'V', un pantalone di una tuta grigio e delle calze nere.

"Vuoi farti una doccia?" chiede sedendosi a tavola. "Non posso rimettermi questi vestiti, sono tutti rotti e strappati" dico prendendo un kiwi. "Ti do i vestiti di mia sorella, ha 25 anni ma ha una statura piccola, come la tua. Ah e tranquilla, non è in casa, non se ne accorgerà nemmeno" dice. "Va bene, allora...dov'è il bagno?"chiedo. "Vieni, ti accompagno" dice.

Mi porta in bagno e va a prendermi dei vestiti. Torna con in mano una maglietta viola maniche corte e un pantalone grigio piombo di una tuta. "Grazie"dico e lui esce dal bagno lasciandomi sola.

Mi guardo allo specchio:ho un livido blu scuro sulla guancia e uno più grande sulla mascella, una ferita ancora aperta sotto l'occhio e dei tagli in fronte. Sono irriconoscibile.

Mi svesto ed entro in doccia. Scopro di avere anche un colpo sul fianco destro e un paio di tagli sul petto. Mi faccio una doccia calda, ho freddissimo.

Quando esco mi vesto con i vestiti che mi aveva portato Theo, i miei li prendo in mano.

Ritorno in cucina. "Quando pensi di avvisare tua madre? " mi chiede Theo. "Non posso dirle che sono stata aggredita, non mi farebbe uscire più di casa!" dico. Theo sospira. "Va bene, allora starai da me...ma tua mamma ti lascerà stare qui?"chiede. "Le mentirò...dirò che sono arrabbiata con lei e che sto da una mia amica per un po'. Starò da te fino a quando i lividi saranno scomparsi"dico. "Okay"sospira.

Noi per sempre ribelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora