Capitolo 26

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La mattina mi sveglio con in testa il pensiero che oggi tornerò a casa.

Ieri io e Theo abbiamo passato tutto il giorno a guardare film ed a ridere e scherzare.

"Pranziamo?" mi chiede ad un certo punto. "Ma è presto" ammetto. "Beh sì, ma Zoe arriverà qui verso l'una e mezza, quindi o mangi qui presto, o a casa tua tardi" dice alzando un sopracciglio. "Ah, giusto...allora va bene, pranziamo"dico sorridendo. Anche lui sorride.

Mangiamo un risotto fatto dalla sottoscritta. "Sei una cuoca!" esclama mettendosi in bocca il secondo boccone. "Grazie, da piccola, quando i miei lavoravano, cucinavo io e mia sorella puliva casa, quindi sono abituata"dico sorridendo. "Sei molto legata a tua sorella, vero?" chiede. "Sì, pur essendo molto diverse teniamo molto l'una all'altra" dico bevendo un sorso d'acqua. "E tu, con tua sorella?" chiedo. "Non ci vediamo molto spesso, quindi quando parliamo di persona non sappiamo che argomento trattare, è abbastanza imbarazzante. Ma sin da piccoli siamo sempre stati molto legati"dice.

Finiamo di pranzare e io mi vado a fare una doccia: Theo ha ragione, i colpi non si vedranno se mi truccherò abbastanza, anche ora, pur non essendo truccata, si vedono a malapena.
Mi faccio la doccia e mi preparo: mi metto dei jeans di Zoe, la mia maglietta nera, le Timberland di Zoe e un giacchettino grigio, sempre suo; poi mi trucco. Lascio i capelli sciolti di modo che quel poco di tagli e botte che si vedono vengano coperti da essi.

Quando esco lascio entrare Theo e, per far passare il tempo, chiamo Isabelle. Squilla quattro volte e poi sento la sua voce: "Tris!" esclama. "Hey, arrivo oggi verso le 14.00" dico. "Davvero? Che bello! Ah mamma e papà sono a lavoro perché dovevano controllare qualcosa, non ho capito bene... quindi potrai raccontarmi tutto" dice. "Tutto?" ripeto. "Si beh... ti sarà successo qualcosa dall'ultima volta che abbiamo parlato, no?" chiede. "Si e no" ammetto. "Okay, allora ti lascio, ci vediamo dopo!"mi saluta. "Ciao"la saluto.

Poco dopo ritorna Theo vestito con un pantalone blu, una maglietta nera, un giacchettino grigio piombo e le sue converse. "Possiamo già scendere, Zoe dovrebbe arrivare a momenti" dice. "Okay" sospiro.

Usciamo e aspettiamo Zoe seduti su un muretto sotto un portico a guardare la neve che cade.
Mentre è girato dall'altra parte, silenziosamente, prendo un po' di neve e l'appallottolo e gliela lancio addosso, colpendogli la schiena. Subito dopo scoppio a ridere. "Ah, è guerra che vuoi? Allora guerra avrai!" dice ridendo anche lui. Mentre si abbassa io inizio a correre dalla parte opposta, verso un prato enorme.

Ci rincorriamo e ci lanciamo palle di neve per un po', poi, mentre cerco di buttarlo giù col mio corpo, finiamo a terra entrambi, io sopra lui. Mi guarda le labbra, sorride e preme le sue contro le mie.

Noi per sempre ribelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora