Una squadra d'azione viene mandata a recuperare una famiglia rimasta vittima di un tragico dramma. Scoprono quasi immediatamente che non si è trattato di un incidente ma di un attentato terroristico. La squadra si ritrova a collaborare con dei merce...
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Inutile dire, che il viaggio di ritorno è stato piuttosto silenzioso. Due di noi vengono trasportati in due sacchi per cadaveri. Amber non fa altro che singhiozzare e Fred se la prende con i comandi, cercando di arrivare a casa il più in fretta possibile. A suo dire, Robert aveva una relazione abbastanza seria e nell'ultimo periodo gli aveva confidato che le avrebbe chiesto la mano. Questa cosa mi fa riflettere, oltre il senso di colpa. Non si rimargina. Mi sento uno schifo. Siamo atterrati a Dallas, e abbiamo consegnato i nostri due amici alle loro famiglie. Questo è successo due settimane fa. Da allora, non sono uscita di casa. Mi sono rinchiusa tra queste quattro pareti, dondolandomi e bevendo fino a vomitare l'anima. So che è solo un modo masochistico per sentirmi peggio, ma non saprei che altro fare. Il mio telefono è rimasto sul silenzioso per i primi giorni, e dopo, quasi all'improvviso, ha iniziato a squillare all'impazzata. Le chiamate provenivano per lo più da Amber, e con i messaggi voleva sincerarsi che io stessi bene.
"Non ti sento da una vita. Capisco il tuo dolore, e per questo dobbiamo supportarci a vicenda. Bridget era anche mia amica". Fosse solo quello il problema. Io dovevo provvedere a loro, proteggerli. Mettere a rischio la mia vita piuttosto che quella dei miei soldati, invece è andato tutto a puttane. Adesso è pomeriggio, lo capisco dal buco allo stomaco. So quando è il momento di mangiare, ed ora ho una fame da lupi. Il problema è che non riesco a buttare giù una sola briciola di pane. Un altro messaggio. Tiro su col naso e prendo il cellulare in mano. È ancora Amber.
"Domani c'è la veglia. Il sovrintendente ha organizzato qualcosa di davvero commovente per Bridget e Robert. Mi ha chiesto di avvisarti e soprattutto voleva che dicessi qualcosa ai presenti, ma se non dovessi farcela, ci penserò io. Ti voglio bene, J". Non posso andarci. Cosa dovrei dire alle loro famiglie? Come dovrei comportarmi?
Non si può vivere con questo senso di vuoto dentro. Non capisco come Williams ci sia riuscito per tutti questi anni. Arrivata la sera, mi stendo ma non riesco a prendere sonno. Il campanello suona troppo presto. Non apro. Aspetto.
Appena metto piede fuori dalla porta, trovo uno scatolo sul mio zerbino e un biglietto allegato. Rientro e lo leggo. "Ti conosco, Jules. Metti sempre gli altri al primo posto, e per questo ti chiederò di venire alla veglia per farmi compagnia. Non farlo per te. Ho bisogno della mia migliore amica. Incontrami alla cattedrale di St. Edward alle dieci". Nella scatola, trovo un tailleur nero ripiegato. Vuole che lo indossi per la veglia. Andrò per lei ma non parlerò davanti alla famiglia di Bridget. Quando arrivo sul posto, ritrovo diverse auto parcheggiate e una banda che tiene alte delle bandiere americane. Un gruppo di militari, marcia sulla strada che è stata chiusa al traffico. Trovo Amber e Fred in attesa sulle scale della chiesa. Lei si accorge di me. Mi viene incontro e mi butta le braccia al collo. "Oh, Jules. Sono contenta che tu sia venuta" reagisco con distacco, dandole una semplice pacca sulla spalla. Non sono più capace di provare alcuna emozione. Mi sono spenta e quella fiamma che mi ha sempre contraddistinta da tutti gli altri, non si potrà più accendere. Lascerò il mio posto nella squadra e magari mi trasferirò davvero in una baita sul lago come ho confessato a Robert prima che mi morisse tra le braccia. Con la coda dell'occhio, scorgo i genitori di Bridget quindi mi affretto ad entrare per poterli evitare. Amber mi segue, e mi siede accanto nei primi posti della fila sulla sinistra. Mi stringo nelle spalle, e quando la veglia ha inizio, mi limito ad ascoltare quello che i loro famigliari hanno da dire. D'un tratto, sale al leggio la sorella minore di Bridget. Talia. L'ho conosciuta qualche anno fa e non la vedo da allora. È così cresciuta. Assomiglia a lei.
