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La mano di quell'uomo si è posata sul grilletto, gli occhi imperscrutabili e fissi su di noi

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La mano di quell'uomo si è posata sul grilletto, gli occhi imperscrutabili e fissi su di noi. Un solo cenno del capo da parte del suo capo gruppo e poi ha sparato. Ho fatto la stessa identica cosa, e il bossolo del mio m16 gli ha trapassato la fronte facendolo cadere a terra. Jules è caduta sulla schiena, portandosi una mano alla scapola. Ho superato Fred e Amber che immediatamente le si sono avvicinati per soccorrerla.

Ho temuto per lei, per la sua vita. Ho temuto per tutto il gruppo, perciò mi sono fiondato su Chaz e i suoi uomini. Robert e Bridget mi hanno fatto da copertura, ma non è servito a nulla. In pochi secondi mi sono ritrovato ad essere un loro ostaggio. Intanto Jules aveva perso conoscenza. Il mio cuore, che non aveva mai provato nulla di simile, ha perso un battito.

"Adesso abbiamo il vostro uomo. Vi diamo dodici ore di tempo per pensarci su. Dopodiché lo ammazzeremo" ha dichiarato Chaz, facendomi cadere di ginocchia a terra. Mi hanno coperto il volto con un sacco, trascinandomi lungo la spiaggia. Dopo poco mi sono seduto, e infine mi hanno liberato del sacco. Guardandomi intorno, mi sono ritrovato in una specie di bunker. Chaz e i suoi uomini che mi circondano.

"Allora, dicci cosa contiene quella scatola". "Non lo so" rispondo, sfregando i polsi dietro la sedia. Una corda li tiene legati. Chaz si china su di me, mostrando un ghigno malvagio. Mi tira un pugno in piena faccia, facendomi voltare verso destra. Un sapore metallico e acre sulla lingua. Sputo sangue, raddrizzandomi. Mi mostro risoluto. "Non te lo ripeterò di nuovo, bel faccino. Non mi importa del vostro codice. Dimmi cosa contiene la scatola, ma soprattutto voglio sapere chi vi ha mandato a recuperarla".

Questa volta mi limito a guardarlo negli occhi. "Non vuoi sapere se la tua ragazza è sopravvissuta?". Deglutisco, mostrandomi indifferente. "Non so di che diavolo tu stia parlando". "Quella bambolina dai capelli rossi che il mio uomo ha messo fuorigioco. Non vuoi sapere se è sopravvissuta al colpo di pistola? Mi sembra abbia perso molto sangue". Torno a non proferire parola. "E va bene. Mi hai stufato, coglione americano".

Un altro colpo ben assestato contro la guancia. La sedia si sposta di qualche centimetro. Si sporge di nuovo su di me. "Allora? Continui a non parlare?". Rammento di avere un coltellino nella tasca posteriore dei pantaloni. Se solo riuscissi a prenderlo. Mi guardo intorno. Non c'è nessuno alle mie spalle. Potrei provarci. Devo tenerlo concentrato su di me. "Io e la mia squadra lavoriamo per un boss della mafia".

Penso alla storia da raccontare, intanto che le mie dita si infiltrano nelle tasche. "Ci ha mandato a recuperare il cargo, senza dirci di cosa si trattasse". Fletto i polsi, portando il coltellino sul nodo delle corde. Lo muovo su e giù, provando a tagliarlo. "E le pendrive?".

"Non abbiamo informazioni al riguardo. Dovevamo solo recuperare il cargo". "E perché siete tutti armati fino ai denti? Siete degli agenti segreti?". Scuoto la testa, per poi soffocare una risata. "Agenti segreti? Credi di essere in un film di spionaggio?". Chaz si volta verso i suoi uomini. "Non burlarti di me, ragazzino. Non sai con chi hai a che fare".

Riesco a liberarmi della corda, ma la tengo tra le dita per non farla cadere in terra. "Sei tu che non sai con chi hai a che fare" dichiaro, alzandomi in piedi repentinamente. Gli tiro un calcio alle gambe. Lascio il piede all'altezza delle sue ginocchia e con un balzo lo faccio cadere all'indietro. I suoi uomini mi sparano contro. Prendo la sedia e gliela getto addosso. Mi chino in avanti, prendendo la rivoltella che nascondo nell'anfibio destro. Quattro su otto cadono in terra, contorcendosi dal dolore. Chaz si rialza, saltandomi alla schiena.

"A quanto pare non vuoi tornare vivo dalla tua ragazza" mi alita sul collo, stringendolo tra le sue braccia. Mi manca l'aria per pochi minuti, intanto che preme con forza contro il mio petto. Mi libero della sua presa, afferrandolo per gli avambracci per poterlo scaraventare contro il pavimento. Sento un crac, e dopo un tonfo. Gli ho spezzato la schiena. Uno dei suoi uomini, quello più corpulento e brutto, mi punta una pistola contro.

La mia rivoltella è finita dall'altra parte della stanza, quindi alzo le mani in segno di difesa. È finita. Chiudo gli occhi, ripensando agli ultimi minuti della mia vita. Odo un colpo, come un manico di scopa che si spezza. Infine un doppio sparo. Non percepisco dolore o altro, quindi sbatto le palpebre ritrovando Fred. "Amico?". Mi viene incontro, dandomi una pacca sulla spalla. "Stai bene? Che ti hanno fatto alla faccia?". "Oh..." sospiro, ripulendomi di una goccia di sangue che cade dal sopracciglio gonfio "...qualche pugno di troppo. Dov'è Jules?". Fred non risponde. Mi consiglia di seguirlo all'esterno. Abbasso lo sguardo verso Chaz che è ancora vivo ma incapace di rimettersi in piedi. "Ti troverò, e ti ammazzerò" dichiara tra i denti, corrugando la fronte.

All'esterno è mattino. Manca poco al sorgere del sole, ma si possono udire i primi cinguettii. Camminiamo a passo svelto verso l'aereo. Amber, Bridget e Robert si ritrovano in cerchio su di una barella. Jules è distesa. L'hanno liberata del giubbotto insanguinato. "Come sta?" domando, sporgendomi su di lei. "Non ha ripreso conoscenza" borbotta Amber con voce soffocata. Le hanno ricucito la ferita e tamponata con dell'alcool. Controllo il battito, mettendo due dita sul suo polso. È regolare.

"Sta bene. Ha solo bisogno di riposare" replico, prendendola in braccio. Il suo viso sfiora il mio per qualche secondo nel tentativo di alzarla. "Ma ha perso molto sangue. Le serve una trasfusione. Mancano nove ore a Dallas, non ce la farà mai" sbotta Robert, diffidente. Lo guardo storto, pregando che per una volta non abbia ragione. La poggio sulla barella, intanto che Fred raggiunge la cabina per mettere in moto l'aereo. "Arriveremo a Dallas il prima possibile".

"E quegli uomini? Che cosa è successo?". Premo la mano sulla fronte di Jules, sperando che si svegli. "Li ho fatti fuori". "Oh lo vediamo, dalla condizione della tua faccia". "Sto bene" rispondo, schiarendomi la gola. Percepisco ancora quel sapore metallico sul palato.

Sento gli occhi di tutti addosso mentre assisto Jules. Non mi importa. Che pensino quello che vogliono. Voglio esserci una volta che riaprirà quei magnifici occhi verdi che mi hanno fatto perdere la testa. È complicato lavorare insieme. Non avrei mai detto che saremmo finiti per collaborare, e stava andando tutto a meraviglia finché non le hanno sparato, prendendo me in ostaggio.

"Sappiamo cosa contiene la scatola?". Bridget fa spallucce. "Non possiamo di certo aprirla. Williams vorrà riceverla integra". "Potremmo dirgli che l'abbiamo trovata già aperta. L'impatto violento dell'aereo ha contribuito all'incrinatura del lucchetto" consiglia Robert. Bridget e Amber mi guardano, cercando un mio consenso. Faccio semplicemente spallucce, tornando con gli occhi su Jules. "Vieni qui, James. Aiutaci ad aprirla". Sfioro ancora una volta la fronte calda di Jules, tornando dagli altri. 

𝐌𝐞𝐫𝐜𝐞𝐧𝐚𝐫𝐲 | 𝘚𝘦𝘣𝘢𝘴𝘵𝘪𝘢𝘯 𝘚𝘵𝘢𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora