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Al nostro rientro, i ragazzi risultano ancora in missione a Savannah. Williams ci ringrazia per il lavoro svolto, e afferma che ci riserverà una certa predilezione per le missioni future. Amber, che è sempre stata la più audace di noi, immediatamente scatta in avanti e lo riprende su quello che ha fatto. Io e Bridget non facciamo in tempo a fermarla. "Bene. Vedo che Worton vi ha messo al corrente delle mie azioni. Perfetto. Odio avere segreti con voi, quindi d'ora in poi sarò brutalmente onesto. C'è un motivo per cui ho accettato di dirigere la squadra di Chaz, e anche per il traffico di armi. Ho qualcuno alle calcagna, ed è così abile che non sono riuscito a rintracciarlo". Zolobev aveva ragione. Si è fatto dei nemici, e il cerchio non fa altro che allargarsi. Se l'è cercata, ed io non sono del tutto certa di poterlo aiutare. Non lo voglio.

"Ho un'ultima missione per voi, e dopo mi ritirerò". Tipico. Se la da a gambe perché non può risolvere la faccenda come di solito facciamo noi. Seth Williams, pluripremiato tenente è in realtà un codardo. "Non appena i vostri colleghi torneranno da Savannah, ho bisogno che facciate una cosa per me". Non termina il discorso poiché riceve una chiamata. Mette una mano sulla cornetta ovattando il suono. "Riprenderemo il discorso domani. Adesso andate a riposarvi" usciamo dal suo ufficio e l'ultima chiude la porta dietro di sé. Accompagno Bridget e Amber a casa loro, e lungo il tragitto ci confrontiamo su quello che sta accadendo nel dipartimento.

"Chissà cosa ha in mente stavolta..." inizia a dire Amber "...ogni volta che aprirà bocca d'ora in avanti, mi dovrò trattenere per non tirargli un pugno in faccia". "Non aveva una buona cera. Sembra davvero preoccupato" replica Bridget. "Beh, direi che se lo merita. Se l'è cercata, no? La ruota gira per tutti" parlano tra di loro, e nel frattempo io guido lungo la via principale, tenendo le mani sullo sterzo, gli occhi nello specchietto retrovisore, e nel mentre avverto un insolito e agghiacciante presentimento che pulsa lungo la mia nuca. "Jules?" Amber mi richiama dal sedile del passeggero. "Mh?".

Muovo lo sguardo dallo specchietto al parabrezza, stringendo la mano sul volante. "Che hai? Mi sembri sulla difensiva". "Non lo so. Temo che ci stiano seguendo". Entrambe si voltano verso il lunotto. "C'è una Lexus dietro, però non riesco a vedere chi c'è alla guida" spiega Bridget. "Amber, controlla la targa sul database". Gliela detta, e lei pigia nervosamente la sigla sullo schermo touch.

"Risulta rubata. Apparteneva ad una Mercedes classe E, e il proprietario ha denunciato il furto qualche mese fa". "Ora inizio ad avere paura" dichiara Bridget dal sedile posteriore. "Jules, hai ancora l'armamentario nel bagagliaio?". "Non tutto. Giusto qualche Glock e delle katane".

"Allora dovremo accontentarci..." esclama Amber, mantenendo i nervi saldi. È la più ardimentosa. Non so perché, ma il mio pensiero va a James perché sto iniziando a temere che gli sia successo qualcosa. Non è da lui mancare il rendez vous. Svolto bruscamente verso destra, e le altre prive di cintura seguono il movimento sbattendo contro gli sportelli. "Jules, che vuoi fare?".

"Non lo so. Continuo a guidare. Voi avete un'idea meno patetica della mia da consigliarmi?". Amber inizia a respirare affannosamente e mantenendosi alla maniglia dichiara: "Sono andata a letto con Fred, cinque volte".

"Amber!" Bridget la riprende, mentre io la guardo con la coda dell'occhio. "Lo so, non avrei dovuto farlo ma lui è incredibilmente eccitante, e adesso che Williams si è dimostrato per quello che è davvero, non mi pento di averci fatto sesso".

"Io sto insieme a James" ammetto, sentendo il cuore scalpitare. "Che vuol dire stai insieme?" mi interrogano all'unisono, sconvolte dalla mia confessione. "Beh, abbiamo messo sul piatto le nostre sensazioni e abbiamo compreso di volerci seriamente. A questo proposito, penso che siamo una coppia". "Hai ceduto, alla fine. Non potevi resistere a lungo a quello sguardo di ghiaccio e al culo marmoreo che si ritrova" Amber ironizza, al che la guardo storto.

"Sì, gliel'ho guardato ma mi conosci. Non mi sfugge nulla". Bridget si volta di nuovo verso il lunotto. "Sembra che lo abbiamo seminato". Ci tranquillizziamo per qualche secondo, riprendendo a respirare regolarmente. Raggiungo casa mia e le invito a passare la notte da me. "Sarà meglio rimanere unite, finché non avremo una visione chiara su quella Lexus e il suo autista". Preparo i sacchi a pelo sul pavimento, ma alla fine ci addormentiamo tutte sul mio materasso. Al mattino, sono la prima ad aprire gli occhi. Immediatamente prendo il cellulare e provo a contattare James ma la linea cade dopo una serie di squilli. Avrei dovuto tracciarlo, ma posso ancora farlo.

Contatto l'informatico che ci ha aiutate a Bagdad, rivelandogli il numero di cellulare di James e la sua presunta ubicazione. "Non è a Savannah ma a Las Vegas" dichiara, rendendomi diffidente. "Las Vegas? È una grande città. Non conosci l'esatta posizione?". Lo sento pigiare sulla sua tastiera e fare clic con il mouse. "Al Flamingo. È un hotel..." immediatamente mi si blocca il respiro. "Sì, lo conosco. Grazie". Subito dopo mi interrogo su ciò che lo ha portato lì. Ci sono stata, tanti anni fa e speravo di non udirne più il nome. Quell'hotel è l'inferno sulla terra. 

𝐌𝐞𝐫𝐜𝐞𝐧𝐚𝐫𝐲 | 𝘚𝘦𝘣𝘢𝘴𝘵𝘪𝘢𝘯 𝘚𝘵𝘢𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora