Una squadra d'azione viene mandata a recuperare una famiglia rimasta vittima di un tragico dramma. Scoprono quasi immediatamente che non si è trattato di un incidente ma di un attentato terroristico. La squadra si ritrova a collaborare con dei merce...
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Sapendo che le ragazze erano a Mosca, non ero così entusiasta di presentarmi da Williams il giorno seguente, dato il modo in cui aveva trattato Jules. Scoperto il suo piano elaborato con Chaz e il suo gruppo di idioti, ero intenzionato a smascherarlo con il sovrintendente. Per la prima volta, sento la mancanza di casa e Vaults non era così stronzo, non con i suoi uomini. Faceva uscire il lato peggiore di sé quando c'era un grosso affare per le mani. Come biasimarlo in quel caso. Tutti noi siamo spietati, chi più e chi meno. Io, Fred e Robert siamo in ufficio dal nostro nuovo capo stronzo. Non ho parlato con loro della faccenda di Chaz e dell'isola. Avrei dovuto spiegare che tra me e Jules c'è di più di un rapporto professionale, e anche in questo caso non sono ancora in grado di poterlo etichettare.
"Le vostre colleghe sono a Mosca per una questione molto importante che riguarda degli attacchi terroristici con ordigni esplosivi. Per voi, invece, ho un'altra missione...". Lo guardo mentre muove dei fogli sulla sua scrivania, e gli rivolgo uno sguardo fulmineo, irato. Torna con gli occhi su di noi, e solo quando mi richiama mi accorgo di stare a guardarlo ancora con un'occhiata che non riesce a celare quello che provo davvero in sua presenza. "Cos'è, Hall, ti sei alzato con il piede sbagliato?" Fred e Robert mi scrutano. "No, tutto ok. Mi dispiace di averla interrotta nel suo soliloquio. Continui pure". Prosegue nella sua presentazione del caso e nel contempo mi si attorcigliano le budella, ripensando all'impronta della sua mano sulla guancia di Jules. Mi sto lasciando condizionare troppo da lei, e sono abbastanza asservito da poter accettare ogni cosa che Jules mi chiederà in futuro. Se ci sarà un futuro. Infondo le ho parlato di mio fratello, e potrei parlarle anche di altro.
Qualcosa che non sono mai riuscito a dire a nessuno. "Allora, tutto chiaro? Vi aspettano a Savannah. Prendete il jet. Con quello arriverete entro mezzogiorno". Fa per allungarsi sul sedile e voltarsi di schiena verso il muro, perciò ci sta congedando. Robert mi tira per un braccio, invitandomi a seguirlo nel camerino. "Vaults aveva detto che avremmo collaborato sempre con le ragazze, come una vera squadra..." replica Fred "...quindi per quale motivo ci ritroviamo ad affrontare due missioni differenti, in due parti del mondo disgiunte?". Resto in silenzio, mentre mi cambio la maglia.
"Ah boh, forse a Mosca la questione da risolvere era più complicata, o lo è quella a Savannah. Non ho ancora compreso la visione che Williams ha delle sue agenti. A volte sembra che non si fidi abbastanza" dichiara Robert, infilando la pistola nella fondina appesa alla cintura.
"Tu che ne pensi, James?". Vorrei parlare con loro, avere qualcuno di fidato dalla mia parte. "Raggiungiamo l'hangar". Esco dall'edificio insieme a loro. Dopo tutto quello che è successo, ho paura che Williams abbia disseminato telecamere dappertutto. Sto diventando paranoico adesso che ho saputo le sue vere intenzioni. Rivendere armi comprate da dei trafficanti messicani. Un tenente pluripremiato che diventa il capo di una squadra di mercenari. Adesso è anche una spia che manda i suoi uomini a morire. Il suo unico obiettivo è quello di sopravvivere. Non gli importa se qualcun altro, nel frattempo, perde la vita per un suo errore. Quel giorno sull'isola, sia io che Jules abbiamo rischiato di rimanerci secchi. Credo nel karma, perciò resisto alla tentazione di prenderlo a calci in culo. Avrà la sua ricompensa a tempo debito.