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Mancano solo due mesi al matrimonio di Mark e mia madre, lei aveva già ordinato l'abito e le stava d'incanto, la sua energia si poteva percepire a migliaia di kilometri, era raggiante e bellissima.
Non l'avevo mai vista tanto felice dopo la morte  di papà è mi sì scaldo il cuore quando comparve dai camerini della boutique con indosso uno splendido abito bianco, il corsetto aveva dei ricami di pizzo molto romantici e lungo la scollatura a cuore delle perline avorio, la gonna non era molto ampia ma le evidenziava i fianchi per poi scivolare morbida lungo le gambe, anch'essa era decorata con del pizzo, le stava benissimo specie se a completarlo aggiungiamo il velo lungo fino ai piedi e il fermaglio rivestito di rubini appartenente alla sua trisavola, era un gioiello di estremo valore, durante le giornate e gli anni normali restava chiuso nella sua scatolina di velluto nella cassaforte di mamma, me l'aveva mostrato una volta, quando avevo quindici anni e avevo indovinato il pin della cassaforte, l'avevo visto e me ne ero completamente innamorata al che lei me lo mostrò spiegandomi la storia, ne rimasi abbagliata e vederlo tra i suoi capelli biondi faceva tutto un altro effetto.
Ma torniamo a noi, dicevo ho acquistato anche il mio abito identico a quello di Ava e Melodie, la moglie di mio fratello James, noi tre saremmo state le damigelle d'onore, il vestito era color vino, lungo fino alle caviglie con le maniche corte a campana, mi stava bene ed evidenziava la mia vita stretta, non era un punto a favore per la mia altezza ma un paio di tacchi avrebbero risolto il problema.
Mentre mia madre, le ragazze e la parrucchiera discutevano sulle acconciature io le ascoltavo paziente immaginando me all'altare, l'abito bianco, la gonna ampia come quella di una principessa, Mark che mi teneva a braccetto e mi accompagnava verso l'amore della mia vita, verso il mio futuro marito, accanto a lui i miei fratelli e Jacopo, dal mio lato Ava, Melodie ed Elisa, la sorella del mio migliore amico, tutte vestite di azzurro con una rosa in mano e poi lui, avvolto nello smoking blu notte con la camicia bianca e una cravatta elegante, gli occhi di ambra e i capelli scuri, il viso squadrato ma perfetto, allunga la sua mano e Mark porge la mia in quella di suo figlio con uno sguardo parlante "proteggila" diceva con i penetranti occhi azzurri e Travis accennò un sorrisetto annuendo e puntando il suo sguardo su di me, innamorati persi avremmo poi comprato una casa tutta nostra, avremmo giocato con il nostro primo bambino, poi noi, a Natale in attesa del secondo e chissà magari anche del terzo...
Mi riscossi dai miei film mentali e continuai a scrivere il nome di mia madre è quello di Mark sui bigliettini della bomboniere, tornai a concentrarmi sul discorso capelli
-volevo qualcosa di semiraccolto come due treccine- propose mia madre spostandosi sue ipotetiche ciocche di capelli dietro la nuca
-Jessica è il tuo matrimonio non il compleanno di una tua amica, a mio parere dovresti scegliere qualcosa di più particolare- suggerì Melody guadagnandosi il pieno appoggio della parrucchiera
-ha ragione, potremmo provare con delle trecce attaccate alla cute, una fila di treccine anziché due soltanto- aggiunse Ava mostrando a mia madre la foto appena trovata su Pintarest
-altrimenti fai una bella treccia a corona- proposi facendo voltare le quattro verso di me, finora ero rimasta zitta, avevo annuito qualche volta ma per il resto avevo finito bomboniere e fatto assurdi pensieri su me e Travis
-Rose ha ragione, è un ottima idea- esplose Hermosa, la parrucchiera battendo le mani e saltellando, stavano discutendo da due ore filate ed era stremata, poverina
-ti scrivo quando ho posto così vieni a fare la prova in salone, io adesso devo scappare, a presto care!- tutte la spaurammo e poi posizionai nella scatola l'ultima bomboniera ultimata, erano venute bene direi.
-ordiniamo una pizza stasera?- chiese James entrando in salotto, lui e Melody sarebbero rimasti a casa nostra per qualche settimana prima e dopo il matrimonio, compresa quella che avevano preso di ferie
-ottima idea amore- rispose mia madre
-io sono da Jacopo- dissi salendo le scale
-ma non è che tu e lui...- domandò Noah lasciando intendere a tutti i presenti a dove volesse arrivare
-ma no!- pensai a me e al mio migliore amico
-mai e poi mai, che schifo- mormorai con espressione disgustata salendo le scale.

-ehi ciao Jack- dissi entrando nella sua stanza, stava ascoltando la musica, si tolse un auricolare
-di che volevi parlarmi?- gli domandai sfilandomi la giacca di jeans, il caldo di giugno si faceva sentire
-di chi volevo parlarti- mi corresse sedendosi sul letto
-in che senso?- gli domandai, prima che lui potesse rispondermi dalla porta del bagno uscì una ragazza avvolta in un accappatoio rosa pastello, aveva dei bei capelli rossi, lunghi fino si fianchi, erano ancora bagnati e probabilmente era appena uscita dalla doccia, aveva gli occhi scuri come Imola cioccolata fondente ed era davvero bellissima
-oh- riuscì a dire solamente
-ragazze, so che è la prima volta che vi vedete, volevo presentarvi a cena ma amore- cominciò rivolto alla rossa
-lei è la mia migliore amica, nonché sorella acquisita senza parentela Rose- disse indicandomi, entrambe accennammo un risolino durante quella presentazione
-e Rose lei è Clary la mia ragazza- l'avevo capito che era la sua ragazza ma sorrisi e le porsi la mano, lei la strinse con la sua dotata di artigli rossi, non mi piacevano le unghie così
-piacere di conoscerti Clary- dissi guardandola negli occhi, quella ragazza era alta almeno un metro e settanta
-anche per me Rose- rispose lei gentile afferrando i suoi vestiti, rigorosamente rossi e tronando in bagno.
Sarebbe stata una lunga serata.

Siamo solo io e teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora