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Era passata una settimana dal matrimonio.
Come preannunciato mamma e Mark erano partiti così come Noah e Ava, era stato strano lasciarli in aeroporto e tornare a casa con Travis, in realtà era strano vivere ed essere una coppia con lui, insomma mangiavamo pizza sul divano, camminavamo sulla spiaggia mano nella mano e mi aveva anche comprato una rosa.
Rientrai a casa dopo aver fatto la spesa, aprí la porta con le chiavi ed entrai
-Trav? Ci sei?- domandai appoggiando le buste pesanti sul pavimento
-buonasera- disse lui sbucando dal salotto, era appena tornato dalla palestra e si era fatto una doccia, aveva gli addominali scolpiti è un telo bianco allacciata in vita, istintivamente mi leccai il labbro inferiore, lui rise e prese due buste, io lo seguii con la terza piena di schifezze, la appoggiai sul tavolo, non riuscivo a staccare gli occhi dal suo corpo, era una cosa meravigliosa, anche lui posò le buste sul tavolo e si voltò a guardarmi, sorrise
-che c'è Rosie?- mi domandò, alzai le spalle e presi dei biscotti dalle borse
-nulla, sei bellissimo- dissi stampandoli un bacio veloce sulle labbra e iniziando a svuotare le borse, lui sorridendo andò di sopra a vestirsi, scese poco dopo con indosso una t-shirt e un paio di boxer grigi che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione
-Trav! Copriti!- strillai lanciandoli lo strofinaccio che tenevo in mano, entrambi scoppiammo a ridere
-scusami eh tu puoi girare senza reggiseno e io non posso stare così?- mi domandò sempre ridendo, io scossi la testa
-questa è casa MIA, le regole le detto IO- risposi incrociando le braccia al petto, lui indossò i pantaloncini e poi tornò in cucina.
Aggiunsi il sale all'acqua per la posta quando mi sentii il suo fiato sul collo, mi voltai
-che prepari?- mi domandò Travis cercando di sbirciare i fornelli, io mi alzai sulle punte per coprirgli la visuale cosa totalmente inutile data la nostra differenza di altezza
-pasta- risposi abbracciandogli forte forte il busto, gli appoggiai la testa al petto e inalai il suo profumo, era qualcosa di delicato ma deciso allo stesso tempo, le sue braccia muscolose mi avvolsero a loro volta.
Sarei rimasta lì per sempre.

TRAVIS
Abbassai gli occhi sulla testolina castana che stringevo tra le braccia, sembrava così piccola, così fragile, indifesa, vulnerabile e terribilmente bella.
Per me era un privilegio poterla tenere così, baciarla e abbracciarla, farla sentire al sicuro e amata, mi sentivo in dovere di farlo, istinto naturale, per molti è automatico fare qualunque cosa per me era automatico proteggerla.
Alzò la testa dal mio petto e mi guardò intensamente negli occhi, erano così scuri e intensi da perdercisi dentro, le spostai una ciocca di capelli che fuoriusciva dalla coda con il dito e lei sorrise
-che c'è Rosie?- le domandai per spezzare il silenzio, avevo la voce tremante, come se avessi paura di ferirla, di perderla dicendole qualcosa di sbagliato, il suo sguardo si posò sulle mie labbra e poi tornò su
-io...mmm...io- non trovava le parole, probabilmente l'aveva immaginata diversamente nella sua testa cosa dire, è sempre così, mi capita spesso; ad ogni modo, mi abbassai e le diedi un delicato bacio duella bocca sottile, come per farle capire tutto quello che provavo senza dire una parola, lei rimase lì, attaccata al mio busto, ricambiava il mio bacio dapprima cautamente, com'era iniziato, per poi diventare un bacio famelico, desideroso e terribilmente eccitante, era brava, fin troppo, cominciai a farmi paranoie su chi altro avesse baciati così perché mi tolse letteralmente il fiato.
Mentre mi concentravo sul bacio sentì le sue dita fredde infilarsi sotto la mia t-shirt, avevo i brividi ma anche caldissimo, era una cosa indescrivibile, capii che stava cercando di levarmi la maglietta così lo feci da solo lanciandola sul pavimento e tornando a baciare bramosamente le sue morbide labbra, la sentì sospirare quando le strinsi i fianchi tondi tra le mani, erano bellissimi, lei lo era, il suo toccò freddo e delicato sulla mia pelle era bellissimo.
Allungai una mano dietro di lei e spensi il fornello per poi sollevarla, lei avvolse le sue gambe sode attorno ai miei fianchi e intensificò il nostro bacio agganciando le braccia esili attorno al mio collo, mi spostai lentamente arrivando in salotto, mi diressi verso il divano, era difficile mentre mi baciava così soprattutto se non vedevo nulla di fronte a me, si staccò interrompendo il bacio, mi guardò con gli occhi da cerbiatta, le pupille dilatate e la bocca arrossata
-di sopra- mi disse secca con il fiatone, io obbedì subito e salì le scale, come avevo fatto?Bho non lo so.
Aprí la porta della sua stanza e la buttai sul letto, mi fermai un attimo a guardarla: era così dolce, così sexy e così mia.
Ripresi a baciarla stendendomi sopra di lei e tirandomi su con le mani per non schiacciarla; mi spostai sul collo, prima le solleticai la pelle in il respiro, le baciai il collo e risalii verso l'orecchio, le morsicchiai il lobo e la sentì sospirare.
Mi accorsi di averle lasciato almeno tre succhiotti belli grossi, mi posò le mani sui bicipiti e mi voltò posizionandosi sopra di me, era davvero eccitante, le sfilai la maglietta ammirando le sue curve perfette, perlomeno per me, i semi tondi, le spalle magre e il ventre piatto con qualche neo qua e là, era magnifica, era fantastica.
Ma la cosa più fantastica?
Era mia.

Siamo solo io e teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora