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Travis, dopo aver guidato a tutta velocità verso l'ospedale superando qualche semaforo rosso e trascurando qualche precedenza parcheggiò davanti all'ingresso, intanto io percepì qualche contrazione
-Trav...- mormorai dolorante massaggiandomi il ventre, faceva male, molto, ma stavo ed incontrare la mia bambina e questa consapevolezza migliorava qualsiasi cosa, rendeva bella anche la presenza di Travis accanto a me, la su espressione si preoccupò maggiormente e scese di colpo dall'auto
-la mia ragazza sta per partorire!- lo sentì gridare da dentro l'auto, tralasciai il fatto che non fossi la sua ragazza e spalancai la portiera quando notai due infermiere corrermi incontro con una sedia a rotelle, gli occhi di Travis seguivano ogni loro movimento, mi aiutò a sollevarmi per sedermi sulla sedia e poi mi stette accanto durante il tragitto verso una qualche sala dell'ospedale, sperai con tutta me stessa si trattasse della sala parto
-a che mese è?- gli domandò una delle due infermiere, stavo per rispondere io ma Travis mi precedette
-fine ottavo- rispose prontamente, non pensavo se lo ricordasse, non pensavo si preoccupasse di ciò, mi prese la mano e io alzai la testa
-non sono più la tua ragazza- mormorai con una smorfia di dolore, sul suo volto, ancora perfetto, comparve un sorrisetto
-sei la madre di mia figlia- rispose lui semplicemente zittendomi, svoltammo in una saletta con due letti grandi
-ma come... non devo partorire?- domandai quando cercarono di alzarmi per mettermi sul letto, quella non era di certo una sala parto
-ancora no, passerà un po' di tempo e le contrazioni saranno molto frequenti, resisti, c'è qui il tuo fidanzato- mi spiegò con tutta la calma del mondo l'infermiera bionda collegando uno strano strumento al monitor accanto a me
-non è il mio fidanzato- mormorai a denti stretti senza farle sentire nulla
-chiama mia madre- ordinai a Travis
-l'ho fatto prima in auto, sono partiti ma hanno bloccato alcune strade per un incidente- mi spiegò lui prendendomi la mano e sedendosi sul letto accanto a me, non lo volevo ma non volevo nemmeno rimanere da sola, così mi limitai a mollargli la mano, cercai di guardare altrove mordendomi le labbra per non piangere ma il mio intento fallí
-Rosie mi dispiace, non ti meriti tutto questo- mi sussurrò lui con voce afflitta
-tu non sai quanto io ci sia rimasta male Travis- dissi asciugandomi una lacrima
-ogni sera speravo di vederti comparire dalla porta con la valigia è un sorriso sulle labbra ma ogni volta era una delusione- dissi tra i singhiozzi, lui tentò di avvicinarsi a me per abbracciarmi
-stammi lontano! Non voglio cascarci di nuovo- sbottai allontanandolo con uno spintone nemmeno tanto forte
-Rose ti ho già detto che mi dispiace- tentò di giustificarsi lui
-non basta! Mi hai lasciata da sola quando avevo bisogno di te! Non potrò mai perdonarti una cosa simile- la mia ultima affermazione, sebbene fosse stata molto crudele era la pura verità perché come avrei fatto a perdonare ciò che mi aveva fatto anche in futuro? Mi aveva rovinato la vita e queste cose non le si scordano facilmente
-hai ragione- commentò poi lui dopo cinque minuti di silenzio, dove si entrava solamente il BIP del macchinario collegato a me
-lo so, lo so che ho ragione dannazione!- esclamai poco prima di una fitta fortissima al basso ventre, era più tosta delle precedenti, accasciai la testa all'indietro mormorando un "aia cazzo" quando Travis mi porse di nuovo la mano non la rifiutai, la strinsi forte per scaricare a lui il mio dolore
-me la stacchi così- disse lui sedendosi sulla sedia accanto al letto
-non me ne frega un cazzo! Chiama un dottore- urlai io portandomi una mano in faccia esasperata, lui annuì e si alzò stampandomi un bacio sulla fronte, non ci feci nemmeno caso dal dolore, subito dopo un dottore entrò in camera, diede un occhiata ai monitor vari e poi guardò sia me che Travis
-ci siamo- disse convinto
-la dottoressa Feeney sta arrivando- ci disse lasciandoci soli
-ho paura- ammisi mangiucchiandomi le unghie prima dell'ennesima contrazione
-ci sono qui io- cercò di rassicurarmi lui
-non mi aiuta molto- commentai alzando gli occhi al cielo e stringendo nel pugno le lenzuola bianche
-Rosie sta per nascere nostra figlia, puoi evitare il sarcasmo per un attimo?- mi domandò scocciato lui passandosi una mano sul viso, anche lui aveva pura, glielo si leggeva in faccia
-eccoci Rose- veder comparire il viso della mia dottoressa mi rasserenò molto
-ciao, menomale che sei arrivata- le dissi sorridendo, notai il suo sguardo confuso ma allo stesso tempo curioso di Travis così lo presentai
-lui è Travis, il... il padre- lei comprese al volo e gli strinse la mano con un banale "piacere" e poi si concentrò su di me, mi controllò un paio di valori e mi trasportò in sala parto appena in fondo al corridoio
-stai calma Rose, andrà tutto benissimo- mi diss l'anestesista prima di farmi l'epidurale, feci una smorfia di dolore ma potevo sopportarlo, intanto Travis tornò nella sal con indosso una specie di grembiule azzurro e una cuffietta verde molto buffa, scoppiai a ridere nel vederlo conciato così
-non prendermi in giro- mi ammonì lui, io non riuscivo a smettere di ridere, forse lo facevo per smorzare la tensione o non lo so, poi ragionai
-ma io non ti voglio qui, voglio la mia mamma o Noah- dissi quasi piangendo, gli ormoni lo giocavamo brutti scherzi
-ci sono solo io, gli altri sono bloccato in strada- mi rispose lui per nulla sorpreso dalla mia affermazione precedente
-se proprio vuoi che esca dimmelo- aggiunse poi, ragionai sul da farsi, le opzioni erano due e quella di rimanere da sola in questa stanza a soffrire (per un tempo indeterminato) era fuori discussione così annuì
-ok ok resta- acconsentii vedendo comparire un sorriso sul suo viso, non coivo per cosa fosse, felicità, compassione o bho (?)
-è normale che mi viene da spingere?- chiesi alla dottoressa spaventata
-si, anzi benissimo, ora ad ogni contrazione fallo, spingi più che puoi- mi disse lei indossando i guanti, attorno a me c'erano altre donne, una mi si avvicinò
-stai serena e non vergognarti di nulla, sei forte ci riuscirai- le sorrisi cercando di non piangere
-grazie- mormorai con gli occhi lucidi.
E poi feci come mi avevano detto.
Cominciai a spingere, gridai, strinsi forte la mano di Travis senza mai mollarla un attimo, la sua voce, che avrebbe dovuto solamente farmi arrabbiare, mi rassicurava e mi faceva sentire bene
"sono qui"
"Dai che ce la fai"
"Sei bravissima"
"Non mollare Rosie"
Rosie, quel soprannome mi rimbombava in testa, non lo sentivo da troppo tempo e mi era mancato.
Quella era la verità, non avevo mai superato la rottura con Travis e il suo abbandono, perché io lo amavo ancora, non avevo mai smesso di farlo.
-eccola, l'ultima spianta ed è nata- mi disse la dottoressa rimanendo concentrata, mi voltai verso Travis, ero tutta sudata e volevo solamente dormire
-non ce la faccio più- sussurrai in modo che solo lui potesse sentirmi
-hai sentito che ha detto?! Sta per nascere, forza Rosie- mi disse lui baciandomi poi la fronte sudata mantenendo le labbra appiccicate ala mia pelle per alcuni secondi
-ti amo Rosie- mi sussurrò.
Quelle tre parole mi diedero la forza di fare un ultimo sforzo e poi sentì un pianto per la sala, era nata, la mia bambina.
Quando me la posarono sul petto scoppiai in lacrime, era bellissima, così piccola e fragile tra le mie braccia
-è bellissima- sussurrò Travis prendendole la manina
-e anche tu, sei stata bravissima- mi disse accarezzandomi i capelli.
Nella testa mi rimbombavano quelle tre parole
TI AMO ROSIE
da quanto sognavo di sentirmele dire da lui? Anni, da tutta la vita.
-dobbiamo portarla in incubatrice per un po', come si chiama?- mi domandò l'ostetrica
-Ruby- mormorai affannata
-Ruby Reed- dissi aggiungendoci il cognome di Travis, alzai gli occhi e incrocia i suoi
-ti piace?- gli domandai, lui annuì sorridente
-tantissimo- detto ciò si abbassò e appoggiò la testa nell'incasso del mio collo dove poco prima c'era la nostra bambina, lo sentì singhiozzare
-è tutto ok Trav- mormorai accarezzandogli la testa dalla quale avevo rimosso la cuffietta per sentire i suoi capelli fra le dita
-ti amo anche io- aggiunsi poi.
Rimanemmo lì, io affannata e stanca e lui commosso abbracciato a me mentre piangeva sussurrandomi delle scuse che parevano molto sincere.
Avevo deciso di mentore a me stessa, al mio cuore.
Ma la verità è che è impossibile farlo perché lui sa sempre tutto, avevo cercato di lasciarmi Travis alle spalle ma mi aveva solamente fatto più male dopo.
Come potevo fare?
Una cosa era certa: avrei protetto Ruby per sempre, ad ogni costo.

CAPITOLO UN PO PIÙ LUNGO DEL SOLITO, PERSONALMENTE È IL MIO PREFERITO, FATEMI SAPERE COME VI SEMBRA!❤️
P.S.: mentre lo scrivevo ho ascoltato almeno una ventina di volte Love Someone di Lukas Graham, gli ha donato quel toccò di magia in più.
Grazie della lettura e della pazienza, un bacione!
Emma💕

Siamo solo io e teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora