TRAVIS
Atterrato a New York ero tornato al campus, il mio compagno di stanza, nonché mio grande amico durante tutto il college: Caleb Stewart era il classico figlio di papà ma a differenza di tutti gli altri ricconi lui aveva un cuore gentile, faceva volontariato, donava molto fondo ad associazioni e a Natale di qualche anno fa mi ha regalato un MacBook grigio nuovo di zecca.
Era davvero una persona fantastica e mi dispiaceva tantissimo doverlo lasciare una volta presa la laurea.
In camera,però non c'era, eppure l'avevo avvisato che sarei tornato, in compenso mi aveva lasciato della pizza in frigo
-porca puttana!- strillai lanciando contro il muro della mia stanza il cellulare dopo aver notato che Rose mi aveva bloccato.
La mia ragazza era incinta.
La sorellina di Noah era incinta.
Io sarei diventato padre fra meno di un anno.
Ma non ne ero in grado.
Io non ero forte come Rosie, io non sarei riuscito a crescere un bambino, avevo paura di abbandonarlo, di poterlo ferire come quella stronza di mia madre aveva fatto con me per la paura, per la poca responsabilità, non lo so.
So solo che avrei fatto, sia a Rose che a nostro figlio, più male che bene.ROSE
non sapevo come dirlo ai miei, a Noah, a tutti.
No sapevo nemmeno che cosa dirgli ne quando.
Sicuramente non l'avrei fatto quella sera.
Suonarono il campanello e andai ad aprire
-ciao piccolina- esclamò mio fratello prendendomi in braccio e facendomi fare una giravolta in braccio
-vestiti! Ti portiamo fuori a cena!- disse poi lasciandomi cadere, risi e poi guardai Ava
-ma non dovevamo rimanere qui?- le domandai corrucciando la fronte
-cambio di programma! Jess e Mark ci aspettano la- mi rispose lei con un enorme sorriso, era vestita molto bene, era bellissima
-ok, mi preparo e arrivo- dissi salendo le scale.
Passando per il bagno cercai di non ricordarmi delle emozioni provate poco prima, alla vista delle due linee, di Travis scappare via, lontano da me.
Afferrai un tubino color crema dall'armadio e ci abbinai dei sandaletti con un leggero tacchettò color beige, poco mascara e giubbotto di pelle per l'arietta serale.
Parcheggiammo davanti al ristorante
-mi spiegate perché al ristorante?- domandai per la novantesima volta salendo le scale d'ingresso
-Rose ho deciso così, punto- mi rispose Noah afferrando la mano di Ava
-anche io non ho ancora capito il motivo- mi sussurrò lei.
Un cameriere ci portò al tavolo dove c'erano già seduti mia madre e Mark, avvisai anche loro di Travis, Noah non se ne capacitava mentre Ava aveva provato a chiamarlo, avrebbero voluto almeno un saluto decente ma tutti sappiamo com'è fatto.
-allora quando ricomincerai le lezioni?- mi domandò Mark chiudendo il menù con la copertina verde smeraldo
-verso metà settembre- risposi io mantenendo lo sguardo sulle pietanze scritte sulla lista, scrutai attentamente ogni ingrediente per evitare di scegliere qualcosa che potesse danneggiare il bambino, non sapevo ancora con precisione come sarebbe andata ma sapevo che lo portavo in grembo da un mese e mezzo, il test era stato molto chiaro e preciso: sei settimane, diceva.
Scacciai dalla mente quell'immagine, l'avevo scoperto circa alle tredici in punto di mattina ed erano passate solamente sette ore, faticavo a rendermene conto e sarebbe stato così per almeno qualche settimana.
-mancano poco meno di due settimane, sei pronta?- mi chiese Ava che, domani avrebbe iniziato a lavorare in un'azienda a che fare con il commercio di cosmetici, non era la sua idea di lavoro preferita ma conosceva il francese e lo spagnolo quindi, in attesa di un'offerta migliore si accontentava di quello, ma sapevo benissimo che non era da lei stare al telefono ogni giorno e compilare moduli.
-si, sono abbastanza carica, e tu?- le domandai riferendomi per l'appunto al giorno dopo
-carichissima! Anzi se hai voglia stacco alle due, possiamo mangiarci una poke assieme- propose poi versandosi un bicchiere d'acqua, annuì sorridente
-bella idea!- risposi sfogliando il reparto delle tartare di pesce crudo, erano fuori discussione data la mia situazione, arrivò il cameriere
-per noi una grigliata di pesce da due persone- disse mia madre
-io le tagliatelle al ragù di manzo- aggiunse Ava, poi, sia io che Noah ci rivolgemmo al cameriere
-una hamburger con patatine fritte- dicemmo in coro, tutti e cinque più il cameriere scoppiammo a ridere.
Da quando eravamo piccoli io e Noah prendevamo quello, lui ci aggiungeva sempre della salsa barbecue infatti poi disse
-con salsa barbecue è una birra media- il cameriere annotò tutto
-per me, invece, senza insalata- chiesi gentile
-è una coca cola- aggiunsi poi, Noah si voltò a guardarmi
-perché senza insalata?- di certo non potevo dirgli "perché sono incinta" ma riuscì a trovare una risposta decente
-perché non mi va, troppo salutare- dissi buttandola sul ridere, per fortuna funzionò.
-questi panini sono sempre i migliori- commentò Noah arrivato a metà panino, io l'avevo già divorato tutto dalla fame
-concordo- mormorai mangiando le patatine
-famelica la piccolina eh- disse Mark ridendo, tutti scoppiammo a ridere.
Dopo aver finito a la cena mio fratello si alzò, sembrava parecchio agitato, lo capivo perché continuava a toccarsi l'attaccatura del naso, lo seguii con lo sguardo, mi madre e Mark parevano normali, come se sapessero tutto quanto, ma tutto cosa?
Mia madre era visibilmente contenta e la vidi estrarre il cellulare dalla borsa, perché stava registrando? Che cavolo stava accadendo?!
-Ava- sussurrò Noah andandole di fronte, l'interessata sembrava perplessa quanto me
-sono passati quasi sei anni da quando ti ho conosciuta- disse poi mettendosi una mano in tasca, notai solo ora il piccolo rigonfiamento nella tasca sinistra
-e dal primo giorno che ti ho incrociata sulla spiaggia mi sono innamorato di te- mi stavo per commuovere perché avevo capito, forse.
Ne ebbi la conferma due istanti dopo quando Noah si inginocchiò di fronte a lei
-vuoi sposarmi?- le chiese con le labbra tremolanti dall'ansia, subito Ava scattò in piedi con le mani alla bocca e le lacrime agli occhi
-si, si certo! Ti amo!- gli buttò le braccia al collo e tutto il ristorante applaudii con foga, tutti noi ci alzammo per abbracciare i futuri sposini, ero molto felice per loro e sinceramente era anche ora che si sposassero, erano bellissimi assieme
-bravo fratellone! Qualcosa di intelligente la sai fare allora!- gli dissi abbracciandolo forte, lui rise e mi scioccò un bacio in fronte
-sono così felice!- dissi stringendo forte Ava, lei, ancora incredula, ricambiò l'abbraccio
-tu sarai la mia splendida damigella- mi disse, io annuì commossa
-ovvio!- sempre che voglia avere una damigella incinta! Pensai.
O cavolo!
Di certo Noah avrebbe inviato Travis.
Come avrei fatto a sopportarlo?
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Siamo solo io e te
RomanceRose e Travis stanno per diventare ufficialmente fratelli, o meglio, fratellastri. un matrimonio, un matrimonio che li obbligherà a vivere insieme per un po', che li costringerà a fare delle scelte e che gli faranno prendere due strade diverse, nono...