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-è uno scherzo- disse mio fratello ad alta voce ridendo
-guardali, stanno scherzando- stava iniziando a balbettare e sparare fuori parole a caso per auto convincersi
-non penso Noah- sussurrò Ava
-io ti uccido- mormorò poi guardando Travis negli occhi, sapevo di cose era capace Noah, aveva fatto a botte tante di quelle volte che ormai vinceva sempre, scattò in avanti verso il padre di mia figlia ma Mark gli afferrò un braccio di scatto
-Noah sta fermo- disse mia madre autoritaria.
Tutti erano sconvolti dalla notizia ma Ava sembrava che conoscesse tutto, non sapevo più cosa dire
-direi che dobbiamo parlare con calma della cosa, a casa nostra- propose James con la sua solita calma, sapevo che lui sarebbe rimasto calmo ma lèggevo nei suoi occhi blu la delusione che provava verso Travis ma soprattutto verso me, e quella mi distrusse, quella fece male, tanto.
Mia madre cercò di fare finta di niente e di restare normale ma le fu leggermente difficile, prese in braccio Ruby e la cullò un po', poi fece per passarla a Noah che la guardò con uno sguardo strano, non pareva felice ma nemmeno arrabbiato, allungò una mano verso mia madre
-io... io non ce la faccio scusate- detto questo uscì dalla stanza, il mio cuore si sgretolò ancora un po' nel vederlo uscire adirato seguito da Ava
-è davvero bellissima- mormorò Melodie per rompere il silenzio
-E tu come stai?- mi chiese Mark avvicinandosi a me, dovevo avere una faccia che esprimeva tutt'altro che felicità, ero confusa,arrabbiata, vergognata e triste, non riuscì a rispondere e scoppiai a piangere tra le braccia dell'uomo che per me era come un papà, le sue braccia forti mi abbracciarono e mi sentii meglio.
Lasciai passare 24h, sapevo che Noah avrebbe affrontato la questione senza farmi soffrire, come sempre del resto. Ogni tanto qualche ostetrica passava a prendere Ruby per delle visite di routine data anche la sua nascita prematura ma mi avevano confermato che fosse in salute e questo mi bastava, quella mattina era passata Michelle con i suoi due piccolini che avevano giusto due mesi in più di Ruby, erano entrambi bellissimi e si chiamavano Edward e Kayle.
Fortunatamente non hanno scelto Travis come nome.
Avevamo parlato seriamente io e lui. Mi aveva spiegato il motivo della sua scomparsa ma io continuavo ad essere arrabbiata per il fatto che non si fosse preso le sue responsabilità come tutti nonostante la paura.
Mi aveva anticipato che non sapeva cosa fare, era confuso e doveva ragionare bene su come voleva vivere la sua vita. Io ci avevo perso le speranze, con o senza Travis la mia piccola bambina sarebbe cresciuta circondata da amore, dal mio, da quello dei suoi nonni e da quello dei suoi zii e delle sue zie.
L'orario di visite era quasi finito, ormai erano andati via tutti compreso Travis, indossai il pigiama pulito e coccolai un lo la piccolina portandomela sul petto
-ehi sorellina- alzai gli occhi dalla mia piccola creaturina che tenevo stretta in braccio
-Noah- esclamai stupita vedendo mio fratello sulla porta
-posso?- mi chiese titubante, io annuì energicamente
-certo, vieni qui- dissi, lui abbozzò un sorriso veloce e poi entrò
-scusa- mormorò rompendo il silenzio snervante che si era creato
-non ti preoccupare- risposi prendendogli la mano e stringendola forte tra la mia
-invece si, sono stato un idiota, tu avevi bisogno di me- notai le lacrime nei suoi occhi blu e quasi mi commossi anche io
-ora sei qui- puntualizzai, entrambi ridemmo
-posso prenderla?- mi domandò indicando la piccola, io annuì e gli passai il fagottino rosa
-Rose è stupenda- sussurrò asciugandosi una lacrima.
Si avvicinò lentamente e poi mi abbracciò forte, entrambi scoppiammo a piangere stretti l'un l'altro.
Penso che nessun ragazzo potrà mai amarmi come fa lui e Ruby non poteva avere zio migliore.

TRAVIS
Ero terrorizzato all'idea di incontrare Noah da soli, finora c'era mio padre o Ava a placare gli animi ma vederci da soli, per parlare ovviamente del casino che avevamo combinato io e sua sorella
-ehi Trav- mi voltai nel sentire il mio nome, Noah stava venendo verso di me con passo svelto è l'espressione tutt'altro che felice
-ciao Noah- mormorai, per me era vergognoso tutto quanto, avevamo lasciato la mia sorellina e l'avrei fatto per la seconda volta ma gli altri non sapevano il motivo, non potevano comprendermi
-immagino tu abbia capito perché ti ho chiesto di venire qui- cominciò senza troppi giri di parole
-di certo non per offrirmi una birra- dissi scherzando per smorzare la tensione, non funzionò
-come sei perspicace- disse con sguardo e tono acido inclinando la testa
-ho solo una cosa da chiederti: resterai? O scapperai di nuovo?- non aspettai a rispondere, voleva una risposta secca e decisa e fu quella che ricevette
-no, me ne andrò- affermai convinto
-complimenti, sei bravo a comportarti da bambino- mi preso in giro lui ancora più arrabbiato.
Se già era incazzato ora lo era di più dopo la mia risposta secca
-tu non puoi capirmi- affermai guardandolo negli occhi
-si invece perché al tuo posto ci sono stato IO- disse enfatizzando quanto fossi stato stronzo
-IO l'ho portata alle visite IO l'ho aiutata a scegliere il passeggino e IO ho scoppiato quel fottuto palloncino alla festa- sapevo che fosse vero, sapevo cosa mi ero perso e anche cosa mi sarei perso ma la decisione era presa e non avrei cambiato idea.
Lo facevo per proteggerle, le mie principesse, anche a costo di lasciarle senza principe.

Siamo solo io e teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora