Capitolo 22 - Ho una domanda

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Il quantitativo di interventi che la folla stava urlando straripava dalle orecchie dei Beastar, non si sarebbe potuto affrontare nulla con tutto quel trambusto: “Abbiamo bisogno della vostra collaborazione, saremo più che contenti di rispondere alle vostre domande, ma rendiamo civili le comunicazioni!” Una volta pronunciate queste parole al microfono la folla tornò allo stato di quiete. “Lei in prima fila, vedo che sembra molto assetato di informazioni! Ci ponga il suo quesito.” Era un uomo di mezza età “E’ stato difficile per voi ritrovare questi due giovani?” Poteva gestirla: “Vede non è stato difficile ma neanche così tanto facile, Ho dovuto girare per 2 o 3 giorni interi tutta la città, parlare con tante persone per avere dei riscontri a livello sociale. Poteva andare molto peggio, ma alla fine si è conclusa in un lieto fine.” Risposto a questa domanda ne seguì un’altra “E’ stato d’aiuto il suo braccio destro?” Legoshi era preparato anche per questa “Il mio aiutante o per me anche mio nonno, in questa indagine ha scoperto alcuni dei miei ricordi e alcune delle mie esperienze scolastiche e tanto altro. Sono fiero di essere suo nipote, e spero per lui sia la stessa cosa!” La folla arrossì e notarono quanto puro effettivamente era il loro rapporto. "Avanti con le domande! Sotto a chi tocca! Tu li di fianco, dimmi pure!" Fece la domanda "Vi sareste mai aspettati di assumere tale carica nella società attuale? Avreste mai pensato ad una nuova nascita del mercato nero?" Gosha si fece avanti "Mi sento in dovere di rispondere a questa domanda… Fin da piccolo ho sempre desiderato di ottenere tale carica, insieme ad un mio amico che è qui presente tra di voi e che è stato l'ex Beastar in carica. Misi su famiglia e capì che la vita in realtà mi stava donando dei valori molto diversi rispetto ai miei desideri. Presi un'altra strada e bruciai completamente l'opportunità di essere il Beastar. Venne al mondo mia figlia, e poi Legoshi, che anche lui a suo tempo stava per assumere questa carica. Rifiutò e continuò per la sua strada, ma ora che la città ha di nuovo bisogno di un punto di riferimento importante, la sua diligente scelta ha realizzato un sogno che ho avuto fin da bambino e che tuttora coltiveró insieme a lui. " ci fu una pausa generale e l'applauso per questa argomentazione era veramente dovuto: "Perché pensate che il mercato nero si sia formato di nuovo? " domanda molto inaspettata ma comunque interessante, Legoshi prese in mano la situazione "Non possiamo stabilire con certezza cosa o chi sia stata la causa di questa seconda formazione. Ma di una cosa siamo certi: lo smantelleremo una volta per tutte. Soccorreremo ogni tipo di carnivoro e costruiremo una clinica pubblica per i casi più gravi. Voi erbivori non dovrete temere più di essere sbranati sia che siate in vita sia che siate defunti! "
Le domande tornarono ad essere tante, servì chiamare il silenzio un’altra volta, ma le orecchie di Legoshi ne percepirono una molto interessante “Ritorneremo mai ad avere una società coesa definitivamente?” I temi iniziavano a diventare molto sensibili e importanti “Il desiderio di essere uniti viene condiviso dall’intera società da millenni. Per tutta la vita carnivori ed erbivori sono rimasti divisi, in tribù ben definite vivevano separati. Fino a quando non abbiamo iniziato a crescere un vera e propria civiltà che però rimaneva ancora tra le grinfie di artigli feroci. Quegli artigli erano gli incessabili istinti predatori. Questi sono dei sentimenti innati che ogni carnivoro necessità per la vita, non potrà mai liberarsene. Ma il segreto sta nel controllarli. Ho imparato io stesso, e parlo da carnivoro, a reprimere il desiderio di carne. Tramite un percorso molto doloroso, e impervio sono riuscito ad arrivare alla beatitudine di vivere serenamente tra tutti voi. Come pochi mesi fa siamo arrivati alla coesione, anche in futuro potremmo sicuramente tornarci!” La felicità che la folla trasmetteva, il calore che veniva fornito ai Beastar, poteva penetrare direttamente nei loro cuori.
Stava succedendo qualcosa di strano, Legoshi con la coda dell’occhio vide qualcuno uscire dal vicolo del mercato nero, aveva in mano delle assi di legno e un insegna con sopra scritto “Carne in vendita” venne seguito da altre persone che trasportavano delle semplici travi. Un via vai del genere non era coerente con il mercato nero, tra migliaia di persone, un tipo con un’insegna di tale calibro non poteva girare tranquillamente!
Un’altra domanda scatto dalla folla ma questa era incomprensibile “Puoi avvicinarti?” chiese gentilmente Legoshi ancora distratto dall’accaduto del vicolo. La persona si avvicinò ulteriormente, ma la domanda continuava ad essere incomprensibile “Vieni sul palco ed esponi il tuo quesito!”
Senza neanche chiederlo, la folla si aprì in maniera naturale, e mostrò la persona che pose il misterioso quesito, Louis era al centro di quella immensa via libera verso il palco. Era anche lui in tiro, era vestito molto bene, si poteva notare nuovamente la sua ricchezza: “Louis che cosa ci fai qui?!” Louis iniziò a camminare lentamente verso il palco “Non potevo non essere presente a questo momento. Anche perchè avrei molto più di una semplice domanda. Capirai ascoltandomi...” I passi si facevano sempre meno, la folla era tesa, e silenziosa, che situazione particolare.
Legoshi si alzò in piedi, Louis era arrivato esattamente sotto il palco, si arrampicò e ci salì sopra. Gli venne portato un microfono.
Stava succedendo come prima qualcosa di strano, Legoshi non riusciva a collegare veramente nulla, Louis stava tremolando, non lo aveva mai visto così teso: “Devo farti una confessione, ti chiedo dal profondo di ascoltarmi...”
I due rimasero in piedi, uno di fronte all’altro, di profilo. Le luci si abbassarono e diventarono più calde.
Da qui la narrazione finale avrebbe preso piede. Da questo preciso punto le sorti del futuro di loro due sarebbero potute cambiare.
Le emozioni di Louis erano veramente molto contrastanti, non capiva più nulla. Non era mai stato così teso neanche per una recita scolastica di fronte a tante persone con una caviglia rotta.
Non c’era il tempo per pensarci, era il momento di cominciare: “Legoshi… Io...”

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