Capitolo 13 - Noi possiamo cambiare il mondo

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C’era bisogno di approfondire tutto quello che Himitsu non aveva voluto esplicitare, forse lui poteva essere la chiave per poter far si che Kenshin tornasse sano e salvo a scuola. “Himitsu abbiamo bisogno di ulteriori accertamenti, le tue uscite non sono state giustificate!” Legoshi affermò giustamente.  Himitsu si sentiva braccato con le spalle contro il muro “Signore non ho nulla da nascondere, lo giuro!”. Sembrava alquanto sincero ma Legoshi era diventato capace nel riconoscere le menzogne. Il giovane studente non sapeva più cosa fare, ormai aveva capito che non aveva più scampo, stava sudando, cercava di andarsene velocemente, era ansioso: “Senta la prego, qualunque cosa io le dirò la prego, non tocchi la mia famiglia. Mi assumerò la responsabilità di tutto.” Il tono di Himitsu era diventato molto pesante, si stava liberando di un suo grandissimo segreto che sembrava fosse stato tenuto soggiogato dentro quel corpo per anni. Legoshi annuì e invitò Himitsu in una stanza del dormitorio, in modo tale che essi potessero parlare indisturbati e comodamente.
Una volta raggiunta la stanza Legoshi e Himitsu, insieme a Gosha che chiuse la porta, si sedettero: “Himitsu allora caro mio, raccontami tutto, se vuoi rivedere il tuo amico dipende tutto dalla verità che mi dirai.” Dopo aver capito il peso delle parole di Legoshi Himitsu capì effettivamente che la vita di Kenshin poteva essere in pericolo. “Signore io e Keshin come le ho già detto prima visitavamo la città nel fine settimana. Non erano delle semplici visite, ma molto di più...” Legoshi stava prendendo appunti “Vede avevamo rotto del materiale scolastico… ehm tanto materiale scolastico e avevamo bisogno di soldi...” Legoshi continuava a scrivere “Ecco avevamo iniziato a lavorare per… la mafia” Legoshi smise improvvisamente di scrivere lasciando cadere la penna sul tavolo, e alzò gli occhi puntandogli dritti su Himitsu.
Dei giovani ragazzi così disperati, resi ciechi dalla paura, non potevano più utilizzare la ragione e facendo così sono caduti nella malavita dalla quale ormai non si potrà mai più uscire.
Himitsu aveva iniziato a piangere “La prego mi aiuti” la sua disperazione e frustrazione erano completamente comprensibili “Non ho dei genitori, non ho mai nessuno con il quale sfogarmi, confrontarmi o semplicemente parlare. Avevo paura, vi prego aiutatemi.” La sua sincerità era palesemente straziante, anche il cuore di Legoshi stava iniziando a cedere, e parlò: “Himitsu è qualcosa di imperdonabile. Lo sai che io dovrei arrestarti per questo?” Himitsu annuì “Ma non lo farò, non sei giustificato, ma sono sicuro che capirai la tua lezione.”
Legoshi aprì un intero discorso: “Himitsu la vita di una persona è continuamente condizionata dalle persone che si hanno intorno. Se non si ha la forza di essere unici, non si seguirà mai una vita diversa. Il rispetto per essa è un qualcosa che si pone sopra alla scelta, anzi si basa su un piccolo aspetto. Il punto di vista è molto significativo, sapere cosa provano i più deboli essendo forti è ciò che pone un individuo ad un livello superiore. Se mai hai avuto occasione di consumare carne, beh gli erbivori che hai assaggiato come te avevano una vita, una famiglia da mantenere, dei cari, un lavoro, degli amici. Essere forti non è affascinante, essere forti è spaventoso. Sapere di avere più forza di molti ci rende partecipi di un dislivello importante, che mai nel mondo potrà essere colmato se prima non ci rendiamo conto della sofferenza delle persone altrui. Himitsu tu insieme a tutti noi carnivori possiamo fare la differenza. Non sappiamo perchè ci siamo meritati di nascere lupi piuttosto che gazzelle, ma di una cosa possiamo esserne certi, la bestia che è dentro di noi è condizionata da un istinto primordiale, che non potrà mai arrestarsi, ma che potrà essere controllato solo sotto una volontà specifica.”
Himitsu era rimasto senza parole, allibito seguì Legoshi che lo accompagnò di nuovo nella sala degli Habitat: “Himitsu non dirò nulla, ti tirerò fuori da questo casino, mi raccomando fai del tuo meglio!” Sussurando Legoshi fornì questo consiglio o rassicurazione al giovane studente che annuì e tornò sorridente tra i suoi amici.
Legoshi entrò per un momento nella stanza e le sue parole risuonarono dolcemente "Era qui che insieme a voi trovavo un senso per cominciare un viaggio. Un viaggio che dovevo intraprendere perché non potevo continuare ad essere fragile. La ragione era una coniglietta, la sua debolezza ha fatto di me quello che oggi state osservando, sono cambiato per lei, sono cambiato perché l'ho voluto. Sono qui per restituire il favore, troverò Kenshin costi quel che costi. Ve lo prometto.”

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