Capitolo 29

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Forse se io non fossi partita tutto sarebbe stato diverso, se io fossi rimasta non sarebbe successo tutto questo.
In quel momento mi sentivo il malessere della gente, quella persone che poteva riuscire a spegnere il sorriso di chiunque in quel salone.
Il mio sguardo si posò su mia madre che volteggiava tra le braccia di Jhon che sorrideva in rimando a sua moglie, era così felice, non ricordavo quando era stata l'ultima volta che vidi mia madre sorridere così spontaneamente, forse non lo aveva mai fatto e io avrei rovinato quel momento.
I minuti sembravano passare troppo velocemente, l'orologio segnava le 11:40 e l'ansia dentro il mio corpo aumentava insieme ai pensieri nella mia testa.
«Tesoro che ci fai qui, non balli?» la dolce voce di mia nonna mi distolse dai miei pensieri.
«Sono piuttosto stanca» mi giustificai sforzando un sorriso.
«Immagino, sei magrissima, ogni tanto mi chiedo se tua madre ti faccia mangiare» sospirò accarezzandomi un braccio.
«Sono stata da papà» l'informai mentre sul suo volto si fece spazio un'espressione di sorpresa.
Le raccontai di come fosse andata da papà, ovviamente tralasciai le corse, avrebbe potuto prendere un infarto in quel preciso momento se ne fosse venuta a conoscenza.
«Quel ragazzo...uhm...come si chiama già..» pensò a voce alta.
«Logan?» chiesi ma si precipitò a negare.
«Quello dagli occhi verdi-azzurri, non ricordo il nome» affermò mentre potevo benissimo immaginare la mia espressione in quel preciso momento.
«T-Taylor?» balbettai mentre la madre di mia mamma mi guardò indagatrice.
«Esatto, non ti ha tolto gli occhi di dosso tesoro» commentò mentre io risi istericamente.
«Nonna, Taylor è il figlio di John» l'avvertì ridendo.
«Per chi mi hai preso? Per una nonnetta di 95 anni? Lo so che è suo figlio, ma ciò non giustifica il suo sguardo» esordì guardando il ragazzo che si trovava sulla pista da ballo.
«E che sguardo avrebbe?» continuai ridacchiando nervosa.
«Ha lo sguardo che tuo nonna aveva con me» sospirò guardandolo sognante.
Nonna mi aveva parlato tantissimo della storia sua e del nonno, di come si erano innamorati e quanto era stato difficile per loro, passavamo intere giornate a guardare le foto oppure visitare i luoghi in cui avevano passato i loro momenti migliori.
«Siamo fratellastri» l'informai alzando gli occhi al cielo.
«E con questo?» chiese aggrottando le sopracciglia.
Era una donna bellissima pur avendo già 56 anni, ma non li avrebbe dimostrati ancora per un bel po' di anni.
«Non so cosa tu stia pensando» sbuffai stravaccandomi sulla sedia diventata improvvisamente scomoda.
«Io sono più che sicura che tu lo sappia» insistette sorridendo beffarda. Se si metteva qualcosa in testa avrebbe fatto di tutto per far vedere che aveva ragione e in questo caso non aveva tutti i torti.
«Abbiamo solo litigato, tutto qua. Un semplice litigio tra aspiranti fratelli» le spiegai mentre lei scoppiò in una fragorosa risata che mi contagiò.
«Faccio finta di crederci. Ma non dimenticarti una cosa tesoro, vivi la vita» sorrise ricordandomi per la millesima volta di 'vivermi la vita'.
«Più di così» beffeggiai, ma purtroppo pensai ad alta voce tant'è che lei mi sentì.
«Ama, vai contro tutti, ma non rinunciare, mai» esordì lasciandomi di stucco.

***

«Tesoro non riesco a trovare Taylor» si lamentò mia madre sedendosi sulla prima sedia che le capitò sottomano.
Il mio sguardo si spostò subito sull'orologio che segnava ormai le 1:30, mi sentì mancare il respiro tant'è che pensai di poter svenire in quel preciso istante.
«Mel stai bene? Sei pallida» chiese mentre borbottai qualcosa di incomprensibile. Cominciai a correre in cerca di Logan ed Alex che riuscì a trovare all'uscita della villa.
«Dove sta Taylor?» chiesi respirando affannosamente senza curarmi della presenza dei miei cugini e degli altri nostri amici.
Dai loro sguardi intuì dove avrebbe potuto essere, mi precipitai in macchina non facendo caso ai richiami dei due ragazzi e di quello di mia madre. Ero sicura fosse andato alla gara, mi maledì mentalmente per averlo perso d'occhio e per essere stata così stupida nel pensare che lui non sarebbe andato.
Il telefono continuava a suonare e non accennava a smettere di riprodurre quella fastidiosa suoneria.
Nessuno aveva deciso chi sarebbe andato o se qualcuno sarebbe andato a quella stupida gara, eravamo dovuti rientrare subito dato che gli sposi avevano avuto la splendida idea di tagliare quella fottuta torta che è finita per metà addosso a loro.
Provai invano a chiamare Taylor ma ovviamente non rispose.
Avrei dovuto correre più veloce del previsto per arrivare in tempo alla gara.
Com'ero arrivata fino a lì? Come erano cambiate le cose da quando la sua casa era diventata la mia?
Da quando il mio odio per lui si era trasformato in amore?
Da quando io ero diventata una delle sue puttanelle?
Il suono di un clacson mi colse di sorpresa facendomi sobbalzare.
2:40, era passata un'ora e io non ero nemmeno arrivata a metà strada, non avrei fatto in tempo e nulla era a mio favore.
Non sapevo nemmeno dove sarebbe stata la partenza della gara, non sapevo nemmeno se sarei riuscita ad arrivarci.
"Strada chiusa per lavori di manutenzione"
Quella frase scritta su quel cartello declinò tutte le mie speranze, frenai giusto in tempo evitando di abbattere quel cartello che mi avvisava della fine della mia corsa.
Afferrai il telefono che era finito ai piedi del sedile e chiamai Logan con dite tremanti.
«Dove cavolo sei?» domandò con voce dura.
«Non ha importanza, dimmi dove si trova» schernì cercando di nascondere la voce rauca a causa del lungo pianto.
«Cosa? Dove si trova cosa?» domandò spaesato.
«Secondo te cosa? La gara Logan, dove cavolo inizia quella fottuta gara dimmelo» sputai arrabbiata.
«Probabilmente avranno chiuso la strada con qualche segnale stradale che indica qualche manutenzione, a meno di 10 metri sarei arrivata» sospirò mentre io riattaccai, scesi dalla macchina e spostai quel segnale per poi sorpassarlo e rimetterlo al suo posto.
Avevo già oltrepassato almeno 10 metri ma non vedevo o sentivo assolutamente nulla, ero arrivata davanti ad un incrocio e non sapevo da quale parte svoltare. Una macchina ad alta velocità sfrecciò davanti ai miei occhi, mi affrettai a seguirla sentendo poi delle urla e dei schiamazzi provenire da non molto lontano, sapevo di essere giunta quasi a destinazione tant'è che dopo pochi minuti mi imbattei in una schiera di macchine ferme.
Scesi il più velocemente possibile non curandomi degli sguardi della gente su di me, sapevo che un vestito color pesca lungo fino ai piedi non era l'abbigliamento adatto a quel genere di evento ma quella era l'ultima cosa per cui preoccuparsi.
Intravidi la macchina di Michael con ancora un po' di rossetto sui vetri che probabilmente non aveva tolto, avrei tanto voluto vedere che faccia avesse avuto nel momento stesso in cui si è ritrovato l'auto piena di insulti scritti con un rossetto rosso.
Vagai ancora con il mio sguardo soffermandomi poi su una leggera folla non molto distante dalle altre composta soprattutto da ragazze non molto vestite.
Stavo per fare un passo in avanti dirigendomi verso essa quando qualcuno mi afferrò per un braccio e mi trascinò in posto buio senza che io avessi il tempo di rendermene conto.
Il mio corpo incominciò a tremare alla vista del ragazzo che si poneva difronte a me con sguardo infuocato mentre stringeva la stretta sul polso causandomi un leggero male che andava sempre di più ad intensificarsi.
«Brutta stronza» sputò spingendomi contro il muro con poca delicatezza.
«Lasciami» sussurrai in preda al panico non riuscendo nemmeno a parlare con un tono di voce normale.
«E perché? In fondo devo ancora finire il lavoro che avevo iniziato un po' di tempo fa non credi? Se non fosse stato per quello stupido di Logan tu saresti stata mia» schernì, tremavo, tremavo come non mi era mai successo mentre ripensavo a quello notte.
«No» osai dire, ma il mio tono di voce era quasi assente.
Il suo corpo cominciò ad avvicinarsi pericolosamente al mio, le sue mani facevano di tutto per demolire il mio vestito, ero schifata, spaventata dal ragazzo che mi stava facendo tutto ciò.
«Lasciami» ritentai mentre le lacrime minacciavano di scendere lungo il mio viso, non dovevo essere debole, non davanti a lui. Eppure quelle fottute lacrime si impossessarono del mio viso rigandolo.
«Che c'è hai paura?» ghignò portandosi una mano nella tasca dei jeans estraendo quello che poteva essere considerato il mio peggior incubo.
«No» sussurrai inorridita dal coltellino che teneva nella mano destra che ben presto si affiancò al mio collo.
«Dato che l'altra cicatrice non è in bella vista potremmo farne un'altra vero?» domandò sorridendo maligno.
Il rombo di alcune macchine lo fece distrarre, ma le sue intenzioni si avverarono e la lama venne a contatto con la mia pelle causandomi un forte bruciore. Sentì il sangue scorrere sul mio collo e sulle mie spalle fino ad arrivare al vestito che presto ne divenne zuppo.
Mi trascinò ancora una volta fino a portarmi nella sua macchina.
«No lei non gareggerà con te» Logan, lui era dietro di noi e alla vista della mia ferita sgranò gli occhi che subito si spostarono su Michael.
«Brutto bastardo che cazzo le hai fatto?» sbottò avvicinandosi minaccioso a lui non consapevole che aveva a disposizione un'arma.
«No, stai fermo» sussurrai flebilmente.
«C-cosa?» balbettò sorpreso come il ragazzo dai capelli colorati.
«Hai sentito, lascialo stare» continuai tenendo lo sguardo basso sui miei piedi.
«Vedo che ragioni adesso» ghignò stringendo la presa sul mio polso probabilmente già viola.
«Vai in macchina» ordinò e io feci come detto, mi diressi lentamente verso l'auto verde affiancata da un'altra nera e un'altra ancora rossa, prima che potessi scomodarmi su quei sedili in pelle mi guardai in giro alla ricerca della mia macchina che era ferma a qualche metro di distanza, se avessi provato a raggiungerla mi avrebbe vista e tutto sarebbe degenerato.
«Quale parte del vai in macchina non capisci» urlò al mio orecchio facendomi sobbalzare, con una spinta mi fece cadere sul sedile e chiuse la portiera attirando l'attenzione dei presenti.
«SONO LE TRE PASSATE E STA FOTTUTA GARA DI MERDA NON È ANCORA INCOMINCIATA» sbraitò mettendosi sotto la luce del lampione così che tutti potessero vederlo. Anche il gruppetto di ragazze si dissolse facendo così intravedere la persona che tanto cercavo.
La portiera della macchina venne velocemente aperta e io altrettanto velocemente portata via, pensai fosse stato di nuovo Michael ma per mia fortuna non fu lui ma bensì Logan seguito da Alex.
«Porca merda che cazzo ti ha fatto» sussurrò a denti stretti serrando le mani facendo così diventare le nocche bianche.
«La macchina, mi serve la mia macchina» esordì dirigendomi verso di essa seguita da loro due che mi facevano da scudo.
«Che vuoi fare?» chiese Alex nel momento stesso in cui entrai nell'auto.
Il mio piano inizialmente era quello di raggiungere Taylor e impedirgli di gareggiare, ma a quanto pare le cose si erano complicate e lui non mi sembrava tanto fuori luogo.
«Gareggiare no?» chiusi la portiera con forza prima che loro potessero discutere, e quando Michael entrò in macchina mi decisi ad accendere la mia attirando l'attenzione di tutti compresa la sua. Avanzai a destra della sua macchina dove prima c'era una macchina rossa che probabilmente si era ritirata.
«Perché cazzo sei lì?» sbottò mentre io sorrisi beffardamente.
«Per lo stesso motivo per il quale tu sei qui» risposi. Era evidente la sua rabbia, chiunque l'avrebbe potuta vedere.
Mi decidi poi di guardare alla mia sinistra ritrovandomi la prima ma l'ultima persona che intendevo vedere in quel momento.
La ragazza che avrebbe dovuto dare il via alla corsa si stava lentamente dirigendo verso il centro, era ormai pronta a dare il via quando qualcuno si accomodò nel posto del passeggero.
Accelerai nel momento stesso in cui la bandiera che teneva in mano si abbassò di scatto facendo così aderire i nostri corpi al sedile.
«Non dovevi» disse provocandomi dei brividi, avevo immaginato fosse lui ma non ne ero stata sicura.
«Non dovevo fare molte cose» risposi accelerando sempre di più, ma questo non lo portò a smettere di conversare.
«Per esempio?» chiese guardando la strada.
«Non so da dove cominciare» non sapevo per quale motivo fossi tanto fredda con lui, forse tutte quelle ragazze intorno a lui mi avevano dato leggermente fastidio, anzi no mi avevano dato fastidio e basta.
«Dal principio» affermò come se fosse ovvio.
«Dal principio? Bene, per prima cosa sarei dovuta andare a vivere da mio padre e non a casa tua, non avrei dovuto accettare quel accordo o meglio non avrei dovuto scopare con te. Forse non sarei neanche dovuta scappare a Los Angeles dato che i problemi sono solo aumentati, quella sera non sarei dovuta uscire, almeno adesso non mi troverei in questa situazione. Ma soprattutto non avrei dovuto innamorarmi di te» affermai, cercavo di capire per quale motivo Michael non si ostinava ad accelerare ma continuava ad affiancarci, ma sapevo che non era una cosa positiva.
«Nessuno ti ha detto di andartene a Los Angeles, hai fatto tutto da sola, te ne sei andata senza dire niente a nessuno senza dare una cazzo di spiegazione Melissa» urlò sbattendo le mani contro il cruscotto della macchina.
«Sarei dovuta restare?» chiesi sgranando gli occhi.
«Si» risposi freddo con lo stesso volume di voce.
«Sei serio? Cioè sarei dovuta restare in quella casa sapendo che mia madre si sarebbe sposata con il padre del ragazzo con cui avevo un accordo che implicava solo sesso senza nessun sentimento, ma che io stupida ragazza di 19 anni non ho rispettanti del tutto finendo per innamorarmi di lui? Ho fatto un favore a tutti» urlai a mia volta mentre lui scoppiò a ridere aumentando la mia collera.
«Credi sia stato facile? Veramente tu credi che quando tu te ne sei andata tutto è andato bene?» chiese aumentando la sua risata.
«Tu non sai un fottuto cazzo, tu non sai che Alex è stato sul punto morire per della fottuta droga e che io da perfetto coglione l'ho seguito finendo nelle sue stesse condizioni. Non sai che culo ci ha fatto tua madre cercando di capire perché te ne fossi andata, aveva dato la colpa a noi porca troia e Alex non centrava un cazzo, lui si è rovinato solo dalle parole che lei continuava a dirgli, e che quello che doveva essere incolpato era solamente io. Tu non immagini quante volte siamo finiti dietro le sbarre, quanti disastri abbiamo fatto in due fottuti mesi, tu non lo puoi sapere.
Ti basi solo sulle cazzate che hai in quella fottuta testa, pensi che tutto vada come dici tu, salti alle conclusioni prima che qualcosa succeda. Ecco perché te ne sei andata, avevi paura di affrontare tutto avevi paura di quello che sarebbe successo prima del matrimonio, tu avevi paura delle cose che sarebbero successe fra noi» sbottò.
Ero scioccata, delusa, ero una stupida che aveva pensato solo a se stessa, ecco ero un'egoista.
Mi ricordai della sera in cui portammo Taylor in camera, quando Alex mi disse che lui era fatto è che non si limitava al bere, ma a quanto pare a quella roba era abituato pure lui.
«C'è altro che devo sapere?» chiesi con voce tremante.
«Ti sei chiesta per quale motivo tutto quello che ti ho detto è accaduto? No vero? Beh mi dispiace informarti che tutto questo è accaduto per il semplice fatto che tu mi hai dato alla testa e io sono fottutamente innamorato di te» affermò.
«Cosa?» balbettai pensando che quello che aveva detto me lo ero solo immaginata.
«Sono innamorato di te Melissa, ti amo» ripeté mentre le lacrime sul mio viso aumentarono a dismisura.
«Ti amo» dissi non molto prima che la macchina di Michael ci tagliasse la strada.

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Prima cosa mi scuso per il ritardo ma ho avuto troppi imprevisti e non sono riuscita ad aggiornare prima, ma ehi..ho appena aggiornato 🎉.
Seconda cosa la STORIA NON È FINITA.
Spero vi sia piaciuto, se così fosse gradirei che metteste la stellina 🌟 e perché no anche un piccolo commento su quello che credete succederà o che vorreste succedesse❤️ Grazie.

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