Capitolo 10 - Sister

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«Alex smettila» urlai per sovrastare la musica di sottofondo che c'era nel locale. Nonostante le mie suppliche Alex non era intenzionato a smettere di farmi il solletico mentre ballavo.

«Voglio bere» dichiarò afferrandomi per la mano e conducendomi al bancone. Bevvi l'ennesimo shot di vodka di quella sera, sentendo il famigliare bruciore dell'alcol solleticarmi la gola.

Avevamo deciso di uscire tutti insieme come ai vecchi tempi, solo che a noi si erano unti Taylor, Alesha e Trent che si rivelò essere il fratello di Alesha.

In effetti si assomigliavano un po' fisicamente. Erano così diversi. Magari anche loro avevano accordo? Tipo come me e Taylor? Insomma Trent era bello e dava la netta sensazione di essere bravo. E poi è più gente di Taylor e...Dannazione ero ubriaca.

«Andiamo» affermai trascinando Alex per poi ballarci insieme. Tuttavia dopo un tempo indefinito se ne andò e al suo posto due braccia mi cinsero i fianchi.

«Stasera sei a dir poco fantastica» sussurrò facendo scorrere una sua mano sulla mia gamba, fino ad arrivare alla fine del vestito. Mi girai verso di lui incontrando così due occhi grigi, leggermente rossi a causa dell'alcool che aveva bevuto.

Non so per quale motivo, se per il suo fascino o per l'alcool che avevo il corpo, lo baciai. Forse per i pensieri che avevo fatto poco prima.

Finii con le spalle contro il muro e Trent addosso.

Che diavolo stavo facendo? Perché stavo baciando un ragazzo che avevo conosciuto meno di una settimana prima? Perché stavo agendo come sua sorella?

«Scusa» borbottai dopo essermi staccata da lui. Prima che potesse parlare me ne andai, ma qualcuno mi bloccò.

«Che cazzo di problemi hai?» urlò sbattendomi contro il muro. Avevano tutti la strana abitudine di sbattere le persone da qualche parte, diamine.

«Cosa scusa?"

«Perché cazzo hai scopato con quel puttaniere?» riformulò la domanda al limite della pazienza. Quando beveva era ancora più rude del solito.

«Primo non me lo sono scopato, secondo il puttaniere qui sei tu e terzo che te ne frega?» sbottai dimenandomi dalla sua presa.

«Cazzo tu sei mia e basta lo vuoi capire, solo io posso scopare con te, abbiamo un accordo» dichiarò passandosi una mano fra i capelli, probabilmente frustato.

«Non rincominciare okay?! Io non appartengo a nessuno men che meno a te..» ribadì vendendo zittita dalle sue labbra carnose.

Alzò il mio vestito mentre nel frattempo io intrufolai le mie mani sotto la sua camicia nera. Prima che potessimo continuare mi trascinò in bagno e una volta lì cominciò il vero e propio assalto su di me.

Con una mossa decisa gli sbottonai la camicia rompendo addirittura alcuni bottoni che rimbalzarono a terra facendomi ridere. In quel momento mi faceva ridere pure l'accordo.

Slacciai velocemente la sua cintura mentre lui lasciava una scia di baci sul mio collo.

«Cazzo» ansimò mentre giocavo con la sua erezione. Lui in risposta infilò due dita dentro di me cominciando a pompare, facendomi così gemere rumorosamente.

«Sto per venire» ansimai graffiando leggermente la sua schiena.

«Brava piccola, ma non è ancora finita qui» affermò prima di entrare dentro di me.

Dopo poche spinte venimmo entrambi urlando ognuno il nome dell'altro.

Non appena mi vestii, mi fece sedere sul lavandino del bagno, posizionandosi in mezzo alle mie gambe.

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