Capitolo 7 - Dad

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«Certo che vi siete dati tutti da fare eh» esordì la mia migliore amica, volgendo lo sguardo su di me, Alex, Taylor e il migliore amico di quest'ultimo, Brayan.

«Già» mi limitai a rispondere spostando il cibo sul mio piatto, da un lato all'altro.

«Con chi?» domandò spezzando il silenzio che regnava a tavola.

«Con chi cosa?» replicai lasciando cadere la forchetta con noncuranza sul piatto.

«Con chi ti sei data da fare? O meglio con chi vi siete dati da fare?» ripeté guardando curiosa ognuno di noi.

«Uhm, credo sia stato Sean» riposi guardando altrove. Ero brava a mentire, ma sapevo che in quel caso i miei occhi avrebbero terribilmente detto il contrario e lei sarebbe subito andata a fondo nella questione.

«Come credi?» insistette posando le posate così da poter afferrare il bicchiere e bere un sorso d'acqua.

Per qualche motivo mi innervosii e non poco. Mi morsi la lingua evitando di dire cose poco gentili. Era insopportabile quando faceva così tante domande. Ma d'altronde era la mia migliore amica e certe cose le avrebbe dovute sapere, anche se quella volta sarebbe stato meglio tacere.

«Ho davvero detto credo? Intendevo con Sean e basta» affermai decisa mentre mi alzavo dal tavolo. Posai il piatto ancora colmo di cibo sul ripiano della cucina e me ne andai al piano di sopra dopo aver salutato gli altri.

***

«Allora signorina Anderson cos'ho appena spiegato?» domandò il professore di geografia che dall'espressione che aveva sembrava essere piuttosto irritato.

«Che.....non lo so» risposi sbuffando leggermente.

La mia testa era altrove e non avevo ascoltano nemmeno una parola di quello che il vecchio professore aveva spigato durante la lezione.

«Dato il suo "non lo so" deduco che la geografia non le interessi, perciò è invitata ad uscire dalla classe e a fermarsi questo pomeriggio in detenzione.» affermò facendomi capire che non avevo altra scelta e che sarebbe stato inutile ribattere, ma io ovviamente andai contro.

«Ho le selezioni questo pomeriggio, quindi non credo io possa fermarmi in detenzione» ribattei, ma con uno sguardo gelido mi fece capire che non gliene fregava nulla. Selezioni o no avrei passato il pomeriggio in detenzione e metà di quell'ora fuori dalla classe.

Vagabondai per i corridoi vuoti senza una meta ben precisa e una volta giunta nel cortile esterno mi accomodai su una panchina e fumai una sigaretta.

Erano ormai passati tre giorni, piuttosto terrificanti e ansiosi, dalla festa che si era svolta a casa, e Taylor non si ricordava assolutamente nulla di quello che era successo tra di noi. Dal canto mio avevo passato ogni minuto del giorno a rimproverarmi e ad odiarmi per essere ceduta.

Per non palare di Sean che non mi aveva più rivolta parola da quella sera e di Jessica che mi tormentava per sapere gli ipotetici particolari della serata, mentre io, fortunatamente, riuscivo sempre a rimandare anche se ero consapevole che prima o poi avrei dovuto dirle la verità.

Ma alla fine cosa avrei dovuto spiegarle?

"Ehi Jess, sono andata a letto con Taylor che non si ricorda nulla di quella sera e io ovviamente faccio di tutto purché i ricordi non vengano a galla" sorrisi amaramente. Ero una stupida, una fottuta stupida.

«Sbattuta fuori?» domandò Alex facendomi sobbalzare per la sorpresa. Ridacchiò leggermente mentre si accomodava accanto a me e faceva un trio dalla mia sigaretta.

«Già» risposi guardando le mi scarpe. Mi sentivo in colpa, mi sentivo sporca per quello che avevo fatto, tanto più se non ne potevo parlarne con nessuno.

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