Capitolo 27

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||TAYLOR POVS||
-Buongiorno- urlò forse un po' troppo entusiasta il mio migliore amico.
-Mi spieghi quali cazzo di problemi ti affliggono? Ieri sei arrivato dal tuo viaggio, per giunta in ritardo di 4 giorni, come se fossi tornato da un funerale mentre adesso sembra che sei sotto effetto di qualche droga pesante- commentai afferrando una mela per poi mangiarla.
-Hai il ciclo? No perché se è così credo che l'aiuto che ti serve lo puoi tranquillamente trovare altrove- ribatté sarcastico.
-No, la questione è ancora più grave. Amico da quando non scopi?- continuò non lasciandomi tempo di rispondere alle sue provocazioni.
-Mi prudono le mani- mi limitai a dire scatenando solo una risata da parte sua.
-Andiamo a preparare sto ricevimento- disse uscendo di casa mentre nel frattempo io prendevo la macchina.
-Dobbiamo andare a ritirare gli smoking e i vari decori che dobbiamo poi portare alla villa- spiegai dirigendomi al negozio di abbigliamento.
-Ok- si limitò a rispondere dato che il mio telefono aveva preso a suonare e non aveva intenzione di smettere.
-Non rispondi?- mi chiese guardando l'iPhone.
-È Alesha e sinceramente non ho voglia di averla tra i piedi- risposi acidamente.
-Non hai voglia di averla tra i piedi da quando Melissa se ne è andata, o per meglio precisare il tutto, hai cominciato ad ignorarla dal preciso istante in cui la mia migliore amica è entrata a far parte della tua vita- esordì scendendo dal l'automobile e dirigendosi verso l'entrata del negozio.
-Non rincominciare- lo avvertì.
-Non dirmi che non ho ragione. Andiamo amico, da quando lei se ne è andata l'unica cosa che sei stato capace a fare è stata quella di bere fino a dimenticarti il tuo stesso nome, ma continuare a blaterare il suo in continuazione- continuò sbattendomi spudoratamente la verità in faccia.
-Cosa cazzo ti aspettavi? Che io facessi finta di niente? Che continuassi a scopare come facevo prima che lei piombasse nella mia vita? Che la rimpiazzassi con delle puttane? Mh? Come credi che io sia stato? Il giorno prima scopro di amarla e il giorno dopo lei si trova su un aereo diretto a Los Angeles probabilmente scappando da me e dal matrimonio di sua madre. Quindi ti pregherei di non aprire più l'argomento.- dissi tutto d'un fiato arrivando alla villa che avevano affittato per il matrimonio.
Avevo sentito la mancanza di Melissa in una maniera assurda, non pensavo nemmeno di poter provare una tale nostalgia per una persona, come non sapevo di poter provare un sentimento tanto forte verso di lei.
Quella ragazza mi aveva cambiato del tutto, era riuscita ad abbattere ogni mia corazza, ogni mia barriera difensiva, rendendomi così vulnerabile a lei.
-Quella cameriera ti sta scopando con gli occhi- mi sussurrò Alex indicando la ragazza che continuava a mantenere fisso lo sguardo sul mio corpo.
-Non mi ispira- commentai posando lo scatolone vicino all'entrata.
-A te non ispira nessuno che non sia..- cominciò a dire con un sorriso furbo sulle labbra.
-Stai zitto- schernì frustrato interrompendolo prima che potesse nominarla.
Dopo un'altra ora passata a scaricare gli scatoloni contenenti le decorazioni ritornammo a casa.
-Mi sa che prima che tu partissi avrei dovuto ricordarti che eri fidanzato- stuzzicai Alex al mio fianco.
-Per quale motivo avresti dovuto?- chiese bevendo la sua birra.
-Hai delle occhiaie enormi- dissi cercando qualcosa da mangiare in cucina.
-Non ho scopato, semplicemente non ho dormito molto bene- si giustificò mentre la suoneria del suo telefono rimbombò nella stanza.
-Pronto..ehi...cosa?...ma che cazzo?....dille che è una cretina....cosa le hanno detto?....ovvio lei è fatta così...scherzi?....devo venire io?....si si....dille che la sento e che non hai bisogno da fare da interlocutore...si...dove siete?....boh c'è rumore...bene...ciao..ah Logan tienila solo d'occhio- furono le parole che lui disse durante la chiamata.
-Chi è Logan?- chiesi buttando la bottiglia di birra ormai vuota.
-Ehm....una sorta di amico- rispose agitato, alche un pensiero si fece spazio nella mia mente.
-Amico sarai mica diventato gay?- dissi con voce acuta beccandomi uno sguardo fulminate da lui.
-Dio ma che cazzo c'hai al posto del cervello? È un amico che ho conosciuto a Los Angeles- rispose finendo la sua birra.
-T-tu sei andato a Los Angeles?- chiesi confuso.
-I-io? N-no, cioè tanto tempo fa, mica il fine settimana passato- balbettò uscendo in giardino dirigendosi verso la stanza della musica.
-Cosa hai intenzione di fare?- domandai seguendolo.
-Rimettere a posto il casino che hai fatto in quel posto- schernì indicando il vecchio garage.
-Fai pure, io lì non ci metto più piede da mesi, e di certo non ci entrerò perché me lo stai dicendo tu- ribattei mettendomi le mani in tasca per cercare le sigarette e l'accendino.
-Ok tu resti fuori e io rimetto in ordine- decise entrando e parlando di qualcosa che non riuscì a capire.
-Che cazzo stai dicendo?- chiesi alzando il tono di voce in modo che lui mi sentisse.
-Che dovremmo rincominciare a suonare con la band- ripeté con il mio stesso tono di voce seguito poi da un gran frastuono che mi fece precipitata dentro per vedere se fosse successo qualcosa.
-Alex? Che cazzo stai bene?- lo chiamai non vedendolo.
-Uhm...non proprio- rispose da dietro il divano.
-Sei caduto?- domandai aggrottando le sopracciglia.
-No sono caduto. Cosa ci faccio secondo te per terra?
Te lo chiedo anche in ginocchio, ma per favore scopa oppure fai qualcosa che faccia funzionare il cervello che ti ritrovi- si lamentò alzandosi e pulendosi i vestiti impolverati.
-Sei frustrante- commentai passandomi una mano fra i capelli.
-Mai quanto te- rispose per poi darmi una pacca sulla spalla e continuare a raggiungere il suo obiettivo.
Avevo distrutto questo posto il giorno dopo la sua partenza, non suonavo da quel giorno, non uscivo più con il gruppo che si era creato, non facevo più le cose di una volta. Mi odiavo per essere stato così vulnerabile a causa sua, così dipende da quella ragazza.
-Credo che andrò a fare visita ad Alesha, non aspettarmi per cenare insieme, probabilmente tornerò tardi e non in buone condizioni- lo avvertì per poi uscire di casa.

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