19. Here comes the rain again

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Billy cade a peso morto sul suo letto, guardando il soffitto con un sorriso sognante e idiota stampato in faccia.

Può ancora sentire il tocco delle morbide labbra di Steve su tutto il suo corpo, sul suo petto, sul suo collo. Quella scena con lui, sentirlo dire ad alta voce quelle cose sconce, vederlo così eccitato e pieno di desiderio, è una cosa meravigliosa. Steve vuole scoparlo, così tanto. Ed è un vero piacere che Billy voglia esattamente lo stesso. È da un po' che lo vuole, lo desidera, ci fantastica sopra.

Allunga pigramente una mano sull'elastico delle sue mutande, chiudendo gli occhi ed esalando un lungo respiro. Steve nella sua fantasia è abbastanza imponente, ma Steve nella realtà... va semplicemente oltre. Si ritrova a strofinare languidamente il suo cazzo attraverso il tessuto mentre insegue mentalmente le sensazioni del tocco di Steve ancora fresco sul suo corpo. Sì. Ha sicuramente intenzione di masturbarsi, magari scopandosi da solo aggiungendo un paio di dita umide nel suo piccolo orifizio, immaginando disperatamente che sia Steve nell'atto di farlo.

Quindi, apre gli occhi, intenzionato a raggiungere il lubrificante nell'ultimo cassetto del comodino, ma si rende subito conto che qualcosa non va: è tutto spento. Non è più nella sua stanza. È ancora sul suo letto ma circondato dall'oscurità e dal vuoto cosmico. Una bambina è in piedi accanto a lui e lo fissa con i suoi grandi occhi marroni da cerbiatta, il viso inespressivo e immobile.

"Ciao, Billy".

"CHE CAZZO..."

Salta sul suo posto, facendo scricchiolare il letto, mentre un'improvvisa e imbarazzante ondata di calore gli colpisce il viso.

"Cosa stavi facendo?" chiede El, atona, sollevando leggermente un sopracciglio con vago interesse. Ok, o è una specie di ritardata o lo sta solo prendendo per il culo. Billy non può capire, forse la ragazzina è davvero, davvero ingenua come appare. Sospira, schiaffeggiando il viso in segno di resa, e appoggia la testa sul cuscino. Almeno non l'ha beccato con il suo cazzo in mano o, peggio, con le dita nel buco del culo. Sarebbe stato molto più difficile da spiegare.

"Gesù, ragazzina! Non puoi intrufolarti nella mia mente, tu..." geme, infastidito e sconfitto. El non ha smesso di fissarlo, anche se non sembra particolarmente preoccupata. Parla lentamente e con calma.

"Sei tutto rosso. Hai la febbre?" a questa domanda ridicola, Billy grugnisce e afferra il cuscino accanto a lui, mettendoselo sulla faccia per coprire il disordine o forse, perché no, soffocarsi a morte per scappare da quella situazione.

"Che cazzo vuoi?" chiede, sgarbatamente, con la voce attutita dal cuscino che sta ancora stringendo in una presa di ferro.

"Sono venuta a fare un saluto".

Un saluto. Un. Saluto. Un cazzo di saluto.

"...E per chiederti di venire a casa mia domani", continua. Billy getta via il cuscino e strizza gli occhi verso di lei. "Cosa? Farai un tea party o qualcosa del genere? Ci facciamo le trecce e ci raccontiamo i nostri piccoli segreti?" sputacchia, velenoso. Si sta comportando un po' da stronzo, ma è ancora troppo incazzato per l'intrusione di El nella sua mente, specialmente quando stava per scaricare un po' di tensione come fa normalmente un buon adolescente in piena crisi ormonale. El, tuttavia, non mostra alcun segno di fastidio per le sue cattive maniere.

"Hai bisogno di fare pratica", afferma semplicemente e, beh, Billy non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Lui sa che lei sta parlando del suo assolutamente non desiderato strambo "superpotere del Mind-Flayer".

Lui fa una smorfia, inacidito. "Ironico. L'ultima volta non è andata bene, se ricordo bene. Quindi? Hai così tanta voglia di morire? Vuoi che diventi il cattivo di questa storia?"

Strange Pleasures - HARRINGROVE TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora