capitolo 18

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Mi svegliai e vidi la mia bimba vicino a me le accarezzai i capelli e le guardai la fasciatura sul braccio fatta da me poche ore prima e mi rattristai immediatamente, più volte le avevo guardate le cicatrici che si concentravano maggiormente sulle cosce e sulle braccia e non avevo mai detto nulla, ma adesso avrei proprio dovuto farle un discorsetto.
Mi alzai senza svegliarla e andai in soggiorno ad allenarmi come ogni mattina, la forma fisica era molto importante per me.
Stavo per finire il mio allenamento quando sentii un rumore dietro di me così mi girai
"Daddy, lo sai che sei bellissimo quando ti concentri e ti alleni?" La voce della mia dolce lily arrivò alle mie orecchie prima che potessi vederla
"Buongiorno anche a te cucciola" mi alzai e finalmente la vidi, la raggiunsi e la baciai delicatamente.
"Dovrei finire, dammi qualche minuto e sono subito da te lo prometto" dissi io una volta staccato dal bacio, feci gli ultimi addominali un po di stretching e tornai dalla mia principessa che mi guardava estasiata senza essersi mossa dalla porta.
La presi per mano e andammo insieme in cucina dove la feci sedere su una sedia e le preparai la colazione
"Cucciola, dobbiamo parlare riguardo a quello che è successo, non sono arrabbiato ne tantomeno deluso, vorrei solo capire il motivo per cui lo hai fatto magari riusciamo a risolvere, anche con l'aiuto di uno specialista, non voglio che tu stia male e che ti faccia male, ci tengo a te e mi fa un sacco male vederti soffrire in questa maniera" lei abbassò la testa e iniziò a torturarsi le mani
"Ho iniziato a 12 anni, i miei fratelli mi mettevano pressione perché non contribuivo al mantenimento della famiglia e philip mi ha picchiato. Stavo così male che l'unica cosa che avevo in testa era di ammazzarlo di botte, così la notte ho preso un coltello e sono andata in camera sua, non mi è sembrato giusto, mi sono sentita un mostro e così me ne sono fuggita in camera ancora con il coltello in mano e ho fatto il primo taglio, non faceva troppo male, e vedere il sangue che usciva mi dava un senso di tranquillità assurdo, era come se insieme al sangue da me uscivano pure i sensi di colpa, solo che quel rivoletto era troppo poco e ne feci altri alcuni più profondi altri meno fino a che non mi sentii esausta e finalmente ripulita da tutte le colpe. Non volevo che i miei fratelli si insospettissero e visto che i tagli erano fatti alla rinfusa pensai di spaccare il vetro della finestra e scappare, inscenando una fuga.
Vagai tutta la notte. La mattina dopo fui trovata su una panchina da un agente di polizia che mi portò in centrale e chiamò mio fratello. Gli dissi che avevo fatto a botte per il labbro rotto e l'occhio nero e gli altri lividi sul corpo e per spiegare i tagli dissi che uno aveva il coltello, mi credettero e mi lasciarono andare. I miei fratelli non dissero nulla e chiusero la finestra con le assi di legno, io continuai a tagliarmi, poi entrai in riformatorio e non potei più farlo. Trovai altri modi, appena uscii ripresi a farlo, ma da quando sono qui non l'ho mai più fatto, non ne sentivo la necessità, fino a stanotte ecco"
La mia bimba aveva sempre lo sguardo fisso a terra e sembrava momentaneamente apatica come se tutto quello che aveva raccontato non la riguardasse minimamente.
Io ero scioccato, non sapevo come comportarmi
"I tuoi fratelli non ti hanno mai detto nulla?" Chiesi io dopo un po
"Non li hanno mai notati, e anche se lo avessero fatto probabilmente mi avrebbero incitata a farli più profondi per ammazzarmi" riprese fiato "no, non voglio aiuto, lo so da me che quello che ho fatto è sbagliato, lo so che mi sono deturpata permanentemente il corpo, ma non mi serve aiuto, sto bene così, davvero,scusa se ti ho fatto preoccupare ma non ho più intenzione di farlo, ho finito e questa ultima volta me la ricorderò per sempre" io non ero molto convinto delle sue parole
"E come posso essere sicuro che sia l'ultima volta?" Le chiesi io, non che non mi fidassi di lei, ma quando succedono queste cose non si può mai essere sicuri di nulla.
Lei in risposta iniziò a slegarsi delicatamente la benda, si pulì il braccio con altrettanta cura e poi me lo mostrò. Con dei tagli estremamente precisi e profondi c'era scritta la parola fine.
Io la guardai stando muto per capire meglio cosa volesse dire
"Beh è la fine di tutto, della mia vecchia vita, del terrore che lui mi procurava, dei miei sensi di colpa, della sua vita e soprattutto della mia sofferenza. Non ho più bisogno di soffrire per quello stronzo, non ho più bisogno di sfogare i miei sensi di colpa e tutte le emozioni negative tagliandomi, morto un papa se ne fa un'altro, chiusa una porta si apre un portone, queste 4 lettere per me sono una promessa, la promessa di non finire mai più come quando ero con loro, di chiedere aiuto nel momento del bisogno e soprattutto prometto a me stessa di non fare la sua stessa fine. Sono molto importanti queste parole per me."
"Fai una promessa anche a me allora, promettimi che se un giorno vorrai mai infrangere questa promessa, non importa dovebsaremo, non importa l'ora ne tantomeno se ci parleremo ancora. Tu promettimi che qualora tu abbia intenzione di infrangere questa promessa per qualsiasi motivo, chiamami e fatti aiutare. Promettilo." La guardai negli occhi "promettimelo lily, per favore"
"Te lo prometto dylan, te lo prometto" e detto questo si alzò e ci dammo un bacio casto carico di significati.
"Ora prepari la colazione che sto morendo di fame?" Rovinò lei il momento e io mi misi a ridere
"Ai vostri ordini principessa" dopo aver mangiato io dovetti andare in ufficio e lei volle venire con me
"Per favore daddy, mi comporto bene e starò tutto il tempo in sala d'attesa, non ti disturberò, ne creerò problemi, ma portami con te, per favoreee" io accettai rassegnato
"Mh va bene, ma alla prima lamentela del mio staff che ricevo ti prendo e ti porto a casa, chiaro?" Cercai di farla spaventare e lei annuì" ci vestimmo e andammo a lavoro. Ovviamente lei si vestì come al suo solito e anche se era pieno giugno io dovetti mettermi camicia e pantaloni lunghi. Non andavo mai in ufficio, si occupavano di tutto i miei collaboratori, ma oggi era giorno di assunzioni e i colloqui avrei dovuto farli io. Dopo una buona mezz'ora di macchina arrivammo. Entrai nel parcheggio e vidi che il mio posto era occupato da un'altra macchina,mi innervosii immediatamente, parcheggiai in un'altro posto e scesi
"Bene cucciola, ora tu entrerai da destra e ti siederai in un posto libero io sarò in ufficio, non vedrai tornare le persone quindi piano piano l'ufficio si svuoterà, se hai bisogno di qualsiasi cosa chiedi alla segretaria di poter avere un colloquio con me, tutto chiaro?" Lei annuì, mi diede un bacio casto sulle labbra e si diresse a sinistra, fuori dal palazzo
"Ti ho detto destra non sinistra" la sgridai io
"Si lo so, ma volevo fumarmi una sigaretta prima" mi si avvicinò nuovamente e iniziò a farmi gli occhioni dolci
"Ho capito ci andiamo insieme, ma non fuori, all'ultimo piano c'è la terrazza apposita, andiamo là" finito di fumare lei andò in atrio e io iniziai a fare i colloqui
Dopo pochi il mio interfono suonò e la voce della mia segretaria uscì chiara dal marchingegno
"Signor wolf appena finisce questo colloquio ha un appuntamento con un'altra persona, la faccio entrare" la ringraziai e continuai, quando il ragazzo che si era presentato uscii dal mio ufficio entrò lily
"Ah quindi eri tu l'appuntamento con un'altra persona eh?" Chiesi io accennando un sorriso, lei annuì e mi si mise in grembo
"Di là c'erano tutte vestite come te, tutti con monotoni e noiosi che mi guardavano male, volevo distrarmi un poco" mi misi a ridere e la feci alzare
"1 sei voluta venire tu qui e 2 io devo lavorare" la rimproverai io
"Lo so, ma pure tu hai bisogno di una pausa" detto questo cliccò il tasto per comunicare alla segreteria che poteva mandare un'altro candidato e velocemente lei scivolò sotto al tavolo e con mano esperta mi slacciò e abbassò i pantaloni
"Ho sempre voluto farlo come nei film sotto alla scrivania" detto questo mi prese il membro e iniziò a succhiarlo e a leccarlo senza far rumore. Il candidato entrò, si presentò e il colloquio iniziò, quando il mio daddy stava ascoltando diminuivo i movimenti e glielo leccavo lentamente mentre parlava lo portavo quasi sempre al culmine, finalmente il collquio finì e appena sentì la porta chiudersi tirai lily per i capelli e piegatala a 90 sulla scrivania le abbassai le mutande e la penetrai
"Ti sembra giusto negare l'orgasmoal tuo daddy per così tante volte?" Le chiesi tra una stoccata e l'altra tenendola sempre per i capelli tirandoglieli indietro in modo che inarcasse per bene la schiena
"No daddy, non mi sembra corretto" parlò lei quasi senza fiato, quando venni uscii da lei senza farla venire
"Ma io" la interruppi" lo so perfettamente, ora muoviti e vai in un angolo, sei in punizione"
"Ma cos'ho fatto adesso?" Lei si lamentò
"Hai detto che non mi avresti ne disturbato ne creato problemi, per colpa tua non ho minimamente ascoltato il tizio che parlavo" lei sbuffò ed eseguì il mio ordine malvolentieri
"Teresa, manda via tutti gli altri candidati, ho trovato la persona giusta" detto questo chiusa la porta a chiave e iniziai a pensare alla punizione per lily

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