Capitolo 5

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Ero incazzata nera con il mio prof, non aveva il diritto di dirti cosa dovevo e cosa non dovevo fare, e soprattutto non aveva il diritto di rovinarmi lo sballo, anche se non era stato un granché.
Entrai a casa distrutta dalla stanchezza
"ti sei fatta di nuovo accompagnare da Dylan vedo" disse phil a braccia incrociate appoggiato alla porta
"si e a te non te ne deve fregare" dissi io acida
"non permetterti di rispondere di nuovo così, che già sto incazzato nero con te" disse lui
"e poi è un tuo professore non un tuo amico e quindi non ha il diritto di accompagnarti a casa, chiaro?" continuò lui incazzato
"e finché non ci dici dove cazzo hai messo la refurtiva non potrai uscire di casa,chiaro?" finì lui
"ma se te lo dicessi?" indagai io
"se tu me lo dicessi saresti libera di uscire da questa casa per quanto tempo vorrai" disse lui con un ghigno che non presagì nulla di buono
"e ora a tavola sorellina" disse lui facendomi finalmente entrare in casa
"com'è andata la giornata lily?" mi chiese ray servendomi
"bah come il solito e a te?"
"sto progettando di fare un colpo in banca ma nulla di straordinario" mi rispose lui iniziando a mangiare
"cazzo rayn non dovevi dirglielo" si incazzò l'altro fratello
"lei è nostra sorella ha il diritto di sapere" si alzò rayn sbattendo un pugno contro il tavolo
"lei non è degna di sapere cosa facciamo finché non ci dice dove ha nascosto quello che rubò 4 anni fa" fece una pausa per riprendere fiato philip
"e non è nemmeno degn di vivere in questa cazzo di baracca come lei l'ha definita" mi puntò infine il dito contro Philip
"vuoi sapere dove ho nascosto il bottino? Bene te lo dirò ma non aspettarti altro aiuto da me."dissi io mandando scintille dagli occhi.
" è nel capanno degli atrezzi in casa della vecchia defunta, sotto a un asse sconessa"
"tu aspettaci qui, se quello che dici non è vero non sai quante botte ti pigli" e prendendo le chiavi di casa philip seguito da rayn uscì di casa lasciandomi in mezzo alla cucina da sola.
Mi misi a piangere e corsi in camera decisa una volta per tutte che avrei tolto le sbarre alla finestra per scappare quella notte e non tornare mai più. Ci misi più del dovuto perché nel momento in cui staccai quasi tutte le assi li sentii rientrare
"hei lily, ora che hai dato a philip quello che volevo ti caccerà di casa" entrò in camera Rayn
"e non puoi farmi restare tu?" chiesi io lanciando il martello per terra
"ci ho provato non mi ascolta, sarà solo questione di tempo, al tuo primo passo falso ti butterà fuori di qui" e detto ciò se ne uscì e io continuai a staccare le assi
"non ti disturbare troppo sorella, non sei più la benvenuta qui, puoi anche andartene, ma bada bene non andare a rifugiarti dal tuo prof, è un ordine" disse philip entrando in camera
"TU brutto pezzo si merda mi dici di ANDARMENE e mi proibisci di andare dall'unuca persona che conosco in città? Non ti senti più appagato ora che mi hai buttato in strada? Non ti senti più" non continuai la frase perché mi arrivò uno schiaffo dritto in faccia seguito da altri 2
"non osare parlarmi in questo modo, ti ricordo che che sei nostra sorella solo per metà è colpa tua e di quella puttana di tua madre se nostro padre è morto" sbraitò lui
"certo colpa mia se tu hai ucciso il tuo stesso padre? Io quella sera ero lì e ho guardato tutto, tu sei solo un fottuto assasino" gli urlai contro io
"lo sapevo sei come tua madre, una stronza, ti do 10 minuti per raccogliere tutta la tua roba dopodiché te ne andrai per la strada a fare lo stesso lavoro che faceva tua madre e magari a rovinare pure te una famiglia, sgualdrina" sputò lui acido, sbattè la porta per andarsene.
Io iniziai a piangere ferita dalle parole di uno stronzo che io reputavo mio fratello, misi tutti i miei vestiti in uno zaino e me ne andai d quella casa, una volta per tutte.
Anche se non me ne fotteva un cazzo del divieto di mio fratello non andai a bussare alla porta del mio prof e mai ci sarei andata, decisi inoltre che l'indomani sarei andata a mollare la scuola, il mio tutore mi aveva buttato fuori di casa? Non sarei più dovuta stare alle sue regole.
Per fortuna che era maggio, faceva già abbastanza caldo, quindi potei tranquillamente andare in un prato e passare lì la notte.
Mi distesi sull'erba umida ormai erano le 9 e il sole era calato già da un pezzo. Misi una felpa sotto la mia testa a mo di cuscino e iniziai a guardare le stelle come quando ero piccola, unica differenza questa volta non ero in compagnia di mio padre e dei miei fratelli. Pensai alla mia famiglia e iniziai a piangere forse troppo forte perché qualcuno mi sentì
"hei tesoro cosa ci fai qui tutta sola? Lascia che ti aiuti a ritrovare la strada di casa" disse lui sedendosi vicino a me
"accidenti sembro un pedofilo" continuò lui facendomi spaventare un po
"ecco in realtà questo è il mio letto per questa notte, sono una vagabonda" decisi io di mentirgli, non potevo fidarmi di lui
"allora ciao vagabonda io sono Tom" si presentò lui, mi sembrava molto simpatico e disponibile e quindi ci iniziai a parlare
"ora che hai un po più di confidenza con me e hai appurato che non ti voglio stuprare mi racconti un po quello che ti è successo?" Chiese lui distendendosi affianco a me e allora decisi di raccontargli la lite fatta con mio fratello maggiore omettendo alcuni particolari
" uao non pensavo fossi così incasinata, ti vorrei portare a casa con me almeno per questa notte, ma casa mia è in un'altra città, sono appena arrivato da mio fratello se vuoi puoi dormire lì" mi chiese lui apprensivo
"oh no sarebbe un disturbo troppo grande per voi non potrei accettare, ma grazie lo stesso davvero" declinai io l'offerta e pronta a mandarlo via, non volevo approfittare della gentilezza di quest'uomo.
"ma figurati, mio fratello adora i bambini non gli dispiacerà credimi" disse lui
"e così sembro un pedofilo di nuovo" e si mise a ridere, dopo vari minuti in cui lui insisteva e io declinavo mi arresi al suo volere e lo seguii
"finalmente ti sei decisa, insomma una bambina di 14 anni non dovrebbe stare tutta la notte da sola non trovi?" mi chiese lui una volta arrivati alla sua auto
"beh ecco, io in realtà avrei 17 anni ma lasciamo perdere, sono un po stanca le dispiace se dormo un po?" gli risposi io facendo uno sbadiglio e accocolandomi sul sedile posteriore
"no prego fa pure, ti sveglierò domani mattina"
"buona notte lily" ma io non sentii le sue ultime parole

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