Capitolo 3

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Uscii dalla classe un po frastornata dalla conversazione avuta con il mio professore e decisi che quel pomeriggio non ci sarei andata da quel coglione, non mi poteva mica obbligare a studiare.
Mentre formulavo quei pensieri arrivai a casa e vidi un esemplare di Ryan incazzato nero che mi aspettava sull'uscio.
Sperando che non mi avesse visto girai i tacchi e me ne andai pensando a cosa avessi fatto di male oggi, ma non riuscii nemmeno a fare dieci metri che la sua voce gutturale mi raggiunse
"dove pensi di andare sorella?" mi raggiunse con una leggera corsetta e mi riportò dentro casa.
"un uccellino mi ha detto che hai dato il meglio di te in classe, e che questo pomeriggio sei stata calorosamente invitata a casa di dylan" disse lui trascinandomi in cucina per la collottola "chi è dylan scusa?" chiesi io incuriosita
"è il tuo professore di matematica, ora zitta e mangia" si aggiunse alla conversazione Philip
"quando andrai da lui ci dovrai fare un favore, devi dargli questo da parte nostra" continuò Ryan mettendo un pacco sul tavolo
"potete piantarla di finire le frasi uno dell'altro che siete alquanto inquietanti?" dissi io con la bocca piena di pasta
Ricevetti un bel no in coro come risposta e mi rassegnai
"tornerai a casa alle 7 e gli parlerai con rispetto, è pur sempre il tuo professore chiaro?" E visto che io non rispondevo mi arrivò uno scapellotto in testa
" io non ci vado da quello stronzo e non gli consegno questo pacco pidocchioso intesi? "dissi io sputacchiando dappertutto il cibo che avevo in bocca
" hey phil secondo te quanto mi danno se la uccido"disse mio fratello indicandomi.
"va bene va bene ci vado ma non aspettatevi gentilezza da me che sia chiaro" dissi io lanciando il piatto nel lavello della cucina mandandolo in frantumi
"ops" dissi io facendo la finta dispiaciuta
"fatti trovare pronta alle 3 che hai il bus che ti porta a casa sua e se non ti presenti non ti faccio mangiare per 1 settimana, è una promessa" sentii urlare mio fratello dal piano di sotto.
Erano le 14.30, decisi di cambiarmi per non far arrabbiare nuovamente i miei fratelli sapendo benissimo che avrebbero veramente mantenuto la promessa data. Mi misi una minigonna in pizzo nero con sotto delle culottes con delle calze a rete sempre nere. Come maglia optai per un top in tessuto con una scollatura che non mi permetteva di mettere il reggiseno.
Per completare il mio outfit decisi di mettermi una collana che sarebbe benissimo potuta essere un collare per cani, infilai le mie globe e la mia felpa e scesi pronta per andare dal mio "adorabile" professore di sta minchia.
"finalmente sei scesa, se avessimo avuto più tempo ti avrei fatto cambiare visto che sei indecente ma ora muoviti e fila a prendere l'autobus" mi disse phil arrabbiato.
Uscii di casa prima che cambiasse idea presi il bus misi le mie cuffiete e aspettai la mia fermata.
Arrivai 55 minuti dopo, ma sbagliai fermata e dovetti camminare per altri 15 minuti.
Erano le 4.10 quando suonai alla sua porta
"ciao lily pensavo non arrivassi più" mi venne ad aprire lui facendomi entrare in casa
"beh si ecco ho perso la fermata dell'autobus e nom trovavo la sua casa" dissi io stendendomi sul divano
"ah si i miei fratelli mi hanno detto di consegnarle questo, dylan" dissi io tirando fuori dalla borsa il pacco che mi avevano dato i 2 stronzi calcando il suo nome
"per te professor wolf, per ora" disse lui mettendo via l'oggetto, quella frase mi confuse e non poco ma ci diedi poco peso
"prossima volta mettiti qualcosa di più decoroso che se ti vedo di nuovo così ti potresti pentire."   Io deglutii rumorosamente e cercai di coprirmi con la felpa
" ma quindi sono venuta qui per cazzeggiare o mi deve insegnare qualcosa" chiesi io dopo vari minuti di silenzio
"prima di tutto in questa casa non voglio sentire ne parolacce ne bestemmie, secondo tira fuori un quaderno voglio vedere a che punto sei arrivata con matematica" disse lui avvicinando il tavolino al divano e sedendosi accanto a me.
"bene iniziamo con delle cose semplici, ad esempio le operazioni" disse lui serio tirando fuori un libro di 2 elementare
"ma mi stai pigliando per il culo?" dissi io incazzata
"1 voglio assicurarmi che le sappia fare visto che molte persone della tua età non sanno ancora fare le divisioni e
2 la prossima volta che usi questo tono con me stanne certa che non torni a casa indenne" mi minacciò lui.
Cazzo ero finita a casa di un pervertito, ma capitano tutte a me?
"come supponevo nemmeno tu sai fare le divisioni in colonna, visto che avevo ragione?" disse lui dopo, contento che la previsione di poco prima si era avverrata
"io ste robe le ho sempre fatte con la calcolatrice e poi nella vita che cazzo mi serve sapere quanto fa 3579÷37?"dissi io sentendomi punta sul vivo dalla sua affermazione.
" io ti avevo avvertito signorinella" e detto ciò mi buttò sulle sue ginocchia e un brutto presentimento si fece spazio in me
"non vorrai mica sculacciarmi spero? Guarda che io ti denuncio per pedofilia e non sto scherzando" dissi io cercando di divincolarmi dalla sua presa d'acciaio
"beh tesoro io ti avevo avvertita e poi credo che i tuoi fratelli mi darebbero ragione sui metodi che utilizzo, da quanto so pure loro li usavano quando eri più piccina" disse lui accarezzandomi la schiena
"e devo ammettere che anche se non sopporto il tuo modo di vestire è molto comodo in quest'occasione o sbaglio?" continuò lui con un ghigno alzandomi la gonna e tirandomi uno schiaffo
"mollami adesso o giuro che chiamo la polizia, e poi a te che cazzo te ne frega di che metodi usavano i miei fratelli quando ero piccola?" dissi io cercando di svincolarmi mentre mi arrivavano altri 2 schiaffi
"con che telefono vorresti chiamare la polizia?" disse lui ridendo e mettendo in bella vista il mio telefono
"e anche se fosse i miei fratelli usavano si questi metodi, ma quando ero una bambina appunto non di certo ora" dissi io cercando di evitare un altro poderoso sculaccione
"a me invece sembri proprio una bambina indisciplinata e maleducata che fa i capricci" riprese lui continuando a colpire il mio sedere
"ora ti calmi e collabori o devo continuare?"mi chiese lui dopo vai minuti
" continuiamo matematica ti prego" risposi io con le lacrime che minacciavano di uscire.
Mi rimise seduta senza far a meno dei miei lamenti e continuammo
"bene, per modo di dire. Continuiamo con le frazioni che ne dici?" mi chiese lui dopo un po
"io dico che mi sono rotta il cazzo di sta matematica di merda, ho bisogno di una pausa" dissi io esasperata distendendomi sul divano in una posizione più comoda per il mio sedere
"la lezione di prima non ti è bastata? Vuoi che la ripassiamo?" chiese lui severo tirandomi per un braccio facendomi sedere in modo composto
"nono l'ho capita ma ti prego non farmi stare seduta" dissi io lamentosa
"va bene, se proprio vuoi facciamo una pausa vuoi qualcosa da bere?" si alzò mentre io mi misi distesa a pancia sotto
"un caffè per favore ne ho assolutamente bisogno" risposi io con la testa nel cuscino
"i bambini non bevono caffè" mi sfottè lui
"io NON sono una bambina"
"tu dici di non essere una bambina e sei appena stata sculacciata?" disse lui facendosi beffe di me e io troppo stanca per contestare gli chiesi del succo o in alternativa dell'acqua.
Dopo 10 minuti di pausa riprendemmo lo studio
"porca puttana basta! Per me è come arabo, non ci capisco niente" sbottai dopo altri 20 minuti che mi ripeteva la stessa cosa, inutile dire che mi ritrovai di nuovo sulle sue ginocchia
"vediamo se così la capisci meglio" mi sgridò iniziando l'atroce tortura.
"tieni il libro e il quaderno e vediamo se così riesci a fare l'esercizio" disse lui dopo 2 minuti buoni in cui volarono schiaffi senza nemmeno una pausa, io ormai in lacrime non contestai nemmeno e riprovai a fare l'esercizio sotto la sua guida. Per ogni sbaglio che facevo mi arriva uno sculaccione.
"finalmente mi è venuto!" esultai io piangendo un po dalla gioia e un po dal dolore
"bene, vedo che con questo metodo la capisci la matematica, vuoi che facciamo un altro esercizio?" disse lui abbassandomi la gonna e rimettendomi seduta
"in realtà io dovrei essere a casa tra 20 minuti e l'ultimo bus era mezz'ora fa quindi credo di dover andare" dissi io tirandomi su di scatto per colpa del bruciore che provavano le mie natiche martoriate a contatto con il tessuto del divano.
"nessun problema ti riporto io a casa" e detto ciò prese le chiavi dell'auto la mia felpa un giubotto e si avviò verso la porta d'entrata.
Io lo seguii in silenzio e uscii di casa.
"domani vieni di nuovo alla stessa ora e se non vuoi subire lo stesso trattamento di oggi vestiti in modo più decoroso e modera i toni, vale anche per la scuola, sono stato chiaro?" disse lui dopo 5 minuti di silenzio
"non sei mica mio padre" risposi io acida cambiando per la millionesima volta posizione
"lo sai vero che non ci metto nulla a fermare la macchina e a rimetterti sulle mie ginocchia" mi rispose lui continuando a guardare la strada come se avesse detto la cosa più normale del mondo.
Lui stranamente sapeva la strada di casa mia e difatti arrivammo venti minuti dopo
"io scendo con te che devo dire una cosa ai tuoi fratelli" scese dall'auto e mi venne ad aprire la portiera mentre io prendevo le chiavi di casa e mi avvicinavo alla porta d'entrata.
"sono a casa" urlai per farmi sentire
"perché cazzo non rispondi al telefono? Lo hai per qualcosa no? Ah se fossi ancora uma bambina" disse Philip esasperato con le dita nei capelli
"oh è colpa mia, le ho sequestrato il telefono prima di iniziare la lezione" disse il mio professore in quel momento entrando dalla porta
"dylan amico mio da quanto tempo, la mia sorellina si è comportata bene spero" disse Philip andandogli incontro e abbracciandolo come se fossero vecchi amici
"in realtà non si è comportata benissimo ma non preoccuparti ha già pagato per tutti i peccati compiuti, a dimostrazione il suo culo rosso" disse dylan ridendo.
Io ero imbarazzatissima e boccheggiavo non sapendo cosa dire
"ah bei tempi quelli dove ci ascoltava e la potevamo punire in questo modo ma ormai non è più una bambina" disse mio fratello nostalgico
"ma è ancora una bambina, si lamenta e fa i capricci per ogni cosa" gli rispose il mio prof iniziando a raccontare tutto ciò che era successo in quel pomeriggio mentre mio fratello gli raccontava tutte le puttanate che avevo comesso da piccola come se io non ci fossi
"siete 2 stronzi veramente, andatevene a fanculo e restateci" dissi io scappando dalla stanza per andare da Rayn e sfogarmi con lui. E appena me ne andai cambiarono subito tono, ma non me ne importò nulla.
Entrai in camera sua senza bussare e mi buttai sul letto accanto a lui
"ray il mio professore è uno stronzo non ci voglio più andare da lui" dissi io piangendo e attaccandomi a lui a mò di koala
"oddio tesoro ti ha toccata? Io lo spacco in 2 quel bastardo, la mia sorellina non si deve toccare" disse lui alzandosi e pronto ad andare a picchiarlo
"in realtà no, ma mi ha sculacciato e ora mi sta umiliando con phil di sotto" dissi io disperata
"se ti ha sculacciato avrà avuto i suoi buoni motivi ma questo non gli da l'autorizzazione di metterti in ridicolo difronte ad un'altra persona" fece una pausa
"sigaretta?" mi chiese poi come se fosse normale e io accettai, così ci metemmo in finestra a fumare
"se non ti dispiace posso sapere come mai ti ha punita?" mi chiese buttando il mozzicone dalla finestra
"perché gli ho risposto male e ho detto varie parolacce, ma ti sembra normale? In più mi fa un male cane credo di avercelo viola, guarda un po qua" mi lamentai io tirandomi giù le mutande per mostrargli il mio povero culo martoriato
"di certo non ci è andato giù leggero" disse lui accarezzando i miei glutei.
"dai distenditi un attimo io torno subito e togliti le calze e le mutande ti presto un mio paio di boxer che sono molto più comodi al momento" e detto ciò tornò con un tubetto di crema che successivamente mi spalmò per alleviare un po il bruciore, io mi rivestii e lo ringraziai e scendemmo per la cena.
Finito di mangiare, azione che feci rigorosamente in piedi me ne andai a dormire e sentii i miei 2 fratelli che litigavano, ma poco mi importava e dopo nemmeno 5 minuti venni accolta tra le braccia di morfeo.

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