Capitolo 11

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"cosa stracazzo vuol dire che hai incendiato un banco?"
"vuol dire che il banco ha preso fuoco" risposi io con aria di sfida
"so benissimo cosa vuol dire la frase e non ti conviene scherzare con me, sei già nella merda fino al collo" disse lui stringendo i pugni intorno al volante.
"ora prima che ti faccia fuori spiegami come cazzo hai fatto a incendiare un banco" disse lui dopo 5 minuti di silenzio sbattendo la mano sul volante facendomi prendere un infarto.
"stavo giocando con l'accendino e ad un certo punto mi sono addormentata... Credo che stavo continuando ad accenderlo e spegnerlo anche nel sonno e l'ho lasciato troppo accesso incendiando il banco" dissi io colpevole
" e sei stata sospesa. Per 2 settimane"
"sei molto arrabbiato?" chiesi io guardando con la coda dell'occhio notando solo ora il suo tic all'occhio e capendo da sola la risposta
"appena arriviamo a casa tu fili in camera mia e da lì non ti muovi chiaro?" mi urlò in faccia lui e io per la paura mi misi a piangere e annuii silenziosamente.
Una volta arrivati a casa non presi nemmeno lo zaino, corsi in casa e mi misi a sedere sul letto del mio daddy e lo aspettai stuzzicamdomi le mani.
Dopo un paio di ore sentii dei rumori fuori dalla stanza e poco dopo entrò lui
"visto che oggi hai fatto veramente una cagata ho deciso di punirti in un'altro modo" io lì andai in panico pensando che mi volesse abbandonare, ma non riuscii nemmeno a finire di formulare il pensiero che mi ordinò di spogliarmi totalmente. Lo feci un pò titubante.
"piegali e dammeli" mi sbraitò contro e io feci come mi aveva detto di fare. Successivamente lui se ne andò sbattendo la porta lascandomi al quanto perplessa. Io non mi mossi da quella camera per paura che mi sgridasse.
"vieni è pronto" disse lui un paio d'ore dopo entrando in camera e prendendomi in braccio
"e i vestiti daddy?" tu non hai vestiti. E detto ciò mi portò in cucina totalmente nuda e iniziammo a mangiare.
Per tutto il resto del giorno continuò ad ignorarmi finché alla sera non sbottai
"senti ho capito che ho fatto una cagata, sculacciami mandami via ma ti prego non ignorarmi" iniziai a piangere accasciandomi a terra
Lui se ne stette zitto per un paio di minuti e poi mi prese in braccio
"cucciola io non ti abbandonerei mai, ero solo tanto arrabbiato con te e per non farti troppo male ho deciso di ignorarti" disse lui accarezzandomi dolcemente i capelli. Quando mi fui calmata e smisi di piangere si staccò dall'abbraccio e mi posò delicatamente sulle sue ginocchia
"non saranno molte visto che ti sto già punendo in un altro modo, ma devi capire che con me non si scherza e da adesso in poi sarò molto più severo con te" rabbrividii alle sue parole e mi preparai mentalmente a ricevere la sculacciata. Non dovetti attendere molto che il primo colpo arrivò a lambirmi la natica destra, non urlai, non lo avrei fatto non quella volta almeno. Continuò a punirmi per almeno 20 minuti, dopodiché si fermò
"ora, spero tu abbia capito il tuo sbaglio, quindi posso benissimo parlarti della seconda parte della tua punizione.
Come credo che tu abbia già capito non avrai più i tuoi vestiti,in realtà non hai più niente che ti appartiene, nemmeno la tua camera e la libertà di andare in bagno, quindi ogni volta che devi andare in bagno dovrai riceve il permesso da me. Tutto chiaro? " chiese lui severamente
" si daddy tutto chiaro"
"bene e ora a dormire" disse lui rimettendomi in piedi e tirandomi una sculacciata per incentivarmi
"e dove dovrei dormire visto che non ho più una camera ne un letto?"
"ai piedi del mio letto è ovvio" disse lui mettendo un cuscino e una coperta in fondo al materasso, io non obbiettai per nom finire ancora di più nei casini e mi misi a dormire.
Mi svegliai ad un certo punto della notte avendo un imminente bisogno di andare in bagno così mi alzai e cercai di aprire la porta del bagno
"cazzo è chiusa a chiave" provai ad andare in quello al piano di sotto e trovai chiuso pure quello, non mi sarei mai sottomessa a tal punto di chiedergli di andare in bagno, e fu in quel momento che vidi una bellissima pianta con un vaso grande ed invitante e non ci pensai 2 volte. Quando finii strappai una foglia e la gettai via e tornai a dormire.

La mattina dopo

Mi svegliai per un acuto dolore al seno e vidi che il mio daddy mi aveva tirato uno schiaffo proprio sopra il capezzolo
"cosa non ti è chiaro della frase per andare a fare la pipì devi chiedermi il permesso?" io lo guardai confusa non capendo di cosa stesse parlando, poi mi ricordai del vaso
"scusami daddy e che non ti volevo svegliare" dissi io per nulla pentita abbassando lo sguardo per non fargli capire che stavo ridendo
"la prossima volta svegliami e scendi che la colazione è pronta" io aspettai che lui fosse uscito e poi mi fabbricai una specie di vestito con il lenzuolo, non ci tenevo a girare nuda per casa.
Appena scesi lo vidi alzarsi infuriato e venire verso di me
"oggi vuoi proprio essere punita eh?" e con un solo gesto mi strappò di dosso il mio vestito improvvisato
"e che non mi sembra molto igienico stare tutto questo tempo nuda" trovai io una scusa al volo. Lui ci pensò un attimo e annuì con la testa dandomi ragione.
Mi prese in braccio e mi portò nel bagno della mia camera aprendo così la porta, mi appoggiò sul fasciatoio e mi intimò di non muovermi e per una buona volta lo ascoltai senza lamentarmi. Quando tornò mise sotto di me un pannolino e prima di chiuderlo agguantò il talco e lo spruzzo sulle mie parti intime che aveva precedentemente lavato, una volta fatta questa operazione mi riprese in braccio e mi portò di nuovo in cucina. Io non smisi di lamentarmi un attimo tanto che mi promise di darmele una volta finita la colazione
"ti ripeto che io non userò mai questo coso e appena ti girerai lo toglierò" mi lamentai io
"fallo pure, ma mentre lo fai pensa alle conseguenze. E poi smettila di lamentarti mi fai venire il mal di testa" disse lui esasperato lavando le tazze nel lavandino e io gli feci il verso da dietro
"guarda che ti ho sentito e mi sono pure scocciato, tu prendi tutto come se fosse un gioco ora ti faccio capire io le buone maniere e poi vediamo se hai ancora tanta voglia di scherzare" mi prese per un orecchio afferrò qualcosa dal tavolo e mi trascinò sul divano facendomi inginocchiare su di esso e spinse la mia schiena verso lo schienale così da avere il mio sedere praticamente in faccia. Mi tolse il pannolino, unico capo di vestiario che possedevo e iniziò a colpirmi con la cinta che si era sfilato mentre mi portava qui. Io iniziai ad urlare ad ogni colpo e li contavo mentalmente. La cintura essendo molto grossa andava a colpire un'enorme zona del mio povero fondoschiena, dopo una cinquantina di colpi dati esclusivamente sul culo il mio daddy iniziò a colpirmi sulle cosce. Io iniziai a piangere pregandolo di smettere ed evidentemente dopo solo 20 colpi esaudì le mie preghiere dato che buttò la cintura a terra
"devi dirmi qualcosa?" mi chiese lui con una calma glaciale
"mi dispiace essermi lamentata da quando sono sveglia e mi scuso veramente tanto per averti fatto il verso prima, ma ti prego daddy non darmele più" dissi io tra un singhiozzo e l'altro non muovendomi dalla posizione per paura che rincominciasse a punirmi
"non è tanto difficile portarmi rispetto non trovi? E questo credo proprio che ti aiuterà a ricordarlo" non riuscii nemmeno a chiedergli cosa voleva fare che mi ritrovai un corpo estraneo infalato nel retto. Diamine se bruciava
"cosa mi hai messo?" chiesi io riprendo a piangere
"delle zenzero e ora fila nell'angolo fino a nuovo ordine" disse lui rimettendomi il pannolino che a contatto con la mia pelle arrossata iniziò a bruciare e contribuí al dolore che già provavo per colpa dello zenzero e per la punizioneappena subita. Mi sistemai nell'angolo che mi aveva indicato e iniziai a pensare alla punizione e capii che alla fine non aveva tutti i torti a trattarmi come una bambina dal momento in cui io stessa mi comportavo come tale. Arrivò l'ora di pranzo e daddy non accennò a volermi togliere lo zenzero. Dopo pranzo sentii un impellente bisogno di andare in bagno
"emh daddy.... Io dovrei andare al bagno posso?" chiesi io e lui mi fece segno di si con la testa e riprese a fare quello che stava facendo
"mi accompagni o mi dai le chiavi?" chiesi io dopo qualche momento
"hai il pannolino, usalo no? Infondo serve a quello" rispose lui mettendomi a cavalcioni sulle sue ginocchia facendomi fare una smorfia di dolore. Dopo un po iniziò a massaggiarmi la pancia e a premerla leggermente finché non riuscii più a trattenermi e me la feci addosso
"non è stato tanto difficile visto?" mi chiese lui una volta finito e io non gli risposi. Mi portò nel mio bagno e finalmente cambiandomi mi tolse anche il pezzetto di zenzero facendomi tirare un sospiro di sollievo, mi rimise un'altro pannolino e scendemmo. Il resto della giornata passò tranquillamente e quando fu ora di andare a dormire mi prese in braccio e mi portò a letto con lui
"ti voglio bene daddy" dissi io stringendolo e mi addormentai senza sentire la sua risposta che non tardò ad arrivare
"io invece credo di essermi innamorato bimba."

The Daddy's BabyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora