Pondus

1K 54 16
                                    

Di nuovo.
Ero di nuovo vicino alla fonte dei miei sentimenti contrastanti.
<<Sei pallido Ale...>> Quella voce fedda, accusatoria e risentita mi fece trasalire.
Aggrottai la fronte, rabbrividendo per il freddo che sfiorò la mia schiena coperta da una t-shirt non adatta al clima freddo di quei mesi,e,quando guardai il bimbo per l'ennesima volta negli occhi mi sentii privo di ogni difesa che avevo cercato di costruire.
<<Porca puttana...hai idea di quanto mi sia preoccupato Riccardo>>feci una pausa mentre continuavo a denudarlo con gli occhi,<<mi verrà un infarto a stare appresso alle tue stronzate.>> Riccardo sospirò.

<<Ho bisogno di sapere cosa provi per me Ale.Ho bisogno sapere se può esserci qualcosa tra noi due.>> Riki si voltò imbarazzato verso un punto indefinito nella stanza e si grattò nervosamente il polso.
<<Sei proprio ingenuo, Riccardo. Davvero un ingenuo>>,sussurrai con un filo di voce.
<<Quindi per te non significo nulla?>> chiese con la voce rotta. Inclinai la testa da un lato e riflettei qualche istante sulla sua domanda.
<<Non è questo il punto.>> Continuai a fissarlo e mi resi conto che i suoi occhi stavano diventando lucidi.
<<Ale...>> Il mio nome uscì come un lamento dalle sue labbra carnose e leggermente arrossate ai lati.
<<Noi non siamo nulla Riccardo, voglio che questo ti sia ben chiaro. Stiamo ottimi colleghi e artisti ,ma finisce lì>>,gli dissi indicando i nostri due corpi.
<<Ti stai pentendo di avermi scelto come compagno,eh?>>, replicò cercando di distogliere i suoi meravigliosi occhi dal mio sguardo freddo e insensibile.
<<Cazzo, Riccardo.>> Mi avvicinai rabbiosamente a lui.<<Ti ho sempre detto di non aspettarti niente da me!>> Mi indicai il petto.
<<Allora credo che dovremmo metterci un punto Ale. >> Si morse le labbra e lo guardai serio.
Stava seriamente pensando di lasciarmi solo con un casino in testa di cui lui era il colpevole? Sì,era quello che voleva fare e che io volevo che facesse,ma...
<<Non..>>non riuscii a terminare la frase.
Riccardo aveva già sofferto e io,da stronzo quale ero,gli avevo incasinato la mente con le mie stronzate.
Il bimbo mi guardò addolorato e emise un respiro leggero. I suoi occhi si incastrano ai miei e successe l'inevitabile:una lunga e malsana profusione di sguardi.
Fin dove voleva arrivare?
Volevo spingermi oltre i miei limiti?
Volevo baciarmi?
Fare l'amore?
Sentire il mio cuore che non cessava di battere un secondo quando ero in sua presenza?
Tremai...

Sotto gli occhi di tutti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora