Fine.

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Riki:"Ho paura."

Ale:" Anche io piccolo."

Il teatro era pieno di gente,e il caldo soffocante nel camerino non aiutava a smorzare la tensione che si era creata in noi già dal primo pomeriggio.

Riki:"Non possiamo farcela Ale,non siamo pronti per tutto questo."

La voce di Riccardo era tremante,e il suo corpo esile sembrava non riuscire a rimanere fermo in punto senza cambiare postura più volte.

Ale:"Mi metti ansia così."

Riccardo:"Scusami, è solo che non riesco a controllare l'agitazione."

Riki era fatto così,non era mai stato bravo a nascondere ciò che provava a gli occhi degli altri.

Ale:"Andrà bene,non preoccuparti."

Riki:"Come fai ad esserne così sicuro?"

Non ero sicuro di niente e la mia mente era un groviglio di emozioni contrastanti,ma non potevo permettere che l'ansia impedisse a Riccardo di fare una bella esibizione."

Ale:"Siamo insieme,no?"

Si fermò a guardarmi negli occhi e accennò un sorriso tirato.

Ale:"Non ti fidi?"

Riki:" Non è questo..."

Ale:"Allora spiegami cosa succede."

Riccardo si mise a sedere a peso morto sopra una sedia,poi sospirò esausto.

Riki:"Sto pensando a cosa accadrà a noi due dopo tutto questo."

Ale:"Suppongo che rimarremo insieme" gli risposi senza pensarci due volte.

Riki:"Come una vera coppia?"

Ale:"Riki non lo so, dobbiamo prima pensare alla nostra esibizione,poi vedremo in un futuro."

I suoi occhi marroni si rattristarono,e il suo volto angelico si contrasse in una smorfia di dolore,come se qualcuno lo avesse pugnalato più volte al petto.

Riki:"Perché la fai così difficile ogni volta? Io amo te e tu ami me, spiegami perché non possiamo stare insieme.

Ale:"Le cose non sono così facili come le metti tu."

Riki:"Cazzo Ale." Disse sfinito.

Mi avvicinai a lui e gli presi il mento tra le dite per fargli sostenere il mio sguardo.

Ale:"Ho promesso che non ti avrei lasciato solo,e non lo farò piccolo."

Riki:"Sono così stanco di questa storia Alessandro." Mormorò con un filo di voce.

Ale:"Anche io piccolo,ti vorrei amare nel modo giusto,ma sbaglio sempre."

Mi avvicinai alle sue labbra per stampargli un bacio ,e lo feci con la consapevolezza che la nostra storia non sarebbe potuta durare a lungo,che prima o poi avrei prosciugato tutte le sue energie perché non ero capace di proteggerlo dai miei demoni e da me stesso,e che quell'amore che lui si ostinava a provare per me non sarebbe mai stato ricambiato del tutto perché di fatto io non ero capace ad amare.

Michelangelo:"Ragazzi è quasi arrivato il vostro turno..."

Michelangelo irruppe nella stanza proprio quando le mie labbra stavano per sfiorare quelle del piccolo.

Ale:"Ooh!" Mormorai io cercando di ricompormi.

Riki:"Arriviamo subito" disse il piccolo voltandosi di scatto."

Michelangelo:"Allora vi aspetto di là." Disse facendo dietrofront e squadrandoci confuso.

Una volta che Michelangelo se ne fu andato,mi girai di nuovo verso il bimbo.

Ale:"Sei pronto?"

Riki:"Ci sono altre opzioni a parte il 'si' nella tua domanda?" Disse il piccolo alzandosi a fatica dalla sedia.

Ale:"Direi di no"

Riki:"Allora si, sono pronto."

Si diresse verso l'uscita del camerino e prima di uscire mi lanciò uno sguardo malinconico.

Riki:"Non sei obbligato a mantenere sempre la parte dello stronzo anche quando siamo soli"disse stringendo la maniglia della porta.

Ale:"Sei convinto che non me ne freghi un cazzo di te,vero?

Riki:" È quello che dimostri ogni volta che parliamo Ale."

Mi scese una lacrima sulla guancia che scansai rabbiosamente con la mano,odiavo far soffrire il piccolo in quel modo.

Ale:"Voglio solo fare le cose per bene" dissi accostandomi a lui.

Riki:"Io sto bene quando sono con te Ale, smettila di imporre le tue paure ad entrambi."

Ale:"Riki" lo implorai;faceva troppo male sentirlo parlare in quel modo.

Riki:" Promettimi che non mi lascerai solo sul palco Alessandro" disse prendendo la mia mano e portandosela al cuore.

Ale:" Ti ho già detto che non lo farò"

Riki:"Voglio sentirtelo dire di nuovo."

Ale:"Sarò lì con te piccolo,te lo prometto." Dissi abbracciandolo da dietro.

Riki:"Prometti che canterai pensando a me."

Ale:"Te lo prometto" gli sussurrai nell'orecchio facendolo rabbrividire.

Rimanemmo lì per altri cinque minuti,con i nostri sospiri coordinati di sottofondo,e con i nostri corpi accaldati avvolti in un abbraccio a farci da scudo per il mondo esterno.

Qualcuno bussò alla porta.

Ale:"È il nostro turno Riccardo" dissi staccandomi dal corpo del bambino.

Sipario.

Ciao Cicci 🤍🤍🤗,questo finale fa pietà e misericordia,ma devo ammettere che sono totalmente a corto di idee.

Continua...

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