Prima volta

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Che cazzo mi stava succedendo?
Non era chiaro neanche a me.
<<Ho esagerato, scusa>>, commentò il bimbo dietro di me, sferzando le pareti della sua stanza con la sua voce impastata. Non era da lui bere così tanto,lo stavo davvero portando sulla cattiva strada.
Odiavo questo suo lato così accondiscendente. Era pronto a fare di tutto per me,ma io non ero pronto a concedermi completamente a lui. Non eravamo fatti per stare insieme,e a dire la verità io non ero fatto per stare con nessuno.
L'amore era un concetto davvero troppo complicato per me.
Ma ora mi ritrovavo nella sua camera con i suoi occhi verdi smeraldo,il profumo di cocco e il suo sorriso sornione a fare crollare tutte le barriere che mi ero sempre imposto.
Non lo avrei baciato,non lo avrei confuso ancora di più portandolo nel casino che dimorava dentro la mia testa.
Almeno lui meritava di essere felice.
Merda.
Quando era diventato tutto così complicato tra noi due?
Mi passai una mano sul viso arrossato. Ero nervoso. Nervoso da ore. Perché volevo sfogarmi,ma non potevo.
Stavo seguendo il consiglio del mio psicologo  di reprimere al massimo i miei impulsi a causa di tutti i problemi che mi portavo dietro, quindi dovevo starmene tranquillo per un po'.
Che cosa sarebbe successo se avessi ceduto a quelle labbra carnose che non mi lasciavano in pace neanche in sogno?
Avrei perso completamente il nume della ragione, come succedeva sempre.
No,non avrei mai scopato con il mio bel riccioluto, non lo avrei mai portato in quella spirale d'odio che mi stava lentamente logorando.
Che mi rendeva inquieto e confuso,dato che non sapevo come gestirla.
<<Perché hai bevuto così tanto?>> Mi sedetti sul letto e mi toccai i capelli spettinati. Gli avrei parlato e poi me ne sarei andato.
<<Cosa?>> Il bimbo se ne stava lì in piedi con la pelle arrossata,i suoi occhi da cerbiatto spaventato e il cuore che sembrava volergli uscire dal petto.
<<Perché hai bevuto da schifo Riki?>> ripetei. <<Cosa volevi fare? A cosa stavi pensando? >> Lo guardai, puntandogli addosso il mio sguardo freddo.
Il bimbo corrugò la fronte e si strinse nelle spalle. Di nuovo avevo cambiato umore e di nuovo il bimbo mi guardava come se fossi pazzo.
Era sempre così tra di noi.
Un fottuto casino.
<<Perché cambi discorso?>> mi chiese mentre gli osservavo prima i capelli ricci e ben definiti ,poi le cosce tremanti e sinuose.
<<Non cambio discorso, voglio solo capire perché hai bevuto così tanto da non ricordati neanche più come cazzo ti chiami.>> Avevo bisogno di capire il perché del suo atteggiamento. Lo conoscevo abbastanza bene da sapere che quel comportamento autodistruttivo non era da lui.
Lui non era una causa persa come me.
<<Voglio parlare di altro Ale. Voglio parlare di noi due>> , biascicò con un sorriso sornione le sue ultime parole.
<<Ti ho già spiegato come stanno le cose Riccardo. Accanna co'sta storia.>> Appoggiai la schiena sul bordo del letto e allargai le gambe, assumendo una posizione più comoda.
Riki scosse la testa e si toccò nervosamente il polso.
Si grattava sempre il polso quando era nervoso. Questo gesto poteva anche non avere un significato per gli altri,ma per me era sempre un campanello d'allarme.
Sospirai e mi toccai i jeans nel punto in cui sentivo fastidio. Non riuscivo più a sopportare la mia erezione. Era da ore che la tenevo lì,compressa nei boxer. A volte sentivo il mio fiato venire meno a causa dei brividi di piacere, tanto che non riuscivo a stare seduto correttamente.
Riki seguì attentamente il mio gesto e deglutì imbarazzato. Era ovvio che l'avessi messo a disagio. Ma non mi sarei fermato,non era da me comportarmi in modo razionale.
<<Mi dici che ti sta succedendo?>> gli chiesi. Lo sapevo,ma avevo bisogno di distrarmi. Distrarmi dalle sensazioni che provavo lungo tutta la schiena.
<<Che cazzo ti frega?>>,rispose infastidito.
Era proprio da lui far emergere le sue insicurezze in quel modo,non riusciva proprio a capire, cazzo.
<<E che ci tengo a te >>,ammisi,incastrando i miei occhi color nocciola nei suoi.
<<Non è vero Ale,la verità è che non te ne mai fregato un cazzo di me>>, mormorò. Lo guardai tutto,di nuovo,e mi soffermai sulle gambe.
<<Lo sai anche tu che questo non è vero>>, commenti facendogli posto sul letto.
<<Non mi stai aiutando Ale>>, sibilò tra i denti.<<Ogni volta che provo a dimenticarti tu ritorni, mi confondi, e poi sparisci lasciandomi nella confusione più totale>>,aggiunse, triste.
<<Cazzo Riki,non vuoi proprio capire>>,dissi di getto,per cercare di chiarirgli ancora una delle cose che lui si rifiutava di accettare.
Non mi piacque, però,la malinconia che vidi nei suoi occhi verdi. Volevo solo proteggerlo e fargli entrare in testa che non poteva esserci una relazione tra di noi ,che non potevo dargli quello che voleva.
Non lo avrei portato nel baratro.
Doveva trovarsi qualcuno che lo avrebbe reso felice.
Lo sapevamo entrambi.

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