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YEBIN's POV

Le lezioni erano finite e Jiyeon non ancora è arrivata davanti al cancello. Quando sto per andarmene, qualcuno posa la mano sulla mia spalla, è Wonjin «Che succede?» gli chiedo confusa «Jiyeon sembra non essere venuta a scuola. Vieni con noi?» guardo il gruppetto alle sue spalle, ci sono Masha, una mia compagna di classe di cui non ricordo il nome, Serim, Hyeongjun e... e Jungmo.

Quando i nostri sguardi si incontrano, guardo subito altrove, ma ho l'impressione che lui continuasse a guardarmi, quindi lentamente alzai di nuovo lo sguardo verso di lui, che però stava parlando con Hyeongjun.
Tiro un sospiro di sollievo, ma in realtà avevo sentito il cuore stringermi sapendo che non mi stesse guardando, non ne capisco il motivo.
Decido comunque di unirmi a loro.

Gli altri camminano avanti, lasciandomi indietro. Non avevo familiarità con nessuno di loro, l'unica del gruppetto di amici con cui avevo legato di più è Jiyeon, ma oggi non c'è... purtroppo. All'improvviso Jungmo si separa dagli altri e mi raggiunge in fondo al gruppo «Mi eviti?» chiede direttamente «Perché dovrei?» lo guardo cercando di sembrare determinata, ma evidentemente l'insicurezza rimaneva nel mio sguardo «Quella sera sei scappata via» dice «Una ragazza vorrebbe vivere la sua vita in pace senza avvoltoi come te che le stanno intorno»
«Ma ad alcune ragazze piace, no? E poi non sono un avvoltoio, ma un umano!»
«Evidentemente non sono una di quelle ragazze. Se non sei un avvoltoio sei una scimmia»
«Che ne dici di cane? Ti seguo ovunque, bau bau» mi lascio scappare una risatina, lui sorride «Hai riso!» mi indica, torno subito seria coprendo la bocca «Ragazzi, ho fatto ridere Yebin!» urla entusiasta agli altri e mette un braccio intorno le mie spalle come fa sempre.

Raggiungiamo gli altri ed entriamo in una discoteca, la stessa di quel giorno «Dai, di nuovo qui?!» urlo a Jungmo, urlo a causa del casino, lui mi stringe di più «Sta volta ci sono gli altri, non è meglio?» dice lui.

Mentre gli altri si divertono a ballare al centro della pista, io, Soojin e Serim siamo seduti al bancone. Loro due stavano avendo una conversazione, io li ascoltavo in silenzio, ma capivo pochissimo per via del casino. Per esempio Soojin aveva detto "Non sapevo che fossi il fratello di Masha" a quanto pare loro due si sono già conosciuti in passato.
Invece Serim le sorrideva "Io non sapevo tu fossi la sorella di Minhee" e le loro conversazioni erano così, commentando come fosse essere i maggiori in famiglia, di quanto fossero fastidiosi i minori, e altro.

Alla fine vanno anche loro a ballare e mi lasciano sola. Decido di andare in un posto isolato, quindi esco dal locale dalla porta sul retro, dove non c'è nessuno, e prendo aria. Sento la porta aprirsi e poi richiudersi, poi vengo abbracciata da dietro «Jungmo» dico, ormai riconosco il suo tocco, non particolarmente gentile, ma allo stesso non particolarmente duro.
Lui poggia il mento sulla mia spalla «Non scappare» mi stringe di più.

«Pensavo di piacere ad Allen piuttosto che a te»
«Probabilmente piaci a entrambi, ma lui è troppo stupido per dirtelo e io troppo stupido per ammetterlo»
«Lo hai appena ammesso però»
«Non direttamente» si stacca, io mi volto verso di lui e ci guardiamo dritti negli occhi. Si avvicina e sorride «E non intendo ammetterlo» ricambio il suo sorriso «Te lo farò ammettere» preme la sua fronte contro la mia, poi fa scontrare le nostre labbra.
Un bacio inizialmente lento, poi pieno di passione, le sue labbra morbide contro le mie, premeva il suo corpo contro il mio mentre lentamente mi faceva indietreggiare verso un tavolino.

Mi fa sedere sul tavolino e mi fa sdraiare lì sopra, continuando a baciarmi. Le sue mani vagano sul mio corpo, erano mani insicure, per quanto il suo sguardo potesse sembrare deciso.
Vagava con le labbra sul mio collo, ogni tanto tornando sulle mie labbra, dominando ognuno di quei baci.
"Cos'è che sto facendo?" l'unica cosa a cui sono riuscita a pensare in mezzo a tutto ciò che stava succedendo. Il pensiero del suo tocco, che ogni tanto era dolce e leggero, ogni tanto diventava più possessivo alla ricerca di qualcosa.

Dopo un po' si rialza e mi prende in braccio, chiudo le gambe intorno la sua vita e mi reggo al suo collo.
Mi riporta dentro, nessuno ci nota e, quelli che ci vedono, erano occupati a bere. Mi porta al piano di sotto del locale, dove c'erano delle stanze private. Quando ne aveva presa una? Non importa, mi porta lì dentro e chiude a chiave, poi mi lascia sul divano e riprende a baciarmi, più velocemente di prima.

Le sue morbide labbra scendono su tutto il mio corpo, apre la mia camicia rivelando il mio reggiseno, che fa fatica a slacciare e a lanciare in mezzo alla stanza.
Risale con le labbra, mentre il suo tocco in ogni angolo del mio corpo mi manda in estasi, uno stato in cui ero da ormai chissà quanto tempo.
Tempo di cui ho perso la cognizione dal momento in cui le nostre labbra si sono scontrate.

Non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi neri, scurissimi. Sono così confusa, non riesco più a capire cosa mi passi per la testa, questo ragazzo è in qualche modo diventato la mia droga, dal primo momento in cui l'ho visto, eppure l'ho rifiutato. Come posso rifiutarlo una seconda volta, dopo che ho lottato tanto per rifiutarlo la prima?

Mentre la mia mente è riempita da tutti questi pensieri confusionari, lui spinge con forza ma dolcezza allo stesso tempo, il suo tocco è ora più calmo e più gentile, forse inizialmente aveva paura che lo rifiutassi una seconda volta?

Inclino la schiena godendomi ogni movimento del suo bacino, godendomi il tocco delle sue mani, ora più dolce e meno teso, ma comunque possessivo, suppongo sia così di natura?
Tutto ciò accompagnato dalla dolcezza delle sue labbra, ormai diventate la cosa che preferisco di lui.
Veniamo insieme in mezzo a gemiti e affanni, infine si lascia scivolare a terra poggiando la testa al divano alle sue spalle, mentre io resto lì sdraiata, ancora in quello stato di estasi.

Quando entrambi ci riprendiamo da quello stato, ci guardiamo, come se ci fossimo appena svegliati da un sogno, un fantastico sogno che non sarebbe dovuto finire mai per nessuno dei due, ma purtroppo è finito.
Ci sorridiamo a vicenda, poi ridiamo, senza un motivo preciso.

Merda, mio padre pensava fossi a casa!
Il sorriso scompare da entrambi i volti, prima dal mio poi dal suo.

✔︎ 𝑫𝒐𝒏'𝒕 𝑳𝒆𝒂𝒗𝒆 𝑴𝒆 ~ ||𝙺𝚊𝚗𝚐 𝙼𝚒𝚗𝚑𝚎𝚎||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora