Immersa nei propri pensieri

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Sto leggendo il libro che ho comprato a Londra, in quella piccola libreria, mi manca poco per finirlo.
Girai la pagina che avevo appena finito di leggere e da lì cadde un foglietto di cartoncino bianco con su scritto qualcosa...era il numero della biblioteca che John, il ragazzo che lavorava lì, mi aveva dato in caso avessi voluto acquistare altri libri.
Forse dovrei chiamare...chissà se hanno qualcos'altro di questo genere.
Composi il numero e dopo qualche squillo mi rispose una signora anziana. "Qui ibreria di Notting Hill, desidera?" Mi disse in inglese.
"Salve signora, chiamo da Parigi, qualche settimana fa ero venuta e avevo preso un libro intitolato La Stagione Fiorita...volevo sapere se avevate altri libri di questo genere."
"Aspetti un secondo signorina." Ci fu un attimo di silenzio e poi al suo posto mi rispose un ragazzo, il quale aveva una voce familiare: "Pronto sono John, chi parla?"
"Oh...ehm...John, sono Elisa, ti ricordi? Avevo preso un libro tempo fa."
"Ah si Elisa. Dalla tua telefonata deduco che tu abbia appassionato molto."
"Già, ahahah. Volevo sapere se avevate altri libri di questo genere visto che lo sto quasi per finire."
"Penso di si, aspetta che controllo."
Per qualche minuto sentii solo il ticchettio in sottofondo dei tasti...fino a quando John riprese il telefono e iniziò ad elencarmi dei libri che mi sarebbero potuti interessare.
"Okay, scelgo questo." Gli dissi quando aveva finito di dirmi il titolo dell'ultimo libro della lista del computer.
"Perfetto, se mi dai il tuo indirizzo te lo spedisco, dovrebbe arrivare in pochi giorni."
"Certo." Gli dettai il numero civico e la via di casa di Yoko. Dato che non avevo trovato casa mi ha detto che posso rimanere a stare da lei.
Ci salutammo e chiudemmo la telefonata.
Finii di leggere le ultime pagine che mi erano rimaste e quando ebbi finito definitivamente lo chiusi e mi misi ad osservare la copertina.
Era fatta di legno con qualche parte giallastra per evidenziare il segno che aveva lasciato il tempo su di essa. Oltre al contenuto del libro che era ambientato nell'antico Ottocento, sembrava veramente un libro antico.
Iniziai a pensare...chissà come sarebbe se vincessi quella borsa di studio...andrei in Inghilterra a studiare e alla fine del mio percorso di studi girerei il mondo facendo l'interprete. E dove vivrei? A Oxford? Oppure tornerei a Parigi? Sono sicura che se mi allontanerò da questa città...ci tornerò comunque, perché è nel mio cuore...e lo sarà per sempre.
Mi chiedo sempre se diventerò qualcuno di importante, una donna di carriera...da piccola sentivo sempre parlare delle difficoltà degli adulti con il lavoro, con le tasse, con i soldi...io invece ho sempre immaginato la mia vita senza questi problemi.
Penso che se fai ciò che ami riesci a diventare qualcuno e spero che questo accada anche per me.

Una ragazza a Parigi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora