Tranquillità al chiaro di luna

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"Vieni, voglio portarti in un posto tranquillo. Chiudi gli occhi." Mi disse Alex tenendomi per mano.
"Okay." Mi affidai a lui. In quel momento non mi importava nulla...volevo solo stare in tranquillità e non pensare a niente.
"Puoi aprire." Disse Alex voltandosi verso di me.
Aprii gli occhi e davanti a me c'era un laghetto nel quale la luna si rifletteva.
Ci sedemmo sull'erba e iniziammo a parlare.
"Raccontami di te." Gli dissi.
"Cosa vorresti sapere?"
"Non so...da dove vieni, le tue esperienze, la tua famiglia."
"Allora, vengo dal Canada, da Toronto...mia madre ed io abbiamo girato un po' per tutto il mondo.
Mio padre non l'ho mai conosciuto...se n'è andato quando ha saputo che mia madre era incinta...da bambino mi sono sempre chiesto che tipo di padre sarebbe stato per me...ma crescendo...ho solo provato rabbia e disgusto.
Mia mamma ha dovuto fare tutto da sola...infatti quando io ero piccolo ha passato un momento un po' brutto, ma mi ha insegnato a seguire i miei sogni e a lottare per ciò che amo."
Lo guardai affascinata...che belle cose che aveva detto. Pensavo che Alex fosse un ragazzo egocentrico vanitoso...abituato ad avere ciò che desidera quando vuole...invece no.
"Wow...sono senza parole."
"E tu? Che mi dici di te?"
"Sono Italiana...e sono venuta a Parigi per scordarmi di tutte le persone che mi hanno fatto del male.
La gente...ce l'ha sempre avuta con me...mi hanno sempre messa da parte, umiliata, presa in giro...ma ora sono qui per buttarmi tutto alle spalle."
"Sei fantastica..."
"Macché..."
"Si lo sei. E sai perché?"
"Perché?"
"Perché sei diversa dal mondo."
Divenni rossa...non avevo parole per rispondere...
"Mi hai tolto le parole di bocca...ahaha."
"E Antoine? Ho notato che con lui non va molto bene."
"Preferirei non parlare di lui adesso..."
"Allora parliamo di qualcos'altro. Cosa vorresti fare una volta uscita dall'università?"
"L'interprete. Tu?"
"Mi prometti che non ti metti a ridere?"
"Te lo prometto."
"Vorrei fare il medico in zone di guerra, per dare aiuto ai feriti."
"Che cosa bellissima." Alex era un ragazzo pieno di risorse...e lo avevo capito proprio in quel momento.
Forse non ha avuto un passato molto semplice, ma il suo futuro sarà brillante.
"E la musica?" Chiesi.
"Suono per pagarmi gli studi."
"L'anno scorso ti ho sentito cantare al ristorante. Eri davvero bravo. E anche le ragazze accanto a me lo pensavano ahahah."
"Ahahah grazie."
"Devo confessarti che prima di questa serata ero convinta che tu fossi uno di quei ragazzi che ha tutte hai suoi piedi, ma...ora non lo penso più."
"Ah no?"
"No."
"E come fai a sapere che tutto quello che ti ho detto sia una bugia per farti cadere ai miei piedi?"
"Perché l'hai detto con la sincerità che penetrava dai tuoi occhi."
Guardai l'orologio, oh mamma mia! Era l'una di notte.
"È tardissimo!! Potresti riaccompagnarmi a casa?" Gli chiesi.
"Certo, andiamo."
Salimmo in macchina e in men che non si dica arrivammo davanti al vialetto.
Scesi e ci salutammo.
Corsi subito a casa. Ero stanca morta!

Una ragazza a Parigi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora