Chapter 46

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[Ashton's pov]
Sono le nove e, puntuale come poche volte nella vita, sono davanti alla sua porta, un regalo in una mano ed i biscotti avvolti nell'alluminio nell'altra.
Prendo un respiro profondo, sorridendo, prima di suonare con il gomito il campanello di casa Anderson.
Sento qualcuno tossire ed il mio sorriso s'allarga, se possibile, quando vedo Margot in una tuta blu, con i capelli raccolti in una coda alta ed il ciuffo, ribelle, che le cade sulla fronte.
'Buongiorno, fiorellino' dico, chinandomi a cercare di lasciarle un bacio sulla guancia, ma lei si sposta, facendomi poi un sorriso triste.
'Ti ammali anche tu, poi' dice, facendomi entrare, ma io, testardo, glielo do a tradimento, mentre chiude la porta.
'Non mi interessa se mi ammalo' dico, e lei scuote la testa, cercando di nascondere quel sorriso meraviglioso che so che si sta formando sulle sue labbra.
'I biscotti di mia madre, rimedio per i cuori spezzati e per le malattie dal 1994' dico, porgendole il pacchetto di carta stagnola,
Ridacchia, per poi tossire leggermente, ed io passo piano la mano sulla sua schiena.
'Andiamo sul tuo letto, così ti do anche il tuo regalo' dico, prendendola per un polso, nonostante la senta protestare.
'Sei venuto qui e mi hai portato i biscotti, non posso accettare il tuo regalo' dice, mentre la prendo in braccio per poi metterla nel letto, mettendo su un broncetto adorabile.
'Posso invece. Tieni' affermo, riprendendo il regalo dalla scrivania, dove l'avevo posato, e notando un quaderno spesso rilegato con stoffa lilla.
'Non posso accettarlo, davvero' dice, rigirandosi il pacchetto tra le mani.
'Oramai l'ho preso, e poi mi faceva piacere' dico, ripensando a quanto ho fatto disperare il cartolaio per decidermi.
Margot sospira e tira piano un'estremità del fiocco celeste, facendolo cadere sul piumone, per poi alzare il coperchio e la sua faccia quando lo vede é impagabile.
'Mi hai detto che volevi fare un disegno a carboncino per le nazionali, quindi...' dico, mentre lei, con un sorriso stupendo, prende in mano il carboncino che prima era nella scatola, per poi rimetterlo dentro ed abbracciarmi, gettandomi le braccia al collo.
Sentendo il suo corpo fin troppo caldo a causa della febbre stretto al mio sorrido, per poi stringerla e lasciare un bacio sui suoi capelli, mentre lei continua a sussurrare 'grazie, grazie, grazie'.
Margot si stacca, lentamente, con le guance rosse dovute alla febbre ma anche al rossore perennemente presente, ed io sorrido, vedendola felice come una bambina il giorno di natale, e dopo aver spostato la scatola ed i biscotti dal letto mi stendo accanto a lei, sopra le coperte, intrecciando le nostre mani ed abbracciandola da dietro, sentendo il suo cuore nattere forte e rendendo un momento brutto come la malattia bello da morire, perchè quando siamo insieme tutto diventa improvvisamente più bello.

Work Of Art || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora