Gli altri arrivarono tutti nel giro di qualche minuto. Ormai mancavano solo Albe e Carola con le pizze, e Luigi con i suoi compagni di università. L'atmosfera si era già scaldata.
Tutto il gruppo si era avvicinato a Mattia per fargli milioni di domande per conoscerlo meglio.
"Perché lasci il sole del sud per venire in Padana?"
"Quante gare di latino hai vinto?"
"Hai fratelli?"
"Che scuola hai fatto?"
"La tua ragazza la lasci là?" Chiese poi pimpante Carola, entrando piena di scatole di pizza in mano, accorgendosi che tutti lo stavano tempestando di domande.
Christian sussultò. Voleva bene all'amica, ma talvolta era un pochino ficcanaso.
Ma il biondino era così gentile e disponibile che non sembrò provare nessun fastidio. "Nessuna ragazza", disse guardando il pavimento.
Senza accorgersene il ragazzo con i capelli scuri aveva alzato un angolo delle labbra in un leggero sorriso: almeno adesso non si sarebbe sentito in colpa verso qualcuno se avesse pensato cose poco lecite su di lui.
"È impossibile", si intromise Albe appoggiando altre pizze al centro del lungo tavolo. "Sembri tipo uscito da un dipinto, com'è possibile che non hai la ragazza?"
Mattia sapeva che le loro erano domande di sincera curiosità, per cui ancora una volta non sembrò toccato. "Non ho mai avuto una ragazza", fece spallucce.
"Chissà quanti cuori infranti", disse Christian senza riuscire a frenare la lingua.
Alex, che era seduto vicino a lui davanti al camino spento, lo guardò stupito.
"Ma che cuori infranti", rise Mattia, "nel mio paese mi considerano tutti un bamboccio".
"Dai basta", si intromise Serena, "lo mettete a disagio così". Abbracciò teneramente il cugino da dietro. "Ora sedetevi e mangiate, sfigati".
Arrivò anche Luigi poi che, tutto trafelato dopo aver capito di essere l'ultimo per la settantesima volta, presentò velocemente i suoi due amici che presentò come Andrea ed Elena.
Christian si sedette al suo solito posto, vicino a sua sorella e di fronte ad Alex e Cosmary, mentre la sedia alla sua sinistra, venne occupata poco dopo da Mattia.
"Mi sentivo estremamente importante in mezzo a tutte quelle domande", disse riempiendosi il bicchiere d'acqua.
"Sei troppo gentile", gli disse il moro, ignorando la felicità causata dal pensiero che il biondino avesse deciso di sedersi vicino a lui. "Se ti danno fastidio di' loro che sono dei ficcanaso, che se lo merierebbero pure." addentò una fetta di pizza prosciutto e funghi.
"In realtà mi piace parlare con le persone. Non avevo molti amici giù a Bari".
"Un cuore di panna come te non aveva amici?" Si intromise l'amico di fronte.
"LO SO!" Esclamò il ragazzo teatralmente. "È assurdo vero?" E poi rise, come se non fosse già chiaro a tutti che stesse scherzando. Gli altri lo seguirono, Christian per primo.
"Le opere d'arte non piacciono a tutti. Solo a quelli che hanno gusto e un certo tipo di sensibilità", rispose Christian maledicendosi poco dopo, perché il concetto che voleva esprimere era uscito in modo molto ambiguo.
Mattia lo guardò stranito.
"No, cioè..", ci riprovò il ricciolo sotto lo sguardo divertito degli amici vicini. "Intendo...", le mani iniziarono a sudare e posò la forchetta per asciugarsele sui pantaloni. "Mi riferivo alla storia del dipinto di cui parlava Alberto prima". Si salvò sul filo del rasoio, e si sentì quasi sollevato.
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Stupido Clark Kent
Fanfiction"Tu sei la Kryptonite ed io uno stupido Clark Kent" Christian, un ballerino di hip hop di 18 anni, rimase folgorato dagli occhi azzurri di Mattia la prima volta che li vide. Si azzardò a tuffarvici dentro e mai avrebbe immaginato di trovarvi un inte...