Epilogo

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"Ciao amore" Christian se ne stava appoggiato alla portiera della sua macchina, soddisfatto di aver ottenuto, finalmente, una grossa fetta d'indipendenza.

Mattia quasi trotterellava nella sua enorme felpa lilla per raggiungerlo.

"Ciao neo patentato del mio cuore" gli butto le braccia al collo e quasi gli saltò in braccio.

Il moro barcollò, ma ormai si era abituato a reggere l'impatto.

Affondò il naso nei folti capelli biondi del suo amato, inspirandone il profumo.

L'estate era finita, e quel dolce rapporto era diventata un'abitudine soffice e sicura a cui nessuno dei due avrebbe mai rinunciato per niente al mondo. Avevano imparato ormai a condividere la quotidianità in tutto e per tutto, senza mai perdere quel pizzico di pepe dato dalla magnetica attrazione fisica che li travolgevano ogni volta che si guardavano.

Christian si innamorava di Mattia ogni volta che vedeva i suoi occhioni azzurri, e Mattia si innamorava di Christian tutte le volte che provava a contare le costellazioni formate dalle lentiggini sul volto più bello che avesse mai visto.

Alla fine la distanza di quelle poche settimane non aveva fatto altro che unirli ancora di più, e ora non si sarebbero separati per nulla al mondo. Non avrebbero lasciato andare i dolci abbracci, le carezze, i baci, ma nemmeno le loro bizzarre discussioni sui film, sulla musica da mettere nei viaggi, e le loro diverse abitudini.

Tutto filava in modo perfettamente liscio, anche le loro diversità, e nemmeno una valanga avrebbe potuto travolgerli.

Si sentivano come se avessero l'intero universo in mano.

Quando il biondino si sedette sul posto del passeggero non riuscì più a trattenere l'entusiasmo e iniziò a battere le mani euforico.

"Dove mi porti, mio capitano?"

"Matti, non siamo mica su una barca" rispose il riccio più tranquillo mentre si allacciava la cintura.

"Era per farti eccitare un po'" il suo dito si attorcigliò attorno a ciocca di capelli e prese a giocarci. "Saresti molto sexy con il cappello da marinaio".

"Smettila subito, questa macchina è ancora troppo giovane per vederci scopare nei sedili dietro" il suo tono era divertito mentre girava la chiave per accendere il motore. "E comunque ti porto in un posto speciale, ma voglio che sia una sorpresa, quindi ora fai il bravo e ti metti questa" gli porse una bandana nera piegata a mo' di fascia.

"Mi pare che tu questa proposta me l'abbia fatta anche l'altra sera"

"MATTIA SMETTILA E METTITI QUESTA" senza troppe cerimonie, ma in una risata fragorosa, gli annodò il tessuto sugli occhi.

Un risolino uscì dalla bocca del biondino mentre cercava disperatamente di allacciarsi la cintura alla cieca.

Christian non credeva di fargli veramente una sorpresa, pensava fosse ovvio il posto in cui lo voleva portare proprio ora, poco prima del tramonto, ma confidò nel potere destabilizzante del buio.

Ingranò a retromarcia e si immise nella strada che portava al centro del paese.

Guidò solo per qualche minuto, per fortuna, perché il suo ragazzo che continuava a martellarlo di "DOVE MI PORTI? DOVE STIAMO ANDANDO? MI STAI RAPENDO?"non l'avrebbe sopportato più a lungo del dovuto. Di lui amava anche questo suo lato più spensierato, da bimbo sempre su di giri, perché gli faceva venire voglia di riempire di baci quelle due guance piene. Ancora gli sembrava incredibile della sua capacita di passare da bomba sexy mentre ballava, a ragazzino di diciotto anni nella quotidianità, a bambino di prima elementare fino a tornare un uragano quando si trovavano da soli in camera.

Quel biondino aveva preso la sua testa a l'aveva scossa rendendola un frappè, e lui l'aveva lasciato fare, perché alla fine quella sensazione di trance gli piaceva parecchio.

Si sentiva costantemente ubriaco, con la testa e il cuore leggeri, sempre su di giri, sempre con un gran sorriso stampato in volto, sempre con un gran coraggio di affrontare le cose brutte perché sapeva che non sarebbe mai più rimasto solo.

La voce di Nelson dei Rovere partì a palla dalla chiavetta della musica del guidatore.

Stupido Clark Kent risuonò all'interno dell'abitacolo e la mano di Mattia sbatté maldestra su tutto il cruscotto per cercare di alzare il volume.

"BELLISSIMA QUESTA" esclamò cantando in modo stonato e fuori controllo.

Il ballerino di hip hop sorrise, perché quella melodia gli ricordava in modo fin troppo lucido di quando loro due ancora non erano riusciti a prendersi, di quando era pieno di insicurezze e dubbi, di quando aveva una tremenda paura di non essere abbastanza.

Si appoggiò con il gomito al volante, cercando di suonare il clacson, e si soffermò a guardare quel bellissimo ragazzo spensierato. Ormai erano arrivati a destinazione ma lui era così preso dalla musica che non se ne rese conto.

"Perché non canti con me?" Chiese con il labruccio a cucchiaio mentre girava la testa verso di lui, pur non potendolo vedere. "Ehi, aspetta, perché ci siamo fermati?"

"Siamo arrivati amore" rispose senza distogliere lo sguardo.

"Da quanto?"

"Circa tre minuti"

"Non mi hai detto niente"

"Sei troppo bello quando canti stonato, non volevo interromperti"

"Disse il corista dei Green day" sbuffò offeso incrociando le braccia al petto.

Il riferimento fece ridere di gusto Christian, che decise di togliergli la benda facendo attenzione a non tirargli ci capelli.

Gli baciò il broncio mentre gli occhi azzurri di Mattia si riabituavano alla luce.

"Siamo al castello" disse guardandosi attorno, sul suo viso intanto si aprì un'espressione dolce.

"Ti ho portato a vedere il tramonto nel luogo del nostro primo appuntamento".

Il più grande scese dalla macchina appoggiando la portiera.

"Amore" il biondino corse ad abbracciarlo. "Sai, quando ci siamo conosciuti non pensavo fossi così romantico"

"Non lo ero" il ballerino di hip hop si allontanò dall'abbraccio ma non sciolse le braccia dalla schiena dell'altro. "Lo sono diventato per te perché mi viene spontaneo fare dei piccoli gesti che possono farti aprire questo bel sorriso" gli toccò la punta del naso con l'indice.

"Mi fai sciogliere come una ragazzina Stefanelli".

I due si incamminarono verso il parco abbracciati, godendosi la leggera brezza di settembre che stava portando via mesi e mesi di caldo torrido. Sotto i loro piedi scricchiolava un sottile manto formato dalle prime foglie arancioni cadute dai rami.

"Sono sicuro che questa vista non mi sembrerebbe così bella se non la guardassi con te" disse Mattia mentre si perdeva con lo sguardo rivolto all'orizzonte.

"Non c'è motivo di pensarci. Siamo qui, insieme" i loro corpi si strinsero un altro po' mentre i loro sederi si appoggiavano sul marmo della panchina, la stessa su cui si trovarono a baciarsi mesi prima.

I capelli biondi solleticarono il collo di Christian quando Mattia si appoggiò sulla sua spalla.

Si era creata un'atmosfera serena. Le loro mani erano intrecciate saldamente sui jeans del maggiore, i loro respiri risuonavano allo stesso ritmo e i loro profumi ne avevano creato uno unico al mondo, quello che sentivano solo quando se ne stavano intrecciati. Attorno a loro i cinguettii degli uccellini facevano da sottofondo accompagnati dal fruscio dei rami secchi, mentre, davanti a loro, il cielo si dipingeva di un arancione intenso cercando di imitare un quadro di Turner, donando una luce calda che si rifletteva su tutte le superfici.
Christian si girò a guardare il più piccolo in balia di una luce calda che lo faceva sembrare ancora più bello, e gli colorava gli occhi di un sensuale blu tiffany.

"Sei la cosa più bella che ho" mormorò il moro incantato.

Il latinista non rispose, si limitò a stringere ancora di più le sue dita nella mano del suo ragazzo. Si beò si quella pace improvvisa all'interno del suo cuore.

Davanti a quel quadro romantico, i nostri due protagonisti si giurarono in silenzio amore eterno.

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