Diciannove

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Un dolce tocco sulla sua fronte svegliò Christian da un pesante sonno senza sogni. Era riuscito a dormire veramente per la prima volta in settimane e quando aprì gli occhi non si stupì di esserci riuscito grazie a quelle belle braccia forti che non avevano smesso di stringerlo nemmeno per un attimo.

Strusciò piano il viso sulla maglietta di cotone su cui la sua guancia era rimasta appoggiata tutta la notte, inspirando a pieni polmoni quel buon profumo di pulito. Sentì una mano che prese ad accarezzargli piano la nuca.

"Sei sveglio tesoro?" La voce di Mattia era ridotta a un suono timido.

Un sorriso spontaneo nacque sulle labbra del moro. "Sì" premette la faccia tra i suoi pettorali. "A che ora ti sei svegliato?"

"Tempo di potermi bearmi del privilegio di poterti coccolare e di poter sentire così bene il profumo dei tuoi ricci, quindi direi cinque minuti" gli schioccò un altro bacio in fronte.

"Sei riuscito a riposarti dal viaggio?" Gli chiese premuroso il ballerino di hip hop godendosi quella felicità che non provava da tempo.

"Sì" il biondino gli prese il mento per farsi finalmente guardare. "Tu piuttosto, sei riuscito a recuperare qualche ora di sonno?"

Christian annuì piano, notando quando il latinista sembrasse ancora più giovane quella mattina, con gli occhi gonfi e il viso segnato dal tessuto della federa. "Sei bellissimo" disse non riuscendo a trattenersi, anche se era un commento completamente fuori contesto.

"Sarò monotono" Mattia gli schioccò un bacio a fior di labbra. "Ma quello bellissimo sei tu" sembrò studiare il suo volto millimetro per millimetro. "È bello anche vederti più sereno".

"Ormai riesco a dormire bene solo con te" ammise l'altro, facendo risaltare quelle belle lentiggini con un po' di rossore sulle guance. Per qualche motivo, ammettere quei dolci sentimenti ancora lo faceva sentire un bimbo indifeso.

"Vuoi dire che mi toccherà dormire con te sempre?" Si finse scioccato il più giovane marcando ancora di più il suo accento pugliese. "Non so se me la sento, ci devo pensare a fondo".

"Finché tu ci pensi mi metto ai fornelli, che dici?" Al maggiore era finalmente era tornato l'appetito.

"Hai fame?" Due occhioni azzurri lo guardarono inteneriti.

"Un po', e tu?"

"Da morire" in quel momento le braccia del biondo lasciarono andare la presa sul nostro protagonista, a cui venne l'improvvisa voglia di ributtarsi su quel materasso e non fare altro tutto il giorno che non comprendesse le coccole e i dolci baci di quelle labbra a bocciolo.

Sospirò prima di riuscire a contrarre gli addominali per alzarsi dal letto, per poi dirigersi alla finestra a spalancare tende e tapparelle.

Il sole splendeva nel cielo blu, aveva dormito con il ragazzo che amava dopo aver chiarito ogni dubbio, si sentiva riposato, finalmente sereno e ottimista. Il cuore del ricciolino si riempì di gioia, fiero di non aver smesso di crederci.

Si girò con un sorriso radioso quando sentì il petto allenato dell' altro ragazzo che si appoggiava alla sua schiena rendendo i tessuti dei loro indumenti pesanti come macigni. I loro volti si trovarono di nuovo a pochi millimetri.

Il mento di Mattia premette sulla spalla del moro mentre sul suo viso appariva un'espressione estasiata.

"Venderei l'anima al diavolo per poter stare tutto il giorno su quel letto con te" gli sussurrò all'orecchio.

"Non ti facevo così pigro" lo prese un po' in giro Christian trattenendo la voglia di sbattere il suo corpo tra le lenzuola sgualcite per baciarlo in modo poco casto.

Stupido Clark KentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora