𝒮𝓉𝓇ℯ𝒸𝒶𝓉𝓉ℴ'𝓈 𝓅.ℴ.𝓋.
Nicola mi aveva ignorato per tutta la serata, non mi aveva invitato in camera sua e non mi aveva detto una parola.
E se...si.fosse stancato di me?
Paranoie su paranoie si fecero spazio tra i miei pensieri, facendomi rimanere sveglio tutta la notte.
Disteso sul letto, con la musica a cento pensavo a cosa avevo sbagliato.
Era finita o era solo un brutto scherzo? O magari un incubo.***
Quella mattina, arrivai in classe da solo, con delle occhiaie che facevano paura e un sonno che mi avrebbe fatto addormentare sicuramente già alla prima ora.
Rimasi distratto per tutta la lezione, ripensando a quando eravamo insieme io e lui a dormire sotto la cattedra, con un sorriso sul volto e gli occhi lucidi.
Mi appoggiai contro il muro, socchiudendo gli occhi nel cambio d'ora, addormentandomi.
Il mio nome pronunciato dalla professoressa di scienze e matematica dell'altra volta, mi svegliò.
«Questa volta non dorme con Nicola, Federico?» disse con un tono provocatorio.
Alche, abbassai la testa e le lacrime presero il sopravvento, uscendo dai miei occhi copiosamente. Per fortuna i capelli mi coprirono il volto e nessuno mi vide.
Passai la ricreazione in giardino, dove c'eravamo visti per la prima volta. Mentre mantenevo in mano il solito thè che bevevo, tremavo e piangevo silenziosamente.
Cosa avevo sbagliato? Erano solo un paio d'ore che non ci parlavamo e non lo vedevo ma mi mancava troppo.
Non potevo rimanere lì a guardare.
Non potevo rimanere a soffrire. Volevo almeno delle spiegazioni.
Corsi verso la camera di Nicola, non trovandolo lì, cercai nei corridoi.
Ma quando lo vidi, ero come paralizzato.
Non avrei mai avuto il coraggio di parlargli, di andare lì e fare finta di niente.
Tornai in classe.***
Un giorno.
Due giorni.
Tre giorni.
Quattro giorni.
Cinque giorni.
Sei giorni.
Una cazzo di settimana.
Una settimana? Sì esatto.
Ormai quando camminavo nei corridoi, nella piazza principale, nei bar, nelle classi, nelle camere ci vedo. Ci vedo ovunque.
E sono giorni che piango, ma rimango a subire tutto questo senza una spiegazione.
Piangevo tutta la notte e in classe non seguivo.
Ero sempre solo, per mia volontà. Raramente parlavo con Anna, Ettore e Alessandro dato che erano più o meno vicino alla mia camera.
Presi lo skate dopo tanto tempo, anche se mi ricordava Nicola, e uscì.𝓒𝓲𝓬𝓸'𝓼 𝓹.𝓸.𝓿.
Avevo rovinato tutto lo stesso.
Non parlando con Federico per tre giorni, anche lui iniziò a non rivolgermi più la parola.
Non lo vedevo da una settimana, sapevo "come stava" perché me lo facevo da dire dalle uniche persone con cui parlava.
Dovevo rimediare a i miei errori ma cosa gli avrei detto?
"Ciao Fede, no niente volevo dirti che che sono un coglione e che per colpa dei miei sentimenti ho mandato tutto a puttane"?
Come potevo fare?
Avevo spiegato tutto a gli altri, rivelai anche la mia cotta e ne furono tutti felici.
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Tʜᴇ Mᴇssᴀɢᴇ-[𝙎𝙩𝙧𝙚𝘾𝙞𝙘𝙤]
FanfictionStrecatto, cerca di entrare in un college prestigioso di moda, e ad avvisarlo di essere stato ammesso, sarà Cico, figlio del preside che aiuta il consiglio scolastico. Nascerà qualcosa tra loro..cosa sarà? " 𝒫𝒾𝓊̀ 𝒸ℯ𝓇𝒸𝒶𝓋ℴ 𝒹𝒾 𝓉ℴℊ𝓁𝒾ℯ𝓇𝓂ℯ�...