❤️14. "Aᴍɪᴄɪ "💜

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𝒮𝓉𝓇ℯ𝒸𝒶𝓉𝓉ℴ'𝓈 𝓅.ℴ.𝓋.

« Vaffanculo Cicooo!» Urlai, vedendolo fuori dalla classe alla fine delle tre ore di lezione.
« Ciao Strecazzo!» mi salutò "affettuosamente", quando notai la presenza di alcuni sui amici, ma comunque lui ignorò la loro esistenza e feci lo stesso anch'io.
«Allora? Com'è andata?» chiese, leggermente in ansia per la risposta.
«Benissimo...» dissi, accennando un sorriso.
«HAI VISTO? CHE TI AVEVO DETTO?» Esclamò prima di iniziare a vantarsi.
«Ah, loro sono i miei amici» mi mostrò, ricordandosi della loro presenza.
«Uh...ciao» salutai imbarazzato.
«Ciao, io sono Anna, lavoro insieme a Nicola e sono una sua cara amica» si presentò una ragazza molto carina, con dei lunghi capelli castano scuro e ricci, con degli occhiali rossi e degli occhi sul verde.
Indossava una camicia lilla semplice in dei jeans neri, accompagnati da stivali che le arrivavano fino al ginocchio.
«Piacere» dissi, questa volta più convinto, stringendole la mano.
«Io sono Stefano, sto in 1D» si presentò un altro ragazzo, con dei bellissimi capelli zucchero filato, sicuramente tinti, con un sorriso a trentadue denti che esprimeva felicità.
«Io sono Alessandro, piacere...emh Strecazzo?» disse ridacchiando.
«Federico. Non chiamarlo con quel nome» sbottò Nicola, serio, notando il mio leggero fastidio.
«Scusami Federico» si scusò Alessandro.
«Ush, qui Nicola è gelosoo...comunque io sono Ettore, migliore amico di Nicola, piacere suo futuro marito» scherzò presentandosi un ragazzo abbastanza carino, ma mai quanto Nicola.
«Ed io sono Michele, ma chiamami Piadina, ti prego» si presentò l'ultimo dei ragazzi.
«Piacere» dissi solamente, sorridendo.
«Benissimo, ora andiamo in camera. Ciao ragazzi» disse Nicola e mi prese per il polso.
«EDDAI NICO» lo rimproverò Ettore.
«Vogliamo venire anche noi» finì.
«Eh va bene. Fede va bene se stiamo nella tua camera?» Chiese dolcemente Nicola.
«Sìsì, va bene tranquilli».

Così, ci ritrovammo tutti nella mia stanza, a cazzeggiare come giusto che sia il primo giorno di scuola, che aveva un po' tardato ad arrivare.
«Fede» mi chiamò Piadina.
«Questa è tua?» chiese, indicando la gonna che avevo lasciato sul piccolo tavolo davanti alla cucina.
«Cazzo» sospirai, guardando Nicola al mio fianco.
«Emh no, è di mia sorella. L'ha per sbaglio messa nella mia valigia» spiegai cercando di sembrare convinto.
«Ah va bene, pensavo fosse tua. Che poi diciamocelo, non ci sarebbe stato niente di male» aggiunse, e per fortuna Cico non disse niente.

Tʜᴇ  Mᴇssᴀɢᴇ-[𝙎𝙩𝙧𝙚𝘾𝙞𝙘𝙤]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora