❤️29. "Sᴏʟᴏ ɪᴏ ᴇ ʟᴜɪ"💜

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𝓒𝓲𝓬𝓸'𝓼 𝓹.𝓸.𝓿.

Dovevo fare qualcosa. Ho sbagliato e devo rimediare, e come prima cosa Federico merita delle sincere scuse.
Presi coraggio, spinto anche dagli altri wgf, e  andai nella sua camera dove sapevo che ultimamente passava la maggior parte del tempo.
E invece, non lo trovai o almeno non mi aprì.
Ritornai nella stanza di Ettore dove eravamo riuniti tutti, compreso Giorgio che nel frattempo si era integrato all'interno del gruppo.
Dopo avergli spiegato di non averlo trovato in camera e nei corridoi, lasciai alcune lacrime fuoriuscire dai miei occhi.
«Vuoi davvero andare avanti? Fare finta che voi due non siate mai stati nulla? Davvero stai per mandare tutto a puttane? Potesti perderlo per sempre, non si torna indietro cazzo! Vai! Vallo a cercare se ci tieni!» mi urlò contro Ettore, arrabbiato come poche volte. Sapevo che il pensiero di arrendersi lo irritava.
«Ettore dove cazzo vado? Ragiona! Sta per diluviare fuori e qui dentro non c'è!» urlai di risposta, trattenendo la voce spezzata.
«Ragiona tu! Esci e vai nei posti dove potrebbe stare! Tra noi quello che lo conosce meglio sei tu!» gridò ancora, con Anna che lo teneva per un braccio come per calmarlo.
Forse aveva ragione.
Mi alzai dalla poltrona di scatto e corsi verso la porta d'ingresso, dopo aver urlato "grazie" a i miei amici.
Come mai io abbia fatto, ho corso per tutta la città disperatamente, alla ricerca di Fede.
Aveva anche iniziato a piovere e tuonare, e lui aveva paura dei rumori forti; me l'aveva confessato in una notte passata nella mia stanza, quando il clima era come quel giorno.
Niente: nei bar in cui andavamo di solito, nella piazza al centro, nei dintorni della scuola.
Ero letteralmente disperato, avevo bisogno di lui.Tutti i ricordi in quel momento mi ritornarono nei pensieri facendomi iniziare anche a piangere.
Mi fermai dopo minuti interminabili di corsa, seduto su uno scalino di un negozio lontano dal centro.
E fu allora che vidi qualcuno che si avvicinava, era su uno skate e la possibilità che fosse lui non era del tutto inesistente.
L'avrei riconosciuto tra milioni e milioni di persone, e infatti era lui.
Stanco ma desideroso di abbracciarlo, mi alzai e gli corsi incontro urlando ripetutamente il suo nome.
Intanto lui, era rimasto fermo sulla tavola, e mi fissava avvicinarmi.
Appena me lo trovai davanti lo presi per un po' più sopra dei fianchi, lo strinsi a me sollevandolo da terra.
La pioggia continuava a bagnarci, ma in quel momento esistevamo solo io e lui.
Di nuovo solo io e lui.

Tʜᴇ  Mᴇssᴀɢᴇ-[𝙎𝙩𝙧𝙚𝘾𝙞𝙘𝙤]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora