77. Personalità

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Martina

«Con quella sua facilità di tener sermoni e pii discorsi, era riuscito a fare una grande impressione al signor Earnshaw, e, più debole diventava il padrone, e maggior impero egli acquistava su di lui. Era spietato nel tormentarlo per quanto riguardava l'anima sua e il rigore con cui devono essere allevati i figlioli. Lo spingeva a considerare Hindley un malvagio, e regolarmente, ogni sera, gli spifferava una lunga tiritera di ribalderie commesse da Heathcliff e da Catherine, badando sempre di viziare la debolezza di Earnshaw con il riversare il maggior biasimo su quest'ultima.»

«Nemmeno a me sta simpatico Hindley» dichiaro.

«Certo ella aveva dei modi come non vidi mai in nessun bambino, e cinquanta volte al giorno, a dir poco, metteva a dura prova tutta la nostra
pazienza. Dall'ora in cui scendeva dalla sua stanza il mattino, fino all'ora in cui saliva a coricarsi, non avevamo un minuto di tranquillità, temendo sempre che ne combinasse qualcuna delle sue. Il suo spirito era sempre al più alto grado di ebollizione, la sua lingua andava continuamente, cantava, rideva e tormentava chi ricusasse di assecondarla. Era una piccola selvaggia dispettosa, ma aveva gli occhi tanto belli, il più dolce dei sorrisi, il piedino più leggero di tutto il contado e, dopo tutto, credo non avesse veramente cattive intenzioni, perché, se le accadeva di farvi piangere per davvero, ben di rado non dava in pianto pure lei, obbligandovi così a calmarvi per poterla consolare

«Catherine è quel tipico personaggio femminile con quella sfilza di caratteristiche dei tipiche libri, vero?» chiedo a Draco, che è sdraiato sul letto accanto  a me.

Non mi risponde. Invece di farlo, prende un sospiro.

«Ma era troppo attaccata a Heathcliff. Il peggior castigo che potessimo inventare per lei era quello di tenerla separata da lui; eppure, per cagion sua, veniva sgridata ancor più degli altri. Giocando, le piaceva moltissimo far la parte della padroncina; era lesta di mano, e comandava ai suoi compagni per dritto e per rovescio, e così voleva fare con me; ma a me questo non andava, e glielo feci capire.
Ebbene, il signor Earnshaw non era fatto per comprendere gli scherzi dei bambini, essendo sempre stato severo e grave con loro; e Catherine, da parte sua, non si rendeva conto che, nel suo stato di salute, il padre fosse più irascibile e intollerante di quando stava bene. I suoi rimproveri parevano eccitare in lei il crudele piacere di provocarlo: non era mai tanto felice come quando la sgridavamo tutti insieme, e lei ci sfidava con il suo sguardo ardito e insolente e con le sue parole vivaci: metteva in ridicolo le maledizioni religiose di Giuseppe, tormentava me e faceva proprio quello che il padre più detestava, con il mostrargli come quella insolenza apparente, che l'uomo riteneva reale, avesse più potere su di Heathcliff che la gentilezza paterna, e come il ragazzo ubbidisse a lei sempre, e a lui soltanto quando gli accomodava

Domando un altra cosa a Draco, ma lui non mi risponde e prosegue la lettura.

Quando gli chiedo che succede, non abbozza nemmeno un cenno.

***

Sbatto le palpebre ripetutamente e mi rendo conto di aver sognato.

«Amore?» sento sussurrare.

Mugugno qualcosa alla vista dei suoi capelli biondi.

«Sei stanca. Dormi, okay?» Mi dà un bacio sulla fronte.

Spero che non sia un sogno in un sogno e mi auguro di non finire nelle brughiere del Yorkshire un'altra volta senza i commenti e le spiegazioni di Draco.

***

Quando sento freddo a tal punto che un brivido mi percorre la schiena, allungo il braccio per rimboccarmi le coperte.

Pages of Lifetime Memories 2; d. malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora