"Per combattere il male devi sforzarti di conoscerlo il più possibile.
È così che si vincono le malattie."
Saw - L'enigmista
Gli alberi del bosco in autunno serpeggiano come lingue di fuoco, tracciano sentieri poco percorribili, e che al buio sembrano ancora più fitti.
La foresta si chiude intorno alle due sagome incappucciate e armate di torcia che proseguono a tentoni nel nulla, marciando in un surreale silenzio. La terra digradante si apre tutt'intorno, e ovunque Deya posi lo sguardo avverte il terrore di vederci sbucare il bianco di un arto umano senza vita, di un cuore non più pulsante rigettato sul terreno.
Ha cominciato a tormentarla un forte mal di testa, da quando sono arrivati. Forse ha preso freddo, allora abbottona meglio il cappotto e se lo stringe intorno al collo. Le immagini si sovrappongono ai ricordi dell'ultima volta che è stata nel bosco: era andata a leggere, e si è addormentata.
Il resto è un vuoto inquietante, soffocante; un turbine di nebbia che continua a spingerla giù, sempre più giù, sotto il livello dell'acqua, poi della terra.
«Penso di sapere dove dobbiamo cercare», lo afferma con convinzione, sebbene schiarire le idee vorticanti che le ronzano in testa sia arduo, parecchio difficile. Si spinge ancora dentro la foresta, fra i rovi che rovinano l'estremità dei pantaloni e graffiano gli anfibi nuovi, allacciati di fretta.
«Interessante», soffia Lazar, «e come potresti saperlo?»
Non le crede, e anzi il suo sorriso ironico sembra dire più il contrario, vuole solo inseguirla per poi sbatterle in faccia una realtà crudele: nessuno ha la più pallida idea della collocazione di un ipotetico cadavere – non è neppure chiaro se ci sia davvero un corpo, nel bosco, eppure Deya pensa di conoscerne la posizione.
«Lo so e basta», vorrebbe dirgli la verità, ma non le crederebbe. Nessuno potrebbe farlo. Non riesce a comprendersi da sola, un altro essere umano non può essere in grado di riordinare il caos della sua esistenza.
Cammina ancora, incespicando fra foglie e trappole per conigli, con Lazar alla calcagna, che la ferma per un polso di fretta ogni volta che sta per finire con i piedi in una di quelle crudeltà acuminate dai denti di ferro, pronte a spappolarle la gamba. «Sta' attenta a dove cammini», la rimprovera, ma lei continua imperterrita a sfrecciare fra gli alberi, a illuminare ovunque con la torcia, come presa da uno strano raptus incomprensibile, come se un demone le stesse sussurrando all'orecchio la giusta direzione.
Forse è davvero così.
Lazar non può fare altro che inseguirla, stare più attento di lei a dove mettono i piedi, e tenere l'udito pronto a ogni suono, a ogni ringhio nel buio, a ogni sibilo del vento. Qualunque distrazione, in una situazione tanto inquietante, potrebbe risultare fatale.
Ha trascorso i suoi oltre vent'anni a guardare film horror di ogni sottogenere, dai più violenti a quelli ispirati a leggende di antichi fantasmi infestanti manieri desolati, quasi polverizzati dal tempo. Ha guardato bambole arrabbiate e armate di coltello, mostri, lupi, vampiri. Ha imparato che il mondo può essere pieno di orrori, dentro e fuori dalla finzione, ed è certo che senza le sue conoscenze Deya finirebbe nei guai. Per fortuna, però, è ben addestrato a evitare tutte le situazioni assurde presenti nei film. Controlla che il segnale del cellulare funzioni, ed è rincuorato dalla presenza delle linee sullo schermo. Se dovessero essere in pericolo basterebbe fare una chiamata, o inviare qualche messaggio, con la possibilità di poter pure spedire la loro posizione precisa.
Sa bene che hanno violato una regola fondamentale, poiché hanno bevuto un po', non sono sobri, e non è mai una buona idea farsi annebbiare la mente dall'alcool. Tuttavia, non si fermeranno a fare sesso nel bosco – anche se questo un po' gli dispiace, perché lei ha un viso dolce, delizioso, e un profumo così buono che inizia a non poterne più fare a meno.
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Fame di male
Horror🏆 Wattys 2022 Winner! 🏆 "Un becchino indaga su una serie di omicidi, ma si innamora della sospettata principale." Le notti di Deya sono tormentate dagli incubi. Alcune amnesie le fanno dimenticare ciò che ha fatto il giorno prima, cancellando porz...